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ebook e mercato del libro digitale usato, Amazon e Apple ci credono

Vediamo se in questa scatola c'è un ebook, un fumetto digitale usato…

Vediamo se in questa scatola c’è un ebook, un fumetto digitale usato…

Se gli ebook nel Regno Unito ieri sono entrati nel paniere ONS (ovvero l’ISTAT britannico, grazie @TomBolini per la segnalazione) allora non dovremmo stupirci che dopo Amazon anche Apple pensi al digitale “di seconda mano”. La notizia dei libri usati digitali risale all’8 febbraio; tra chi ne ha scritto a caldo (quando sembrava che solo Bezos avesse dato di matto e non che la cosa fosse così seria da richiamare pure le attenzioni di quelli di Cupertino) vi segnalo in rigoroso ordine alfabetico Booksblog, Editoriacrossmediale, PianetaeBook, Repubblica.

Al solito occorre un ribaltamento di prospettiva – nel caso dei lettori italiani un salto nel futuro – per arrivare a comprendere come società quotate in borsa possano prendere in considerazione quella che per molti può sembrare una follia: Amazon già consente, non in Italia, tra utenti Kindle di “prestarsi” ebook e allora perché non dare ai propri clienti la possibilità di rivendere a terzi la licenza che hanno acquistato per leggere un determinato ebook? Voilà, ecco inventato il libro digitale usato. Anche Apple pare intenzionata a fare altrettanto (fonti: Slate, Mashable, Paidcontent)

L’idea di Amazon sembra risalga addirittura al 2009… ah, se pensate che stia scrivendo di asini che volano lasciate perdere la lettura, ora ci spingiamo oltre, arriviamo a come si presenterà il “mercatino dell’usato”. Su Amazon il bene digitale una volta rimesso in circolo (eh già, sul vostro ereader mica ce l’avrete più) lo trovereste di nuovo in vendita sul sito, né più né meno come un libro fisico. Apple invece consentirebbe, rispettate certe condizioni, una volta trovato un accordo, anche il passaggio del titolo da un dispositivo – iPhone, iPad ecc. – all’altro (fonti: blog.chron, WallStcheatsheet).

Negli Stati Uniti se sono fermi al dibattito teorico circa gli ebook usati già dall’anno scorso si discute se sia lecito rivendere propri brani digitali e anche il videogame scaricato da Internet potrà diventare un bene di seconda mano – così vorrebbe una nota catena di negozi famosa anche in Italia, leggete a proposito: GameStop looking into reselling digital content  oppure On the used and pirate markets for digital goods. Uomini come Brad Wardel della Stardock ritengono inevitabile l’idea di licenze digitali trasferibili, il file di un gioco sarà scambiato in futuro per vie legali (fonte: Gamasutra).

Dicevamo, il mercato musicale precursore delle trasformazioni che avverranno nelle nostre abitudini di consumatori? A febbraio 2011 nasce la startup ReDigi che permette di rivendere i propri brani musicali usati comprati su iTunes (a ogni transazione l’azienda assicura che parte del denaro coinvolto nella compravendita viene rigirato agli artisti e alle etichette), Eh sì. Ebbene, ha avuto abbastanza successo da venire citata in giudizio dalla Capitol Records (EMI) per violazione di copyright (fonte: DBW e l’articolo Resale revolution for digital books and music su Financial Review).

Possiamo salutare l’alba dei beni digitali usati (musica, libri, giochi, film…) come un vantaggio per il consumatore finale? Dovremmo spendere di meno e guadagnarci qualcosa! Quel che è certo è che sia ReDigi, sia Amazon, sia Apple hanno in mente tre diversi “closed marketplace”, perché è ovvio che un ebook usato comprato su una certa piattaforma sarà legato a essa. Anzi, c’è già chi dice che il libro digitale di seconda mano, il cosiddetto ebook usato, altro non sarebbe che il cavallo di troia dei fautori dei mercati chiusi tesi a privare il lettore del proprio diritto di leggere ovunque ciò che hanno acquistato.

Immagine | Homer Simpson alla fiera del baratto di Springfield (episodio 9F21)

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Tolino Shine, i tedeschi lanciano un loro ereader e scommettono sulla autarchia

„Ich hab gesagt, runter von meinem Rasen!“

„Ich hab gesagt, runter von meinem Rasen!“

Il futuro degli ebook non lo conosce nessuno, c’è perfino chi afferma che tra pochi anni saranno superati, eppure ieri, non si comprende bene se l’annuncio sia stato fatto di venerdì per farlo digerire nel weekend oppure in coincidenza con l’inizio del mese, dalla Germania è arrivata una notizia accolta con il sorriso oltre oceano: “Americani? Levatevi dal nostro prato!”. Dal 7 marzo i tedeschi lanciano la loro sfida a Kindle e agli altri ereader stranieri commercializzando il Tolino Shine (www.tolino.de).

Macchina alla pari con la concorrenza a leggerne le caratteristiche tecniche (riporto dal comunicato stampa): sette settimane di autonomia, wi-fi, schermo E Ink ® HD, stessa risoluzione e dimensioni – 6 pollici di diagonale, 1024 × 758 pixel – del Kindle Paperwhite e del Kobo Glo e ovviamente la luce integrata, possibilità di archiviare più di 2000 ebook… sì, già ma quanto ci costa? 99 euro. Non male eh? Aggressivi anche sul prezzo. Tuttavia il punto da sottolineare è un altro.

Il mercato tedesco – lasciate stare che è probabilmente troppo tardi per battere Amazon e soci sul fronte hardware – è forse l’unico in Europa per dimensioni dove si poteva tentare un esperimento del genere (rinfrescatevi la memoria leggendo questo post di Cecilia Martini su tropicodellibro.it, risale a metà luglio 2012), trovare vale a dire una via autarchica per un proprio dispositivo di lettura; in Germania è riuscito quello che in Italia non è accaduto, si sono messi insieme i principali editori, più le catene di librerie e Telecom.

TolinoShine

Se infatti le catene di librerie italiane (non conto il Cybook Odissey Feltrinelli Edition) non hanno di fatto avvallato nessun ereader in particolare e tre soggetti – IBS con Leggo, Telecom con Biblet e Mondadori con Kobo – hanno scelto negli anni di percorrere strade separate, in Germania invece le catene Thalia, Weltbild e Hugendubel (1500 punti vendita non bruscolini) hanno stipulato un accordo con il maggior gruppo editoriale tedesco ed europeo Bertelsmann e Deutsche Telekom per dare al lettore un ereader nazionale.

Un lettore di libri digitale che arriva sul mercato competitivo almeno quanto i suoi avversari e soprattutto “aperto”, come a mio parere giustamente rimarca Laura Hazard Owen su gigaom.com (qui trovate il suo post); se il lettore tedesco acquisterà il Tolino Shine potrà accedere a 300.000 titoli in lingua, il doppio di quelli offerti da Amazon, e comprare dove vorrà i propri ebook dato che il dispositivo legge file .epub, PDF e .txt. Tolino non ha il 3G? Deutsche Telekom offre l’accesso gratuito a 11,000 hotspot wi-fi oltre a possibilità di archiviare ebook (25 GB) nella sua nuvola.

Ringrazio Sebastian Posth, che conto di ascoltare di persona a If Book Then 2013, per la suggestione dell’immagine di apertura, spero di non avere male interpretato un suo tweet – “Gran Tolino” – ieri sera a poche ore dalla conferenza stampa che ha dato il volo alla scommessa tedesca. Impossibile dire adesso se l’ereader Tolino Shine riuscirà a imporsi in Germania come primo lettore di libri digitali del Paese (si aspettano di venderne più di un milione di unità da qui a fine anno) ma di certo è positivo che anche l’Europa tenti una sua via all’interno di un mercato in continuo cambiamento.

Aggiornamento 02/03/2013: Il convitato di pietra di Tolino pare sia per adesso il selfpublishing, Matthias Matting del sito selfpublisherbibel.de ha subito verificato la possibilità per gli scrittori di lingua tedesca sulle modalità per  pubblicarsi (o distribuirsi) da sé legate a questo nuovo ereader. Non lo si esclude per il futuro ma per ora appaiono nulle – in modo curioso tale posizione riflette il mancato lancio in Italia del programma di selfpublishing Kobo Writing Life via Mondadori più volte dato per imminente.

Immagini | Dall’alto: Gran Torino (2008), www.tolino.de, You Tube

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Kindle Paperwhite, tutti lo vogliono ma arriva a febbraio 2013

“Lui ha visto la luce!” “Sì, sì, Gesù Cristo ha compiuto il miracolo, ho visto la luce!”

Lettori digitali illuminati, tanti li desiderano, specie il Kindle 😉 Ora, io con tutta la buona volontà non capisco Amazon. Anzi, prima di tutto sono contento per loro, a giudicare da quanto stanno slittando in là le date di consegna del Kindle Paperwhite, come segnala Luca Conti aka @pandemia su Twitter: “Capperi! Kindle Paperwhite in rottura di stock è in consegna dal 4 febbraio 2013! Chissà se da @Hoepli_1870 lo avranno?”. Tanto di guadagnato per la lettura in Italia.

Sono andato anch’io spinto da curiosità a leggere sul sito di Jeff Bezos in calce al Kindle Paperwhite wi-fi: “A causa di un’elevata richiesta, stimiamo di evadere gli ordini ricevuti oggi [28/10/2012, ndLuca] nella settimana dal 4 febbraio. Il nostro Kindle Paperwhite 3G a 189€ è disponibile per spedizioni antecedenti a questa data”. Ovvero, se spendi 60 euro in più ti consegnano il modello superiore il 22 novembre (magari sara postdatato anche questo invio, chissà).

Rispetto alla seconda parte del tweet di Conti – gli ereader Kindle, non ho ben capito quali, immagino quelli base da 79 euro, (ho anche chiesto lumi al loro ufficio stampa ma non mi hanno ancora risposto) saranno disponibili alla vendita nel nostro paese presso la Libreria Hoepli di Milano, qui il parere autorevole di Antonio Tombolini – sono felice che chi vive nel capoluogo lombardo possa provare Kindle in un negozio, magari sarà un po’ scomodo chi a Milano non ci vive o lavora.

Sembra che l’illuminazione integrata nei lettori digitali – dai più scambiata per retrolluminazione – abbia suscitato la curiosità dei consumatori; abbia reso più appetibile quello che è a tutti gli effetti qualcosa che serve “solo” a leggere. Nonostante Barnes & Noble con il Nook Simple Touch with GlowLight sia stata la prima a introdurre sul mercato l’illuminazione (passando inosservata vedi ebookmania.it), sarà Amazon a beneficiare in termini di vendite di questi lettori di nuova generazione?

Rimane da capire da qui a fine anno se Mondadori sarà così brava, nella sua opera di evengelizzazione sulla lettura digitale, appena iniziata anche a suon di spot televisivi, nel far comprendere agli italiani che un lettore digitale illuminato è acquistabile già oggi, nella libreria sotto casa, a 129 euro; sto parlando, come saprete se mi leggete da un po’, del Kobo Glo rivale diretto del Kindle Paperwhite. Dicevo che non capisco Amazon, possibile abbia sottovalutato così l’interesse del nostro mercato per i suoi prodotti?

Immagine | The Blues Brothers (1980)

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Kobo Glo in vendita a ottobre in Europa e in Italia quando?

A inizio ottobre Kobo Glo e Kobo Mini in vendita nel Regno Unito e non solo

Kobo Glo, tra gli ereader illuminati è quello cui piace andare più in giro. Mentre il Kindle Paperwhite rimane al momento acquistabile solo negli Stati Uniti – come Amazon ama fare, USA first – in questi giorni sono state aperte le prenotazioni per il nuovo Kobo in Australia (e Nuova Zelanda), Francia, Regno Unito e Olanda – i francesi l’avranno in consegna il 15 ottobre, olandesi e britannici già dal 1° ottobre.

Mi ha fatto sorridere il post di Brian Corrigan, Local Fans Miss Out on Kindle, uscito sul “Financial Review” di oggi, sottolinea, non senza ironia come di solito gli australiani siano dimenticati dai grandi player internazionali quando introducono un nuovo gadget tecnologico; come potete vedere sotto non è il caso del Kobo Glo, Kobo Mini e Kobo Arc che è già possibile prenotare tramite la catena Collins Booksellers.

E che i fan degli ereader di Jeff Bezos siano davvero delusi che il Kindle Paperwhite, non solo in Italia ma in tutto il mondo (USA esclusi), non sia nemmeno pre-ordinabile – cosa gli costava? – lo scrive tra gli altri anche Candido Romano sull'”International Business Time” affermando “il perché di questa bizzarra scelta da parte di Amazon è tutt’ora un mistero” (qui l’articolo completo). Dimostra inoltre come non sia facile agire su scala globale.

Va beh, in alcune nazioni sono già prenotabili tutti, in altre solo il Mini e il Glo… non è ben chiara nemmeno la strategia di Kobo ma è ammirevole come rispetto ad Amazon guardi oltre l’America settentrionale e abbia già un piede in Europa e un altro in Oceania. Certo spiccano i grandi assenti: Germania, Italia (hey Mondadori quando si parte?) e Giappone. Solo questione di giorni? Staremo a vedere.

Aggiornamento 10/09: a leggere il post di David Flynn  “New Kindle Fire HD tablets, ereaders hit Australia next month” sull'”Australian Business Traveller” di oggi la nuova gamma di Kindle, Paperwhite compreso, sarà acquistabile in Australia a partire dalla seconda settimana di ottobre. Tra un mese sapremo se è vero, altri sostengono che dovremo tutti attendere primavera 2013.

Aggiornamento 13/09: è possibile preordinare il Kobo Glo (tutti e quattro i colori, non solo nero!) a poco meno di 130 euro anche in Germania sul sito www.redcoon.de come già in passato era accaduto per il Kobo Touch (ancora disponibile e con il nuovo prezzo ribassato: 98,98 euro); in preordine pure il Kobo Mini a 79,99 euro. Nessuna traccia sul sito tedesco del tablet Kobo Arc.

Aggiornamento 01/10: Mondadori ha annunciato che Kobo Glo (129 euro) e Kobo Mini (79 euro) saranno disponibili nelle librerie della sua catena a partire da metà ottobre, il Kobo Touch già da domani, martedì 2 ottobre, a 99 euro. E il Kobo Arc? Proverò a chiedere all’azienda se ha intenzione di portare il tablet Kobo in Italia prima di natale e vediamo cosa risponderà 😉

Immagini | Schermate dei preordini del Kobo Glo in UK, Australia e Germania

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Amazon Italia: Kobo e Mondadori? Abbiamo ottimi rapporti con Segrate

“Le acque? A Casablanca? Ma qui è il deserto…” “Be’, fui male informato”

Venerdì Affari Italiani ha divulgato una video intervista di Stefano Fossati e Antonio Prudenzano (cliccate qui se volete vederla, dura poco meno di diciotto minuti, qui la sintesi scritta) a due importanti personaggi di Amazon nel nostro paese, Diego Piacentini, Senior Vice President International, e Alessio Santarelli, Kindle Content Manager. L’occasione? L’apertura a Milano degli uffici di Amazon Italia lunedì 10 settembre e l’annuncio dei nuovi tablet/ereader in settimana.

Molti gli argomenti trattati, lascio che vi godiate l’intervista se volete conoscerli tutti, si spazia dagli ebook fino ad Amazon come retailer on-line dei prodotti più svariati – il suo business principale, a tutti gli effetti, quello che la mette in rotta di collisione con soggetti come Rakuten, per dire. Vi cito solo due passaggi che hanno attirato la mia attenzione, alla domanda se l’accordo tra Kobo e Mondadori – definito come tradimento (?) – gli fosse dispiaciuto la risposta è stata:

Abbiamo ottimi rapporti con Mondadori, abbiamo appena firmato un accordo per le riviste, vedrete “Panorama” sul nuovo tablet [il Kindle Fire, ndLuca]; abbiamo un accordo per i libri cartacei, per i libri digitali, sono stati i primi a firmare [per avere i libri] in digitale [sul Kindle Store], abbiamo fatto una press release l’anno scorso, i rapporti con Mondadori sono eccellenti.

La press release citata da Santarelli è quella del 27 luglio 2011 (potete leggerla in inglese cliccando qui si riferisce alla disponibilità di una prima parte del catalogo per Kindle) a voi giudicare se c’è stata risposta o meno al quesito del giornalista, lo so a questo punto ci sarebbe stata la seconda domanda, quella che la stampa in Italia fa di rado, in questo caso: “Come mai Mondadori non ha fatto l’accordo con voi?” 😉 L’altro punto è questa affermazione del vice presidente:

Tieni conto anche che l’editore ha un beneficio da parte dell’ebook – e ciò è provato anche dai nostri numeri – perché il lettore di fatto ha più accesso alla lettura [digitale] a pagamento, quindi il lettore che leggeva il libro fisico ora con Kindle compra circa il 40% di libri in più tra cartaceo e digitale rispetto a quanto faceva prima.

Insomma come prosegue Piacentini “l’ebook dà alla lettura uno strumento in più per diventare momento di intrattenimento per il cliente”. Altro argomento spinoso, e che si lega alla non-risposta di prima è il lapsus (?) di Santarelli su un altro interrogativo, quello di Amazon come editore anche nel nostro paese come accaduto negli USA. Testuali parole: “Non ci sono roadmap su cui diamo visibilità”. Giuro. Ovvero, lo diventeremo ma quando e come accadrà lo saprete al momento opportuno.

Immagine | Modi eleganti per non rispondere a domande dirette da Casablanca (1942)

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Kobo e Mondadori, inizia sottovoce la campagna informativa

Prove di partnership tra Kobo e Mondadori, il link al sito italiano su quello canadese

Registrato il 1° febbraio 2012 il sito www.inmondadori.it è stato agganciato (ci sarà sicuramente un termine tecnico più corretto, linkato? vedi immagine in apertura del post) a quello di Kobo in vista del lancio dei loro lettori di libri digitali nelle librerie della catena Mondadori previsto questo autunno. Se visitate in questi giorni le pagine dell’azienda canadase la cosa vi balzerà subito all’occhio.

Scopri la nuova eReading Experience su Kobo e su inMondadori, questo lo slogan (o il claim come si dice in milanese moderno) scelto dai tipi di Segrate per stuzzicare la curiosità (?) del potenziale cliente, certo il codice comunicativo deciso da Mondadori è bello ingessato, sfondo nero, vivace nota rossa sull'”in”, molto istituzionale e severo.

inMondadori: tanti prodotti per aiutarti a trovare e scegliere le tue emozioniSe poi visitate il sito è tutto invece bianco minimal, con un curioso paesaggio alpino (?) incontaminato a suggerire che è tutto a posto, se vorrete acquistare degli ebook state tranquilli, rilassatevi, perché “una volta iniziato a leggere in digitale la mancanza della carta non si sente più” (sic) e Mondadori è al lavoro per i suoi lettori, checché ne pensiate non è mica semplice realizzare degli ebook fatti bene e sono serio.

Il sito per ora rimanda in due passaggi al caro vecchio store di Bol.it, sezione ebook in lingua italiana; oltre a suggerire la lettura dei libri elettronici esistenti (non solo quelli del gruppo) invita i visitatori a registrarsi per sapere quando inMondadori – e la stagione piena di sorprese annunciata – sarà “operativo”.

Preso atto che una delle ragioni per le quali il lancio in Giappone a luglio del Kobo Touch ha rischiato di essere un disastro oltre a problemi tecnici – ottimo articolo se volete un riassunto della vicenda qello di Akky Akimoto sul “Japan Times”: Despite flaws, Rakuten is 1-0 against Amazon in Japan’s e-book wars – è stata una campagna informativa forse non adeguata come se la caverà la Mondadori? Io sono davvero curioso.

Com’è noto, da due mesi almeno (vedi comunicato stampa su Affaritaliani.it tra gli altri), il gruppo di Segrate ha affidato a Ogilvy & Mather Advertising la campagna per il lancio, vale a dire il compito di rendere noto agli italiani che leggere digitale è bello e con Kobo e Mondadori ancora di più. Se a Milano ci credono davvero in questa partnership lo capiremo presto dalla portata più o meno rilevante dell’investimento.

Aggiornamento 13/09: non credo sia un account fasullo – il nome, i colori (il rosso, il nero e il bianco), il link al sito della Mondadori – quello che ho trovato oggi su Twitter, sto parlando di @mondadori_ebook. È un profilo “protetto” per adesso, probabile che stiano facendo delle prove generali. Nell’immagine sopra le parole chiave (?) scelte per lo sfondo (e la campagna?): praticità, connessioni, love read, hightech, exploring, organizing, passione, readinglife.

Aggiornamento 20/09: di passaggio su www.bol.it un altro indizio che qualcosa si sta muovendo, in alto a sinistra rispetto alla home page un’animazione fa capolino (la potete vedere sotto): “infinito oltre 9 milioni di prodotti”, “innanzitutto Mondadori”, “in arrivo” e anche “integrato, sempre più ebook, app e social”, tutto qui per adesso, ovvio sia legata al lancio di www.inmondadori.it.

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Aggiornamento 26/09: Mondadori ieri attraverso il suo account Twitter ufficiale ha comunicato che “a breve su questi schermi [arriverà] un mondo fatto di tanti eBook e fantastici eReader per leggere liberamente”. La schermata che vi ho illustrato sopra è stata sotituita da una descrizione sintetica del lettore nippo-canadese, tra l’altro si legge: “Tra qualche giorno il mondo Kobo sarà su queste pagine e in tante librerie Mondadori”.

Immagini | Screenshot dai siti Kobo, inMondadori, bol.it e dell’account Twitter ufficiale (?); Dario d’Elia di Tom’s Hardware se vuoi utilizzare anche questi “tagli” fatti da me per risparmiare tempo fai pure 😉

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Kobo Glo, Kobo Mini e Kobo Arc anticipando i nuovi ereader Kindle Amazon

Rinnovo per la gamma 2012 Kobo, un nuovo tablet e due nuovi ereader

Kobo gioca d’anticipo e rivela tre novità il giorno prima che Amazon sveli al mondo i nuovi Kindle. Cosa vi dicevo rispetto al rimanere al passo con la concorrenza? Ne parlavo a proposito della Sony e del suo “nuovo” PRS-T2 (cliccate qui) che a vedere il Kobo Glo – più definito, finalmente uno schermo touch 1024×768, con un processore più veloce e dotato di illuminazione diffusa sullo schermo (come il Nook Simple Touch con GlowLight) per leggere in ogni condizione di luce – sembra uscito l’anno scorso 😉

Data di uscita non ancora dichiarata costerà 129.99 dollari mentre il prezzo del Kobo Touch se ho capito bene scende a 99 dollari (devo ancora verificarlo). E se pensate che un prezzo così sia troppo per un ereader c’è il Kobo Mini a 79.99 dollari, sempre touch e dalle dimensioni ancora più ridotte rispetto al suo fratello maggiore; a meno di rivelazioni sconvolgenti da parte di Amazon Kobo si mette in pari – anche con un tablet rinnovato, il Kobo Arc – con il leader del mercato tentando di rubargli l’attenzione dei media per qualche ora 🙂 Sapevate poi che Mondadori venderà quest’autunno Kobo nelle sue librerie?

Vi state chiedendo quando i nuovi Kobo arriveranno nel nostro Paese? Pazienza

Screenshot | www.kobo.com

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Mondadori e Kobo alleati, in autunno ereader nei negozi ed ebook del gruppo da scaricare

L’alleanza tra Kobo e Mondadori, estate 2012

Mondadori e Kobo? Da oggi è realtà (o meglio lo sarà tra qualche mese). Ti distrai un secondo e quando pensi che sì, vabbeh, Kobo sbarcherà in pompa magna in Giappone grazie a Rakuten il 19 luglio – qui l’annuncio blog.kobobooks.com – ma nel nostro Paese niente… zac, pim, pum, pam, esce il comunicato stampa ufficiale (lo trovate cliccando qui). Di seguito le dichiarazioni dei vertici di entrambe le società, prima i canadesi con Mike Serbinis, amministratore delegato di Kobo:

“Siamo entusiasti di portare i nostri ereader, servizi ed ebook in Italia attraverso Mondadori. L’adozione dei libri digitali in Italia ha avuto un enorme successo – il mercato lo scorso anno è stato valutato intorno ai dieci milioni di euro. Ci aspettiamo una crescita significativa del mercato anche quest’anno e siamo entusiasti che Mondadori e Kobo lavoreranno insieme per offrire ai consumatori un’esperienza  di lettura digitale ricca di contenuti”.

E ora Maurizio Costa, vice presidente e amministratore delegato del gruppo Mondadori

“La forza di Mondadori (libri, riviste e negozi) si combina con l’innovativa piattaforma di lettura digitale sviluppata da Kobo, un’ottima soluzione per il mercato italiano. Il modo in cui le persone leggono sta mutando e ciò che offriremo farà sì che i consumatori possano accedere ai contenuti che vogliono leggere con la massima flessibilità. Mondadori Retail con l’adozione della piattaforma Kobo avanza verso l’integrazione tra retail fisico e digitale”.

Costa chiude dicendo che la rivoluzione digitale (editoriale) in atto è piuttosto un’evoluzione dentro la quale il ruolo di Segrate sarà quello di sempre, per chi volesse approfondire segnalo l’intervista di Daniele Manca a Costa uscita stamattina sul “Corriere”. Antonio TomboliniSimplicissimus Book Farm, Narcissus, Ultima Books – su Twitter offre un altro punto di vista commentando a caldo: “Mondadori abdica dal retail librario mettendo tutto nelle mani di Kobo. Qualcuno vorrà fare lo stesso con Nook?”.

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Fenomeno cinquanta sfumature digitali, pirateria e opportunità

La trilogia di E.L. James che non vedrete mai, pubblicata nella PBE

Alcune buone ragioni per non liquidare Cinquanta sfumature di grigio come un curioso accidente della storia? La sua pervasività; mi permetto di citare il tweet di un’amica del 14 giugno: “Se lo legge la signora alla reception di nota azienda, con le guance che divampano, allora è scattata la mania”. Secondo la classifica di TuttoLibri pubblicata il 30 giugno siamo a quota 10.000 copie (cartacee); in questo momento su Bookrepublic l’ebook di James è quarto in classifica (come su Amazon dove il seguito è sesto; primo e terzo su IBS) e qualche soddisfazione per Mondadori potrebbe arrivare anche dal digitale sempre che…

… il numero di persone che chiede su Internet agli altri utenti (ad esempio su it.answers.yahoo.com) dove è possibile scaricare l’ebook o il file PDF non diventi eccessivo – a me ha un po’ impressionato, fate una ricerca semplice su Google e vi renderete conto di cosa parlo. Ancora prima che essere propedeutico al consumo (“Prendo la storia di E.L. James in digitale così me lo leggo senza imbarazzi”, vedi Oggi il libro proibito si nasconde con l’ebook di Elisabetta Longo) il nuovo formato sembra favorire l’immediato stare dietro della moda del momento e per i più pigri c’è chi vende l’ebook a un euro su eBay adatto a ogni lettore, giuro.

Tuttavia, come i mezzi di informazione anglosassone si sono premurati di dirci, riprendendo la Press Association: “Amazon ha dichiarato che l’edizione per Kindle di Cinquanta sfumature di Grigio ha venduto il doppio di quella cartacea” (The Guardian). Ora, anche a essere pessimisti, questo significa un maggiore guadagno per autore, editore e distributore, nonostante la cattiva abitudine di coloro che usufruiscono di contenuti digitali di volere tali beni spendendo zero. Digitale, dolce morte per l’editoria o rivoluzione copernicana? Ho appena acquistato Gratis di Chris Anderson, dopo la lettura conto di scrivere un post ragionato sul tema.

Immagine trilogia “Cinquanta sfumature” e Piccola Biblioteca Einaudi | Elaborazione grafica: Luca Albani

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Thomas Pynchon a 75 anni consente la pubblicazione delle sue storie in ebook

Julie Bosman oggi sulle pagine elettroniche del “New York Times” scrive una bella storia, sin dal titolo: “After Long Resistance, Pynchon Allows Novels to Be Sold as E-Books” (l’articolo lo trovate cliccando qui). Thomas Pynchon, classe 1937, autore pubblicato in Italia da Rizzoli ed Einaudi, ha acconsentito che i suoi romanzi fossero digitalizzati e messi a disposizione in formato ebook.

Perché? Lo spiega Ann Godoff, attuale presidente della casa editrice di Pynchon: “Penso che voglia avere più lettori”. Tutto qui. Dapprima diffidente lo scrittore ha abbracciato il digitale pur continuando a preferire la carta (pare) e a non volerne sapere degli aspetti “social” della attuale industria editoriale. Sopra nel video potete ammirare lo spot che la Penguin ha confezionato per l’occasione.

Video | CHIPS by Vimeo

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