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Neal Barrett Jr., Interstate Dreams, quello che ti raccontano i film è vero

Interstate Dreams di Neal Barrett Jr.

Interstate Dreams di Neal Barrett Jr.

Interstate Dreams di Neal Barret Jr.
Traduzione di Sebastiano Pezzani
Miraviglia Editore, 2014, 5,99 €

«A Dreamer era chiarissimo che un sussurro nell’etere, un balbettio online fossero la nuova voce della verità sulla terra, che la realtà virtuale fosse ancor più reale di quanto la realtà stessa fosse mai stata, e sapeva che la cosa non gli piaceva».

Ci sarebbe poco da aggiungere alla recensione di Interstate Dreams a firma di Livin Derevel apparsa su Scrittevolmente l’estate scorsa, concordo su tutto, specie sulla definizione “atipico”; ecco, quel poco che manca a commento di questo bizzarro romanzo portato in Italia dalla Miraviglia Editore di Reggio Emilia lo aggiungo io. Non so se la storia di Dreamer, ladro provetto e titolare di un negozio di acquari, reduce di guerra con una scheggia nella testa in giro per le strade di Houston ed Austin, sia una storia di fantascienza, se lo è, lo è alla maniera di Strange Days di Kathryn Bigelow (spero sia anche tra i vostri film preferiti), l’elemento sci-fi è talmente integrato nella trama da diventare invisibile o da confondersi con il fantasy: le moderne tecnologie e il voodoo sono poi così lontani?

È stato difficile affrontare le prime pagine, ma dopo aver dato piena fiducia a Pezzani (ultima voce italiana di Barrett dopo Bini, Fiore, Fusco, Pilo ecc., i traduttori anni Ottanta e Novanta dello scrittore texano in forza a Mondadori e Fanucci) sulla resa in italiano di un testo inglese imamgino arduo da decifrare, pieno com’è di suggestioni lisergiche ed alcoliche, la lettura scorre veloce. Una chiave di lettura della trama del resto ce la fornisce lo stesso Barrett quando afferma che “I telefilm sono la realtà. ci dicono cosa è bello e cosa non lo è. Diane l’aveva capito prima ancora di compiere sei anni”, Interstate Dreams, pubblicato nel 1999, si presterebbe benissimo a diventare una miniserie televisiva o, accentuandone i lati grotteschi, un lungometraggio diretto da Guy Ritchie.

Naturalmente il cortocircuito che rende credibile per il lettore italiano la storia sopra le righe narrata da Barrett è proprio la nostra sovraesposizione alla produzione mediatica nordamericana. L’eroe, bianco che vorrebbe essere nero, ferito nel corpo e nell’anima, di ritorno da “un’altra guerra mediorientale”, deve affrontare oltre ai cattivi di casa – nababbi annoiati dalle passioni stravaganti e pericolose, mafiosi dedidti agli affari più loschi e disgustosi – anche un principe mediorientale (sic!) per riavere ciò che ama. Sarà aiutato dagli ultimi del Texas, esponenti di una comunità nera e ispanoamericana non abbiente ma coraggiosa, non certo definibile onesta tuttavia dotata di codici e regole a differenza dei cattivi di cui sopra. Perché ci sembra plausibile tutto ciò? Perché a consolidati stereotipi narrativi si affianca uno scenario a noi ben noto grazie ad anni di serial tv a stelle e strisce.

Una volta entrati nella testa di Dreamer (il protagonista senza un nome “vero” della storia), sempre che non abbiate abbandonato Interstate Dreams alle prime pagine, possibilità non remota visto il suo inizio caotico, non scenderete che all’ultima riga. Sarete un po’ scombussolati come dopo un giro sulle montagne russe, una di quelle toste che hanno negli USA, ma contenti per aver retto a uno scarto narrativo dopo l’altro. Se per voi lettura equivale a divertimento, come sostiene Michael Chabon in “Mappe e leggende”, se non vi spaventate di fronte a turpiloquio, visioni, bugie, armi, psicofarmaci, automobili americane, aerei della Prima guerra mondiale, Neal Barrett Jr., ahinoi scomparso non ancora settanticinquenne a febbraio, è tra gli autori da inserire tra i vostri preferiti.

Non so se Miraviglia Editore si intestardirà a riportare nelle librerie, elettroniche e non, italiane l’intera produzione di Neal Barrett Jr., l’ideale sarebbe un accordo con gli eredi almeno per quanto riguarda i diritti di pubblicazione elettronica qui da noi; sarebbe un bel segnale per i patiti della fantascienza e del fantasy del Bel Paese. Se intendiamo la rivoluzione digitale del libro attualmente in corso come positiva per l’industria editoriale, ciò vorrebbe dire rendere disponibile una trentina di titoli (di cui meno di una decina tradotti, buon lavoro Miraviglia!) altrimenti irraggiungibili per il lettore che non voglia leggere questo scrittore in lingua originale. Ricordo che la sua opera sta infatti scomparendo (o è già scomparso) anche dagli scaffali delle biblioteche.

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Giorgio Bassani, Cinque storie ferraresi, dentro le mura

Cinque storie ferraresi di Giorgio Bassani

Cinque storie ferraresi di Giorgio Bassani

Cinque storie ferraresi di Giorgio Bassani
Feltrinelli, 2012, preso in prestito via MLOL

«Subito dopo aver preso la laurea – diceva per esempio – avrebbe piantato non soltanto Ferrara ma l’Italia. Era stufo di vivacchiare in provincia, di marcire in quel buco di città. Quasi di sicuro se ne sarebbe andato in America: e per starci, per stabilircisi definitivamente».

Anni fa sono stato tanto fortunato da ricevere in dono l’opera più famosa di Giorgio Bassani, Il giardino dei Finzi-Contini – la sto rileggendo in questi giorni – ma non avevo mai proseguito il mio incontro con lo scrittore ferrarese; o meglio, non avevo mai permesso a questo autore di riaccompagnarmi per quei luoghi della memoria che è stato così bravo a imprimere a fuoco vivo, prima sulla carta, e ora su tavolette di inchiostro elettronico. Tanto tempo è passato dal 1956, quando le Cinque storie ferraresi riunite in questo ebook vinsero il Premio Strega, testimone un allegrissimo Parise (così lo ricorda Adele Cambria).

Se, come alcuni dicono, i libri elettronici porteranno fortuna alle raccolte di racconti, tanto bistrattate o poco fortunate nel nostro Paese, perché non iniziare a conoscere Bassani non da un romanzo ma proprio da questi cinque racconti? Ecco i titoli: Lida Mantovani, La passeggiata prima di cena, Una lapide in via Mazzini, Gli ultimi anni di Clelia Trotti, Una notte del ’43. Leggere Bassani oggi, in un secolo che non è più il suo (lo scrittore vi arrivò sulla soglia, scomparendo nel 2000), è straniante quanto tenere fra le mani le foto dei propri nonni da giovani; sì, è esistito un passato in cui non c’eravamo; sì, anche prima di noi soffrivano e gioivano uomini e donne.

I personaggi di Bassani si muovono in una cornice solo in apparenza immutabile, Ferrara. In questa città, lo scrittore ce lo ricorda sempre con garbo, vivono sì uomini e donne di tutte le classi sociali, con i loro desideri e le loro abitudini, ma si è dispiegato anche il disegno ambizioso di un ideale urbanistico rinascimentale straordinario, che dopo aver rinnovato gli spazi della comunità si è come cristallizzato per sempre. Uno spazio in cui forse anche la maggioranza dei ferraresi, pur sapendo benissimo di essere rimasti “fuori dal mondo”, crede di poter vivere in eterno passeggiando sul listone.

Eppure la Storia, quella che finisce dentro i libri, anche e soprattutto in quelli di Bassani, entra perfino a Ferrara e a Bassani è capitato il destino di rammentare a tutti noi, che non c’eravamo, un tempo in cui la discriminazione razziale era andata oltre l’intolleranza. “Una lapide in via Mazzini” ad esempio ci ricorda premesse e conseguenze delle persecuzioni ai danni degli ebrei con affilata efficacia: narra il ritorno (?) di uno scampato ai lager la cui sola presenza sconvolge la città. “Una notte del ’43” invece la rappresaglia fascista per l’uccisione del federale Ghisellini davanti al Castello Estense.

Io non so se Bassani sia davvero “l’autore italiano contemporaneo più significativo della ‘via ebraica’ alla letteratura” (cit. Carlo Tenuta). So tuttavia che quando ti prende per mano con la sua scrittura tu credi di sapere dove ti condurrà ma dopo pochi paragrafi ti ha già circondato di nebbia e sussurri per condurti altrove, facendoti scoprire grazie alla sua abilità (lo leggano tutti coloro che si affannano a definirsi scrittori) cosa alberga nel cuore e nella mente dei suoi personaggi – oh, così reali! –, per poi tornare con la naturalezza di un fuoriclasse all’intreccio principale del racconto e al suo svolgimento.

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James Patterson, Maxime Paetro, Private, la gente mi rivela i suoi segreti

Private di James Patterson & Maxime Paestro

Private di James Patterson & Maxime Paestro

Private di James Patterson & Maxime Paetro
Traduzione di Andrea Carlo Cappi
Longanesi, 2011, – preso in prestito via CSBNO/MLOL –

«Morta? Come faceva Shelby a essere morta? Doveva eserci uno sbaglio. Ma come si fa a sbagliare su una cosa del genere?».

Non avevo mai letto niente prima di James Patterson ma in realtà ho scoperto di conoscere già questo scrittore attraverso i film che Hollywood ha tratto dai suoi libri, “Il collezionista” e “Nella morsa del ragno”, entrambi interpretati da Morgan Freeman nella parte dell’investigatore Alex Cross. Il thriller non è tra i miei generi preferiti, preferisco l’avventura alla Cussler se devo affidarmi a uno scrittore seriale, ma anche solo per provare se il sistema di prestito ebook della mia biblioteca funzionava ho preso e letto una delle ultime storie (o meglio serie) di Patterson, “Private”, che negli USA è uscito nel 2010.

Ambientazione losangelina, Lamborghini, belle donne, serial killer e i buoni stravincono ma sono tormentati, ovvio che la sintesi sia mia ma possiamo dire che “Private” risponde grosso modo alla sequenza di aggettivi e sostantivi detta sopra. Il protagonista delle pagine che leggerete si chiama Jack Morgan, giovane, atletico, affascinante, eroe di guerra, ex Marines, titolare della Private Investigations che altro non può essere che la migliore agenzia di investigazioni del mondo, società ereditata dal padre, nemesi quand’era in vita del figlio tutto “ali e aureola” (ma non temete perché Jack ha un fratello gemello… cattivo).

La narrazione scorre veloce mentre si alternano le scene che compongono il romanzo, vediamo gli assassini che giocano con le vite delle studentessi di Los Angeles, veniamo messi a conoscenza dei pensieri e degli incubi di Jack – e della sua vita sentimentale e famigliare che si intreccia col lavoro –, scopriamo via via il team di esperti eccezionali che lavora per la Private (il fido braccio destro, la profiler geniale, l’abilissima hacker, il tecnico scientifico)… mentre leggevo continuavo a chiedermi se nel XXI secolo sono le serie televisive USA come NCIS o CSI a essere simili ai libri (pardon, ebook) o viceversa.

I valori in campo da difendere sono chiari fin da subito: la gioventù innocente della California, i legami d’amicizia e di sangue, lo sport (nello specifico l’integrità del football americano). Oltre ai serial killer i nemici sono per così dire in casa ma ci si può convivere, sempre che non commettano l’errore di intralciare il cammino dei “buoni”: intrallazzatori, uomini d’affari e politici corrotti, la mafia italoamericana (c’è anche una famiglia Marzullo!), molto più simile quest’ultima a una società per azioni, sebbene certo non legale, rispetto a quella che siamo abituati a immaginare qui in Italia,

Se desiderate qualche ora di svago e quello che avete letto finora non vi ha fatto storcere il naso “Private” è un prodotto onesto; vi affezionerete a Jack, scriverete email a Longanesi perché pubblichi presto il seguito – il terzo libro invece per coincidenza uscirà questo mese, febbraio 2014, negli USA – e tiferete che i buoni trovino gli assassini al più presto. Se credete che il vostro immaginario ne abbia abbastanza di essere stato californizzato evitate questa serie cercando altro, nessuno ci obbliga a leggere i bestseller no? Patterson d’altronde da giovane leggeva Evan S. Connell e Jerzy Kosinski 😉 lo afferma lui su La Lettura.

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ebook in biblioteca, come si fa a prenderli in prestito con MLOL

La schermata principale del CSBNO MLOL

La schermata principale del CSBNO MLOL

Prendere in prestito un ebook è una realtà di fatto, tuttavia dato che è probabile che non sia così conosciuto il come e il dove mi permetto di darvi qualche dritta. Anche se costano meno rispetto ai libri di carta non vorrete mica comprarli sempre no? A volte basta “andare” in biblioteca – sebbene appunto non ci si debba più recare di persona in un edificio ma accedere al suo catalogo on-line. Nei giorni scorsi ho attivato un account presso il mio sistema bibliotecario di riferimento, il CSBNO (Consorzio Sistema Bilbiotecario Nord Ovest del Milanese) che ha permesso ai miei genitori di non finire in bancarotta quand’ero piccino prima e adolescente poi.

In particolare, il CSBNO ha stipulato un accordo con MLOL (Media Library On Line) che altro non è che un “servizio di biblioteca digitale per accedere via Internet a libri digitali, film, musica, quotidiani ecc.” Utilizzando le stesse credenziali per accedere al catalogo online dei libri cartacei è possibile compulsare l’elenco degli ebook disponibili, non aspettatevi di trovare tutti tutti i libri digitali finora prodotti, per ora sono comunque scaricabili un buon numero delle ultime uscite; stiamo parlando del resto di una sperimentazione che è partita il 30 ottobre 2013 e terminerà il 30 aprile 2014. Dopo averla provata questo mese spero prorio che diventi definitiva!

A ogni modo, dopo aver effettuato l’accesso al sistema tramite il vostro account cercate un libro o un autore compilando il campo apposito – vedete la schermata in apertura di questo post? In particolare, dopo aver chiesto al sistema se c’erano ebook di James Patterson (autore che non consocevo ma che mi ha incuriosito dopo aver letto una sua bella intervista su La Lettura del Corriere) ne ho scelto uno della serie Private, il primo per la precisione. La scheda è molto chiara (vedi due immagini sotto), forse per merito di Longanesi, o del bibliotecario digitale che l’ha compilata; potete sapere genere, argomento e sinossi dell’ebook che vi interessa, esattamente come se foste in una biblioteca fisica.

Prestito-ebook-00aPrestito-ebook-00Va bene ok, #fallabreve, ho trovato il titolo che mi interessa, ore che faccio? Cliccate su SCARICA E-BOOK, sempre in alto a destra (sotto a Aggiungi a preferiti e sopra Anteprima), vi apparirà la Scheda Media che riporta solo la copertina dell’ebook. Come potete vedere avete a disposizione un massimo di 2 download mensili per questa tipologia di ebook (epub protetto da DRM Adobe) – in caso non sappiate come funziona il sistema di protezione dei libri elettronici c’è una breve guida che vi chiarirà tutto. Saltiamo al punto tre, ovvero alla scelta del formato. Se avete un Kobo come me nessun problema, grazie al cielo il file da scaricare è un epub, per altri titoli ho visto che sono a disposizione anche file PDF.

Prestito-ebook-01Prestito-ebook-02A ogni modo ci siamo quasi, dopo aver cliccato SCEGLI, l’ebook richiesto è pronto per il download. Fino a qui la procedura è uguale anche per file liberi da sistemi di protezione oppure tutelati da Social DRM come gli ebook di 40K e di altri editori nativi digitali. Ritorniamo a Private di Patterson. Come capita a tutti i file criptati con DRM Adobe sarà un file acsm quello che andrete a scaricare, dovete perciò avere installato sul vostro computer Adobe Digital Editions. Il software riconoscerà questo file e sugli scaffali virtuali del programma, nella sezione “Presi in prestito” si aggiungerà infine – so che il tutto è ancora un po’ laborioso – l’ebook che avete deciso di “prendere in biblioteca”.

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Come potete notare c’è un incentivo molto utile alla lettura, una sorta di fascetta ci avvisa giorno per giorno della durata residua del prestito (due settimane). Ora collegate il vostro lettore al computer, Adobe Digital Editions rileverà il vostro dispositivo, nel mio caso un Kobo, e ora non dovrete fare altro che trascinare l’icona con la copertina sopra l’icona dell’ereader per trasferire il libro digitale preso in prestito sul vostro lettore. Una volta disconnesso Kobo caricherà l’epub esattamente come un ebook acquistato e potrete procedere alla lettura in mobilità senza più essere legati al PC. Una volta scaduto il termine del prestito non sarà più possibile accedere al testo e non avrete neppure il disturbo di “tornare” a restituirlo.

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Stefan Zweig, Notte fantastica, di cui ancora mi sentivo addosso la febbre

Notte fantastica di Stefan Zweig

Notte fantastica di Stefan Zweig

Notte fantastica di Stefan Zweig
Traduzione di Ada Vigliani
Adelphi, 2013, 5,99 €

«[…] perché, come è il caso di ogni essere intimamente freddo, il mio più autentico godimento erotico era suscitare negli altri ardore e irrequietezza, anziché infiammarmi di persona».

Confesso di aver letto della sterminata produzione di Stefan Zweig appena la celebre Novella degli scacchi – la mia edizione Garzanti è quasi fuori commercio, potete recuperarla cartacea edita nella BUR oppure in ebook presso Einaudi – così qualche settimana fa ho voluto rimediare alla mia ignoranza e non mi sono fatto cogliere impreparato da Adelphi che aveva promosso questo titolo a meno di due euro, prezzo davvero interessante per quattro gemme pubblicate per la prima volta all’inizio degli anni Venti del XX secolo. Cosa vai a leggere quattro racconti vecchi quasi cent’anni? Perché se è vero che ci sono all’opera oggi tanti bravi e nuovi scrittori italiani, dovessero scomparire domani in una catastrofe, basterebbe Zweig a consolarmi.

Dicevamo, un libro, quattro racconti: La donna e il paesaggio, Notte fantastica, Il vicolo al chiaro di luna e Leporella. Ambientazione mitteleuropea, protagonisti nobili in un continente in cui la media borghesia andava imponendosi ma dove le classi erano ancora lungi dall’essere superate… se vi piace il periodo sapete a cosa andate incontro, sprazzi di Vienna, carrozze, servi e padroni, resort sulle Alpi ecc. Sì, me ne rendo conto, sto semplificando ma è davvero quel mondo lì che Zweig descrive, quello che, lo leggerete ancora fino alla nausea, era destinato a scomparire dopo la Seconda guerra mondiale, un Ragnarøkkr cui non sfuggirà lo stesso scrittore con la moglie: si suicideranno insieme in Brasile nel febbraio del 1942.

Permettete ora una citazione che dà la cifra a questa raccolta, tratta proprio da Notte fantastica: “Di fatto ne ero irritato, perché odiavo negli altri questo genere di sensualità fredda e perfidamente calcolatrice, che sentivo consanguinea – fino all’incesto – della mia consapevole insensibilità”. È il protagonista a dare voce a questo pensiero, un nobile che riuscirà a scuotersi dal suo torpore esistenziale solo una volta che si sarà confrontato con le passioni e la vita della gente comune (se posso azzardare un paragone ci troviamo innanzi a un Canto di Natale senza spettri, privo di elementi sovrannaturali se non il caso che se ci pensate non lo è affatto). Tema comune anche agli altri tre racconti a mio giudizio è proprio questa apatia, una sorta di rassegnazione allo scorrere privo di senso dell’esistenza che solo i sentimenti primordiali possono scuotere.

Non conosco il tedesco quindi posso solo applaudire la bravura di Ada Vigliani nel rendere la prosa di Zweig nella nostra lingua. Una volta aperto l’ebook sul vostro lettore basterà un attimo per precipitare nelle ambientazioni descritte da questo scrittore che alla pari dei protagonisti hanno un ruolo centrale nelle vicende narrate, penso al luogo di villeggiatura alpino di “La donna e il paesaggio” (insieme agli elementi atmosferici), alla Vienna di “Notte fantastica” e “Leporella”, alla città portuale senza nome di “Il vicolo al chiaro di luna”. Quest’ultimo racconto dal finale soprendente leggetelo anche voi e ditemi se non è l’ideale per trarne un episodio di una serie TV gialla contemporanea.

Infine un’ultima nota sulla sensualità che pervade queste pagine elettroniche, il piacere erotico – così come del resto il piacere toutcourt – per Zweig sembra confinato nelle strade dove impera il malaffare, la prostituzione ricorre in due racconti su quattro, o al di fuori delle relazioni uomo/donna codificate dalla società. A differenza di oggi tuttavia, l’elemento erotico, pur presentissimo si badi bene, non è mai esibito. E ancora, non sono solo le notti a essere fantastiche per Zweig ma probabilmente anche le donne, di volta in volta paragonate ad apparizioni, animali o esseri per natura nevrotici. Peccato non avere sottomano recensioni/pareri (o un goodreads!) di lettrici dell’epoca.

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Claudio Gallo, Giuseppe Bonomi, “Emilio Salgari. La macchina dei sogni”. Gradita ai ragazzi di ogni generazione

"Emilio Salgari. La macchina dei sogni" di Gallo e Bonomi

“Emilio Salgari. La macchina dei sogni” di Gallo e Bonomi

Emilio Salgari. La macchina dei sogni di Claudio Gallo e Giuseppe Bonomi
BUR, 2012, 4,99 €

«Dopo di lui, la letteratura italiana (in barba alla storia della letteratura) non sarebbe mai più stata scritta davvero allo stesso modo, non sarebbe pù stata appannaggio esclusivo dei ceti intellettuali, conservatori o comunque elitari».

Conoscevo troppo poco la vita e le opere di Emilio Salgari (I Misteri della Jungla Nera li avevo letti solo a fumetti su “Il Giornalino”), da ragazzo gli avevo preferito Verne e London, ho voluto così rimediare recuperando in ebook uno studio biografico appassionato e rigoroso a firma di Claudio Gallo e Giuseppe Bonomi: Emilio Salgari. La macchina dei sogni mi ha rapito dal primo momento. Soprattutto perché il saggio parte dalla fine, dalla decisione dello scrittore di togliersi la vita in un momento di disperazione, il 25 aprile 1911. Non abbiano paura i lettori più timorosi, non ci troviamo di fronte a un’opera con la coda al posto del capo, anzi, subito dopo la biografia riparte dalla nascita dello scrittore, scorrono così davanti ai nostri occhi cinquant’anni di storia italiana.

Insieme alle vicende che videro protagonista Salgari prima fanciullo e poi giovane e intrepido giornalista (oltre che velocipedista!) nella sua natìa Verona i documenti di archivio scovati e riordinati da Gallo e Bonomi ci restituiscono un’Italia appena unita ma vivace che si stringeva nelle sue città intorno alle forme di aggregazione esistenti prima della diffusione nel nostro Paese del cinema (1896), della radio (1924) e della televisione (1954). Il teatro, l’opera, la musica dal vivo, lo sport (prima dei campionati di calcio, prima del Giro…), il giornalismo e la letteratura animavano le giornate degli italiani di allora, quelli che nelle città potevano trovare sollievo dalle fatiche che comportava la lavorazione quotidiana della terra (i trattori erano di là da venire) almeno.

Emilio Salgari alla fine della lettura della “Macchina dei sogni” mi è sembrato sì figlio del suo tempo – meticoloso artigiano di intrecci che andavano a intercettare sulla carta i turbamenti suscitati dal melodramma italiano sui palchi; creatore di una poetica originale che comprendeva “la cultura del progresso [fine ottocentesco], temperata, però, dal ragionevole pessimismo della letteratura”; padre di eroi come Sandokan e il Corsaro Nero “portatori di un’ansia di giustizia in cui i lettori dei ceti popolari senz’altro si identificavano” – ma anche  molto contemporaneo nelle sue debolezze… il capitano Salgari “non conseguì mai alcuna patente di capitano marittimo” tuttavia la millantava; era lo scrittore più pagato dei suoi tempi eppure non arrivava a fine mese perché solo della sua scrittura viveva la sua famiglia, una moglie e quattro figli.

I romanzi di Salgari fossero stati scritti nel XXI che forma avrebbero avuto? Quale mezzo sarebbe stato capace di veicolarli? Scritti alla fine dell’Ottocento trovarono la loro sede naturale tra le pagine dei giornali che – se credete che il marketing sia figlio del Novecento e di Mad Men vi sbagliate di grosso – si contendevano i lettori con astute campagne pubblicitarie a mezzo stampa, naturalmente tese a creare dapprima aspettativa (“la mattina del 15 ottobre 1883 Verona fu tappezzata di manifesti raffiguranti una tigre” e poi ancora “La tigre sta per arrivare!…”) e infine l’annuncio “La Tigre della Malesia è arrivata. Leggete «La Nuova Arena»”. Credete che le serie TV abbiano chissà quale formato innovativo? La Tigre della Malesia uscì in centocinquanta puntate, avete letto bene, 150, tra il 16 ottobre 1883 e il 13 marzo 1884, per forza ti abbonavi al giornale!

Lo studio di Gallo e Bonomi è da promuovere a pieni voti (intrigante inoltre la storia della neonata editoria italiana che tracciano in filigrana alla vita dello scrittore veronese) se siete in cerca di risposte su un romanziere eccezionale che tanto ha contribuito alla diffusione della lettura in Italia e nel mondo. Tenete però conto che l'”impossibilità di trovare materiali  originali nei quali Salgari parli di se stesso e della propria opera” ha impedito ai due autori la stesura di una biografia che travalicasse i limiti dei testi salgariani. Come Toscanini rimaneva fedele allo spartito dei compositori che metteva in scena anche Gallo e Bonomi non inventano nulla – non interpretano e per questo vanno rispettati –, a volte tornano sugli stessi passaggi oppure tacciono, o giusto abbozzano, laddove davvero poco si sa (il rapporto tra Emilio e la moglie Ida Peruzzi o gli anni torinesi). E ora… che aspettate a leggere Salgari?

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Sottolineare e togliere evidenziazioni su Kobo Aura HD (versione 2.10.0)

Il menu per evidenziare o inserire note del Kobo Aura HD

Il menu per evidenziare o inserire note del Kobo Aura HD

Vi ho già spiegato in un altro post come sottolineare, prendere note e (nei commenti) rimuovere evidenziature su un Kobo Touch, un ripasso però non fa mai male, magari corredato da fotografie. Vi mostro come si fa su un Kobo Aura HD ma la procedura è la stessa per Mini, Touch, Glo e Aura naturalmente, se mi sbaglio “mi corrigerete”. E allora bando alle ciance rivediamo insieme come si fa 🙂

Come vedete nelle foto ho ripreso come esempio una “pagina” di Makers: il ritorno dei produttori di Chris Anderson. Ho sottolineato la frase che mi interessa – consiglio, partite dall’ultima parola e risalite fino all’inizio –, nello specifico l’antico avvertimento ripreso pure da Morandi “uno su mille ce la fa”, e ho poi selezionato l’icona con l’evidenziatore in basso a sinistra (vedi immagine sotto).

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A questo punto posso sia evidenziare il passaggio senza prendere note, la frase diventerà di un bel colore grigio, oppure aggiungere una nota (anche in questo caso la frase verrà resa più scura rispetto allo sfondo). Entrambe le opzioni durante la lettura del vostro ebook sono recuperabili pigiando le tre linee in basso a destra; per ora sono la terza voce dopo Cerca nll’ebook e Impostazioni di lettura (prima di Dizionario e Traduzione).

Perché ho scritto “finora”? Perché agli ingegneri di Kobo piace cambiare, come le scale di Hogwarts nei libri di Harry Potter, può darsi vale a dire che nella prossima versione del firmware, tra qualche mese, decidano che l’interfaccia utente così non va bene e la modifichino un’altra volta. Sarà che sono un utente della prima ora ma ne ho visti troppi di cambiamenti. Un menu personalizzabile sarebbe una soluzione, chissà che non ci si arrivi.

Evidenziare-Kobo-AuraHD-Menu

D’accordo, abbiamo sottolineato o preso una nota… e se ho fatto una fesseria? Se non mi va più che quella frase sia speciale rispetto a tutte le altre? Ecco che il vecchio sogno dello studente, quello che fa diventare i suoi libri di testo codici miniati color arcobaleno, si avvera: posso togliere una sottolineatura. Campane a martello, ecco uno dei miracoli della lettura digitale, il testo può tornare intonso come editore l’ha fatto.

Se arrivate su questo blog in cerca del modo per farlo tuttavia significa che in Canada hanno deciso che su Kobo tanto intuitivo non deve essere levare una sottolinatura o una nota, giusto? Ecco come fare. Avete cliccato sulle tre linee in basso a destra? Adesso selezionate Annotazioni, comparirà l’elenco di quelle che avete fatto, in questo caso solo una (vedi sotto).

Evidenziare-Kobo-AuraHD-Menu_01Pensate che ci siamo? Non illudetevi, manca ancora un passaggio. Selezionate l’evidenziatura (o la nota). Come saprete già adesso apparirà una schermata dove la frase evidenziata si presenta isolata dal contesto della pagina originale (c’è infatti anche l’opzione Mostra sulla pagina, utile quando avete preso troppe note o fatto abbondante uso di evidenziatore).

Evidenziare-Kobo-AuraHD-Menu_02

Ora e soltanto ora cliccate nuovamente le tre line in basso a destra, come per magia apparirà la voce da voi tanto ricercata: Rimuovi evidenziatore o Elimina nota (a seconda se avete preso un appunto oppure no). Selezionandola il software di Kobo toglierà il “tratto” di evidenziatore dalla nostra frase e l’ebook tornerà come nuovo.

Evidenziare-Kobo-AuraHD-Menu_03

Siamo arrivati in fondo a questa breve guida per scarabocchiare i nostri amati libri digitali su Kobo. Spero vi sia stata utile; mi auguro che una simile procedura, devo ammetterlo abbastanza macchinosa – c’è qualche utente Amazon che ha voglia di dirci nei commenti se pure su Kindle bisogna impazziare così? –, non vi scoraggi a provare la lettura di ebook su dispositivi a inchiostro elettronico ^___^ Buona lettura digitale o meno a tutti.

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Startup editoriali digitali: exLibris, da Venezia gli ebook per chi vuole conoscere la letteratura mediterranea e mediorientale

"L'Home Page di exLibris Digital Orient Express"

“L’Home Page di exLibris Digital Orient Express”

Nei mesi scorsi ho conosciuto attraverso il blog di Chiara Comito editoriaraba.com non solo la bellezza della vita culturale che anima la sponda sud del Mediterraneo ma anche exLibris: Digital Orient Express. Di che cosa si tratta? Come esprime bene il sottotitolo è un treno di bit che ha l’ambizione di unire ancora una volta Occidente e Oriente, non più su una strada carovaniera o ferrata bensì attraverso la cultura digitale, grazie alla diffusione di ebook ad hoc. Gli animatori di questo progetto – Laura Aletti e Alvise Rabitti – hanno gentilmente acconsentito a rispondere a una manciata di domande.

La vostra startup exLibris è online da marzo 2013. Vi proponete come service per editori italiani e non che intendono creare un catalogo digitale e come libreria (ancora da creare) specializzata, un ebook store di e per il lettore interessato ad approfondire la cultura araba, abbiamo capito bene?

Sì, quasi tutto giusto! Il nostro bacino di riferimento non vuole limitarsi alla sola cultura araba, ma all’intera area del Mediterraneo e del Medio Oriente. Gli ebook che saranno presenti nell’ebook store – presto online – si occuperanno, ad esempio, anche di Afghanistan, Spagna, Turchia, Balcani, Italia. E non ci faremo mancare nessun genere! Il fermento degli ultimi due anni ha ribadito che questa area è fortemente interconnessa e il desiderio di incontro, la curiosità, da entrambe le sponde è già forte. L’ebook è un ottimo strumento per la diffusione dei testi e per questo offriamo agli editori un supporto per la conversione al digitale e ai lettori una guida competente – ma anche accattivante – a questa complessa e sempre più vivace tecnologia.

Avete vinto questa estate il premio Arscientia con un progetto finalizzato alla realizzazione del primo ebook per l’insegnamento dell’arabo; non vi configurate a questo punto come aspiranti editori digitali tout-court? Non vi converrebbe una strada da, passateci il paragone, Iperborea all-digital per titoli tradotti dall’arabo?

Il passaggio a editori è qualcosa a cui miriamo senza dubbio. Anzi: il ragionamento sul binomio libro digitale/cultura mediorientale-mediterranea era partito proprio da lì. È un passo che speriamo di affrontare, con i tempi giusti: in questo processo abbiamo bisogno di crescere. La realizzazione in versione digitale di un testo per l’apprendimento dell’arabo è partita dalla qualità dei contenuti che la scuola Ahlan-Egypt ha prodotto in anni di esperienza sul campo. Il nostro compito, al momento, è quello di rendere questo e altri ottimi prodotti editoriali raggiungibili e fruibili, creando un nuovo spazio per emergere e raggiungere il lettore attraverso l’ebook store. Aver ricevuto un premio per questa particolare costola del progetto ci ha certamente incoraggiato a proseguire: ha dimostrato l’interesse e l’attenzione per le tematiche culturali arricchite dal supporto digitale.

ExLibris è il frutto del lavoro di un informatico (Alvise) e una arabista (Laura); sebbene ancora scisso in due distinte persone avete realizzato il sogno del cosiddetto Umanista Informatico; anche la vostra fiducia nell’ebook come veicolo di conoscenza potrebbe sembrare bizzarra sia agli ingegneri sia allo studente di Lettere, cosa ne pensate?

Alvise: Da appassionati di libri, abbiamo affrontato come molti lo scoglio del passaggio al libro digitale. Entrambi avevamo le nostre riserve (complicate dalla venerazione per il libro in quanto oggetto!), ma, una volta superate, le comodità che questo formato ha da offrire hanno avuto la meglio. Personalmente, non vorrei che l’ebook sostituisse in toto il libro cartaceo, ma ha sufficienti vantaggi da affiancarlo con dignità e da meritarsi uno spazio nella libreria di ciascun lettore. In quanto alla bizzarria… credo che i lettori abbiano cominciato ad apprezzarne i vantaggi. Ci sembra che già un semplice giro in autobus ci possa dare ragione.

Laura: Aggiungo solo che un nuovo mix di digitale e cultura è il nostro punto di forza, quello che ci rende differenti. Non solo affianchiamo due mondi, ma incuriosiamo sia l’uno che l’altro. Probabilmente, all’inizio, affronteremo un certo scetticismo (senza dimenticare che ce n’è ancora parecchio da parte dei lettori per gli ebook stessi). L’ebook è un nuovo strumento che va colto per rendere più fruibili i contenuti, con praticità e con nuove offerte in digitale.

Siete facilmente rintracciabili, avete un sito, un account Twitter, una pagina Facebook e Google Plus, in rete siete quindi più che presenti. Spento il computer, il tablet e lo smartphone siete due giovani che vivono e lavorano a Venezia, cosa significa fare impresa (legata al mondo editoriale) lontano da Milano e Roma?

 La rete ci aiuta molto a rimanere collegati con il resto del mondo e grazie a blog come Editoriaraba o Arabic Literature (in English) possono nascere ottime collaborazioni, inizialmente virtuali, magari fuori da canali tradizionali. A fine novembre 2013 parteciperemo via Skype all’ultimo workshop del corso organizzato da Townhouse e da The International Media Network Services for Human Rights che si terrà al Cairo. Per spiegare le opportunità che possono avere gli ebook in arabo, anche fuori dai confini arabi. Per quel che riguarda Venezia, al di là del turismo di massa, resta un centro culturale, anche grazie all’Università Ca’ Foscari che promuove eventi come il festival di letteratura internazionale “Incroci di civiltà” o appuntamenti come “Guerre di carta” (organizzato dal Master MIM). In fin dei conti lavoriamo con la rete, quella che “annulla le distanze”, no?

Molte startup rimangono tali per anni; alcune, a meno di non ambire a uscire dai confini italiani rischiano di non decollare. Acceleriamo il calendario e pensiamo a exLibris nel 2015, anzi, ci diamo un vero appuntamento per sentirci una seconda volta nell’anno dell’Expo, cosa avrà prodotto la vostra startup tra due anni?

Nel 2015 ti racconteremo di come avremo faticosamente consolidato la nostra presenza come ebook store online, con le versioni del sito anche in inglese e francese e la presenza di ebook anche in lingua straniera. Abbiamo una grande voglia di uscire dai confini italiani, non per sfiducia verso il nostro paese, ma perché la natura stessa del nostro progetto è proiettata verso l’esterno. Quindi, se avrai ancora voglia di ospitarci sul tuo blog, una terza volta, nel 2016 ti racconteremo degli ebook in arabo e di come avranno iniziato a prendere piede! E a quel punto, guarderemo un po’ più da vicino alla creazione di una casa editrice digitale tutta nostra.

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Pier Luca Santoro, L’edicola del futuro, il futuro delle edicole, che fine farà la carta stampata?

L'edicola del futuro di Pier Luca Santoro

L’edicola del futuro di Pier Luca Santoro

L’edicola del futuro, il futuro delle edicole di Pier Luca Santoro
Informant, 2013, 2,99 €
Reading Life: 14 minuti ogni sessione, 1.2 ore di lettura, 224 pagine girate, 3.2 media pagine per minuto

«Anche le edicole sopravviveranno se, partendo dall’informatizzazione, saranno un centro di prodotti ma anche di servizi a valore aggiunto per le persone e per gli editori».

Pubblicato da InformAnt (“Fatti e Dati che meritano una storia” recita il loro slogan), un editore nativo digitale con quattordici ebook a catalogo (luglio 2012 – ottobre 2013), L’edicola del futuro di Pier Luca Santoro è la breve disamina di una figura invero del tutto trascurata dal lettore italiano, l’edicolante; o meglio, più che trascurata talmente fatta propria dall’immaginario collettivo che a volte pare che l’edicola all’angolo – specie se abitate nel Milanese, a Roma o in Emilia-Romagna –  sia una sorta di presenza immutabile e stabile nel panorama delle nostre città, ci facciamo caso solo quando chiudono e dal 2005 ad oggi hanno “tirato giù la cler” ben 12.000 edicole su 43.000.

Ho “conosciuto” Pier Luca Santoro – esperto di marketing, comunicazione & sales intelligence – da appena una settimana, mi ha fatto piacere leggere l’appello scritto sul suo blog “Festival Internazionale del Giornalismo: Stay On Top” a favore della continuazione dell’International Journalism Festival di Arianna Ciccone e Chris Potter. Essere pro qualcosa in Italia è molto più importante che essere contro quindi ho voluto anche acquistare un suo scritto per conoscerlo meglio, il suo saggio breve poi ha punti di contatto con l’editoria libraria, argomento che mi interessa, quindi poteva e può esseremi utile, non mi ha infatti deluso. Sappiamo davvero come “funziona” un edicola? Difficile a meno che non ci lavoriamo.

“Le edicole, contrariamente agli altri esercizi commerciali, non scelgono cosa acquistare e in quale quantità” basta questa frase de “L’edicola del futuro” per giustificare la spesa sostenuta per acquistare questo ebook, almeno, a me è bastata. Partiamo da qui e pensiamo alla nostra edicola di riferimento, a quanto essa si sia riempita negli anni di ogni genere di prodotto quando centocinquanta anni fa ci trovavi solo i giornali; fare l’edicolante è davvero diventato complicato (oltre che molto faticoso, lavorano 80 ore a settimana) e allora insieme ai difetti congeniti del sistema distributivo dell’informazione cartacea in Italia come fare per aiutare il giornalaio? Santoro propugna con forza l’informatizzazione delle edicole, un gestionale integrato efficace potrebbe sgravare l’attività quotidiana di migliaia di lavoratori, esiste? Ancora no.

“La necessità di ripensare le relazioni tra le diverse fasi della catena del valore” è fondamentale per l’autore che ritrova nel canale di vendita (le edicole) il vero fattore di forza sul quale gli editori italiani dovrebbero puntare, obbiettivo arduo nel nostro paese dove tra l’altro gli editori più grandi posseggono di fatto anche la maggioranza del sistema distributivo dell’informazione stamapata; Santoro vorrebbe disintermediare questo rapporto e far dialogare direttamente le edicole del futuro con gli editori spaventati dalla digitalizzazione. È paradossale del resto che gli editori sappiano nel XXI secolo “poco o nulla di quel che avviene quando il loro prodotto [esce] dalle rotative [e] viene caricato sul camion”. Eppure è così, la carta stampata si estinguerà (e le edicole con lei) nel lungo periodo se non rinnoverà le sue modalità di approccio al lettore, che non sono scrive Santoro la stampa on-demand in due minuti del tuo quotidiano che pure si sta sperimentando.

In chiusura dell’ebook mi ha molto colpito infine l’intervista a un “edicolante visionario”di Terni, Massimo Ciarulli che afferma: “Un edicola con meno paccottiglia […] potrebbe destinare i suoi spazi per esempio a un’editoria libraria di piccolo prezzo, tipo Oscar, tipo libri a mille lire. Si presta molto meglio l’edicola della libreria per veicolare questo genere di libri a basso prezzo”. Secondo dati Demoskopea del 2002 (cit. “Rapporto sulla piccola e media editoria in Italia” di G. Peresseon) dieci anni fa esistevano 4000 librerie propriamente dette più 4500 edicole/librerie… se anche le restanti 28.500 avessero venduto libri oltre che giornali non sarebbe stato un vantaggio per la cultura nel nostro paese oltre che per l’industria editoriale? Non siamo ancora in tempo per ripensare al ruolo delle edicole come presidio culturale e democratico?

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Acquistare ebook su Feltrinelli per ereader Kobo, come si fa

    Novità per Librerie Feltrinelli ed ebook, da metà ottobre cosa cambia dopo l'accordo con Kobo

Novità per Librerie Feltrinelli ed ebook, da metà ottobre cosa cambia dopo l’accordo con Kobo

Nuovi ereader Kobo in arrivo nelle Librerie Feltrinelli a partire da lunedì 21 ottobre mentre già si scontano i modelli base come il Kobo Touch; se non lo sapevate ora ne siete a conoscenza, un accordo con Kobo di cui vi abbiamo scritto ha fatto sì che laFeltrinelli abbia adottato a partire da questo autunno gli ereader nippo-canadesi come device privilegiato per i propri utenti appassionati di lettura digitale. Anche il sito delle librerie si è aggiornato, vediamo di capire cosa è cambiato.

È ben presente in home page il rimando ai nuovi lettori; c’è anche una finestra pop-up che riporta lo slogan: “Stasera mi porto a letto tutta la Feltrinelli. Con Kobo puoi” e tre parole chiave, Scopri, Spazia e Sorprenditi. Si punta sui suggerimenti settimali di titoli, sull’assortimento e sul leggere ovunque – “anche alla luce del sole” riferito all’iPad e al suo schermo riflettente ma avrebbero forse scritto meglio “anche al buio” vista l’illuminazione integrata dei Glo e dei due Aura.

È presente una nuova pagina dedicata agli ereader Kobo, accessori compresi; sono presenti tutti i modelli tranne i tablet e il Kobo Mini. Questa sezione dopo una nostra veloce ricognizione sul sito ha fatto passare in secondo piano modelli di ereader riconducibili ad altri marchi – Trekstor, Booken e Nilox – che per adesso, ma non sappiamo fino a quando, si possono trovare solo in una sezione a parte (cliccate qui se volete vederla) fortemente scontati.

Ok, ma se io ho già un lettore Kobo e volessi acquistare un ebook? Oppure viceversa, un ereader Kobo non lo comprerò mai e voglio comprare un ebook sul sito delle Feltrinelli? Calma, calma, adesso “tel disi” come dicono a Milano. Un esempio pratico aiuta più di mille parole. Mettiamo che vogliate scaricarvi il primo capitolo di “Makers. Il ritorno dei produttori” di Chris Anderson che quelli di Rizzoli Etas hanno messo sullo store in versione gratuita.

ebook_info_laFeltrinelliSotto la sinossi dell’ebook andiamo a vedere le altre informazioni, quelle che ci servono per capire cosa stiamo andando a scaricare. Ok, in questo caso il libro digitale di Anderson è disponibile in formato epub in due versioni, sia protetto da DRM Kobo sia protetto da DRM Adobe. Lo aggiungo al carrello, confermo e vado al riepilogo dell’ordine. Adesso non mi resta che cliccare su “Vai alla cassa”. Nel frattempo ho naturalmente anche già fatto il login al sito de la Feltrinelli con nome utente e password.

A questo punto il sistema di ecommerce delle Librerie Feltrinelli riconosce la mia mail come già appartenente ai registri degli utenti Kobo e mi chiede di inserire la password relativa. Da questo momento l’account Librerie Feltrinelli e l’account Kobo saranno collegati e gli ebook acquistati sia sul sito http://www.kobobooks.it sia sul sito http://www.lafeltrinelli.it appariranno nella libreria Kobo. Sì lo so, fa un po’ 1984 di Orwell vedere apparire tutti i tuoi acquisti su una piattaforma diversa da quella dove li avete acquistati ma così è.

Login-Password-Kobo-laFeltrinelliLibreria_Kobo_LaFeltrinelliOra accedendo nella vostra area personale alla pagina I MIEI EBOOK troverete tutti i vostri libri digitali, in questo caso c’è  in fondo l’ultimo acquisto (vedi immagine sopra). Cliccando su EPUB scaricherete il file .acsm per aggiungere alla  libreria Adobe Digital Edition l’ebook che avete selezionato – se protetto da DRM – oppure direttamente il file epub. Che dire, laborioso certo ma già più vicino – si salta un passaggio – al lettore non tecnologico il sistema escogitato da Kobo/laFeltrinelli rispetto a quello Kobo/inMondadori.

Aggiornamento 05/11/2013: Sembra più difficile di quanto pensassi per un lettore in possesso di un ereader non Kobo continuare a leggere acquistando su laFeltrinelli, l’area download sembra ora esclusiva per i lettori Kobo. È necessario, a quanto leggo in questo forum di utenti Sony (cliccate qui), passare da kobobooks.it per riuscire a scaricare ebook in formato .epub e non .kepub.

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