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Case editrici digitali: goWare, da Firenze ebook originali per lettori con tablet ed ereader sottobraccio

"L'Home Page vetrina della casa editrice goWare"

“L’Home Page vetrina della casa editrice goWare”

Nei giorni scorsi ho acquistato per leggerlo sul mio Kobo un saggio breve di critica letteraria di Michele Giocondi, “Bestseller italiani. Mezzo secolo di libri di successo (1900-1945)”; è un ebook edito dalla fiorentina goWare. Anche se avevo letto di questa casa editrice digitale in occasione dell’uscita di “BenVenuti a Grillolandia” di Stefano Rizzato ed Eliano Rossi, mi era piaciuta molto la copertina, non mi ero incuriosito. Esaminando attentamente il catalogo ho trovato invece un marchio molto dinamico e interessante che non ci sta “solo” provando con gli ebook ma vuole rimanere. Grazie alla disponibilità di Mario Mancini, fondatore e animatore di goWare, ho potuto scambiare con loro quattro chiacchiere che sono diventate una breve intervista.

Un marchio editoriale digitale (goWare) con una centinaio di autori in scuderia e 150 ebook a catalogo, una rivista letteraria digitale gratuita (Mood), un blog dedicato all’economia dei contenuti digitali (ebookextra.it) di cui andare fieri… La sensazione è che l’evoluzione del mercato del libro digitale lo conosciate bene.

MM: Siamo sul mercato dei contenuti e del software per mobile dal 2008, quindi fin quasi dall’inizio e, in questi anni, abbiamo osservato almeno tre fenomeni importanti. Il primo riguarda il mercato che è cresciuto e cresce a ritmi impressionanti. Per dirti, nei primi mesi del 2013 abbiamo fatto più download di tutto il 2012. Nuove persone acquistano un tablet, un ereader o uno smartphone e scoprono che si può leggere comodamente dei libri e che questi libri sono disponibili subito, al momento stesso in cui se ne sente parlare. Poi ci sono i contenuti che stanno subendo una trasformazione profonda per sposarsi con i nuovi mezzi e servire lettori che non hanno mai messo piede in una libreria, ma che leggono e scrivono moltissimo sui social network e messaggiano contenuti. Ecco perché contenuti un tempo impresentabili come i racconti, gli articoli di analisi e inchiesta e i saggi brevi sono divenuti popolarissimi su questi mezzi. Ecco perché alcuni temi ritenuti semplicemente “banali” dall’editoria maggiore, vanno così forte.

Una domanda spinosa alla luce del mercato che ci ha descritto, vivace, in rapida ascesa ma ancora in fase embrionale almeno nel nostro paese: un primo bilancio dopo sei anni di attività? Ancora progetto/startup collaterale dell’agenzia Thèsis Contents o azienda che cammina sulle proprie gambe?

MM: È forse l’aspetto meno entusiasmante e anche più paradossale: questa enorme crescita del mercato è difficilissima da monetizzare. In genere un mercato che cresce porta risorse e ricchezza. E invece non è così. Per cui le startup unicamente digitali come goWare soffrono a fare fatturato dai contenuti e a trovare un equilibrio tra investimenti e ricavi. Per fortuna noi abbiamo Thèsis; ci vuole senz’altro qualcuno che ci metta i soldi almeno per i primi cinque anni. Poi si deve poter camminare da soli.

“Vendere i contenuti nella nuova economia è un’impresa complessa e di difficile attuazione”, parole sue, eppure voi ci state provando con goWare. Quest’anno alla CONTEC Frankfurt il blogger, scrittore e giornalista tedesco Sascha Lobo ha affermato che tuttora la “forma libro” (cartacea o digitale) è il modo migliore per diffondere le idee di persone intelligenti retribuendole, sposa questo pensiero?

MM: Sono d’accordo con Lobo.  La “forma libro” è rimasta uno degli ultimi avamposti del contenuto a pagamento, del contenuto intelligente, del contenuto che non deve prostrarsi alla pubblicità o essere un cavallo di troia per carpire informazioni da trasmettere ai costruttori dei big data. Il libro è onesto, ha un costo e chiede di essere acquistato. L’autore, se bravo, può anche sostentarsi con quest’attività. C’è ancora speranza nel libro e nel suo pronipote: l’ebook.

Sempre lei: “Scrittori di notte, imprenditori di giorno, è questo il futuro degli autopubblicati”; dedicate grande attenzione al self-publishing e contribuite a fare chiarezza sul sogno segreto di una larga parte di italiani, vivere di scrittura, affidarsi per sbarcare il lunario alla vendita di un prodotto culturale in un paese dove già gli editori tradizionali non navigano certo nell’oro, idea romantica da sfatare?

MM: L’autopubblicazione non è solo un’idea romantica o una speranza che lascerà con l’amaro in bocca; è una realtà significativa del panorama editoriale mondiale con la quale stanno facendo i conti anche gli altri soggetti di questa secolare industria: gli editori e gli agenti. L’autopubblicazione è diventata una grande risorsa per lo scouting. Non è un segreto che i direttori editoriali e gli agenti più accreditati tutte le mattine danno uno sguardo alle classifiche del Kindle Store o di Smashwords o di altri luoghi frequentati da coloro che fanno da soli per trovare la prossimo Erika Leonard, alias E.L. James. Oltre alla possibilità di autoaffermazione che prima era un puro esercizio di vanità, il self publishing è una miniera di nuovi autori per l’editoria maggiore. Ecco perché bisogna smettere di mandare i manoscritti alle case editrici e invece bisogna mandare i file epub alle librerie online. Quanto allo sbarcare il lunario il discorso sarebbe lungo, ma il primo passo di un lungo cammino è uscire allo scoperto e affidarsi con coraggio al giudizio dei lettori. Gli altri passi seguiranno. Siamo giunti a un punto di svolta tale che la responsabile di Random House ha dichiarato senza tanti preamboli “si fa prima a pubblicare che a leggere”. E allora pubblichiamo e lasciamo leggere i lettori.

Anche voi come altri, penso a 40kBooks, credete che l’editoria digitale favorisca la lettura veloce ma non per questo disimpegnata. A febbraio 2013 avete reso noto un accordo con il giornale web FIRSTonline: pubblicherete testi digitali da 20mila parole, temi d’attualità sviscerati sul formato breve da professionisti riconosciuti o esperti mai pubblicati cui date fiducia, nove mesi dopo il mercato ha risposto?

MM: Nessuno vuol dedicare un paio di giornate a leggere argomenti come la finanza, la primavera araba o la crisi dell’euro. Al  massimo si può dedicare un’oretta a capire un fenomeno del quale ci piacerebbe saperne di più di quello che si trova in un articolo del “Corriere” o dell’”Espresso”. Ecco, l’ebook breve risponde a questa esigenza di brevità coniugata con un primo approfondimento serio e documentato. Per dirti, uno scritto piuttosto impegnativo, ma sicuramente stimolante, come “Chi comanda in Italia” di Giulio Sapelli ha fatto qualche migliaio di download e continua ad essere scaricato a distanza di tempo. Chiunque può dedicare un’ora del proprio tempo a cercare di capire un fenomeno importante del proprio paese o del pianeta nel quale vive. Ma non bisogna abusare del suo tempo. L’ebook che non ha più i costi industriali del libro ha permesso rispondere a questa esigenza.

In questi giorni la Buchmesse di Francoforte dà grande visibilità all’editoria digitale (rimandiamo a un articolo di Matteo Alviti su “la Stampa”) e sempre in Germania nel 2012 gli editori hanno “risposto ad Amazon” introducendo un loro ebook reader, il Tolino; i protagonisti fino a ieri dell’editoria italiana stanno adottando una politica troppo attendistica nei confronti di app ed ebook?

MM: L’amazomachia è diventato lo sport preferito degli editori, soprattutto europei. Se tutto va a rotoli è colpa di Amazon che è senz’altro esecrabile nelle sue prassi competitive e relazionali. Amazon è però una risorsa enorme per gli editori perché sa fare quello che loro non sanno fare e non sapranno mai fare, vendere libri ed ebook sulla rete, cioè trovare il modo di portare i contenuti ai lettori che li consumano sulla rete e attraverso dispositivi elettronici che ormai sono nelle mani di oltre un miliardo di persone. Amazon capisce benissimo questo mondo ed è in grado di servirlo a dovere. Ha solo bisogno dei contenuti e questi non li ha perché li hanno gli editori e gli autori. E allora invece di combattersi e di competere perché non si prova a collaborare ognuno per la parte che riesce a fare meglio. L’economia di domani è un’economia collaborativa. Se Amazon non ci fosse, non ci sarebbero gli ebook. Gli editori si lagnano, ma si è vista un’innovazione degna di questo nome provenire da loro nell’ultimo decennio? Tutte le innovazioni sono venute dai tecnologici ed è anche normale che siano loro a dirigere l’orchestra.

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Comprare ebook in offerta, come si fa. Consigli per chi ha acquistato un lettore

"Tu mi devi sbalordire, informazioni, non importa dove o come le ottieni".

“Tu mi devi sbalordire; informazioni, non importa dove o come le ottieni”.

I libri tradizionali godono in modo saltuario di sconti in determinati periodi dell’anno. Non svelo nulla ai lettori voraci che aspettano queste occasioni come piranha. E per gli ebook come funziona? Su internet come faccio a capire quando un libro elettronico è scontato? E come si fa a prenderlo al volo? È nella nostra indole nazionale pare del resto trovare estrema soddisfazione nel dimostrarsi più scaltri degli altri, trovare il tale prodotto al 50% di sconto quando sappiamo che il collega l’ha comprato a prezzo pieno gratifica. Ecco allora dei consigli per approfittare anche voi di simili iniziative promosse o dalle case editrici o dalle piattaforme di distribuzione degli ebook in Italia. Mi rivolgo a utenti non Kindle, a chi vale a dire può caricare sul proprio lettore ebook in formato .epub o .mobi con DRM comprati “fuori” da Amazon.

Consiglio numero uno: iscrivetevi alle newsletter delle principali librerie on-line, se vi annoia ricevere le loro mail nella vostra casella di posta personale createvene una dedicata. Sono molto utili, penso soprattutto a quelle di IBS (Internet Bookshop Italia) e Bookrepublic, o a quella di Lucia, la libraia di Ultima Books. Le promozioni sugli ebook durano spesso lo spazio di una sola giornata, sovente ricorrono in occasioni di eventi particolari o anniversari; avvisati per email la mattina potrete ragionarci su tutta la giornata ed entro la mezzanotte procedere all’acquisto, sempre che nel frattempo vi siate convinti. Un ebook scontato può arrivare a costare quanto un caffè o un cappuccino quindi in genere conviene sempre (non vorrete vivere con la malinconia di non avere risparmiato 7/8 euro?).

Consiglio numero due: tenete d’occhio i social network dove sono attive le case editrici e le librerie on-line, Facebook e Twitter su tutti. Oltre a propagandare i prodotti in uscita e il catalogo, dove potrete anche interagire con loro lamentandovi dei prezzi troppo alti degli ebook se vorrete, un post o un tweet possono cambiare l’umore di una giornata annunciando un titolo tanto desiderato che da prezzo pieno passa scontato alla metà. Se venite a conoscenza così di queste promozioni l’unica scocciatura potrebbe essere rappresentata dall’esclusività. Cosa voglio dire? L’ebook dei vostri sogni potrebbe essere scontato solo sullo store indicato dalla casa editrice (da qui magari il “fastidio” di doversi registrare per un solo acquisto a quella determinata libreria) e non su tutte. In genere però un titolo viene ribassato di prezzo su più canali.

Consiglio numero tre: frequentate i siti delle case editrici. Ebbene sì, uno potrebbe dire, per quale motivo? Innanzitutto dedicano sezioni specifiche del loro sito ai titoli disponibili in ebook, quindi potrete in un solo colpo d’occhio farvi un’idea dei prezzi praticati da quell’editore; in secondo luogo, mi è capitato in almeno un paio di occasioni, trovi solo sul loro sito offerte lampo che nelle librerie on-line non trovi (attenzione: parlo di case editrici che hanno un loro sistema di ecommerce dedicato, vedi ISBN Edizioni, Fanucci ecc.). Altro vantaggio, verrete indirizzati subito allo store di riferimento – quando non è Amazon è IBS – di quella casa editrice e risparmierete così oltre al vostro denaro anche il vostro tempo.

Per incentivare la lettura digitale del resto sono rassicurato nel trovarmi d’accordo con Marco Ferrario (fondatore e CEO di Bookrepublic) che, incalzato da Salvatore Nascarella su www.sail4sales.com afferma, a mio avviso con ragione da vendere: “Occorre uscire dalla logica della standardizzazione dell’offerta e dall’appiattimento sulle promozioni uguali su tutti gli store”. Se dobbiamo ricreare nell’esperienza di acquisto digitale un brivido “analogico”, l’esclusività di cui parlavo all’inizio – trovare quel titolo a due euro su quella tale bancarella della piazza della mia città e non altrove – è importante. Far percepire al consumatore finale che gli editori (o le piattaforme) “fanno cartello” non è una modalità da consigliare a nessuno. Se le mie tre dritte non vi avessero convinto leggete anche il post di Mariangela Lecci su Finzioni.

Immagine | Wall Street (1987)

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Kobo Aura HD Cover, una recensione della custodia Deluxe di Gecko

Anche Cavour apprezza le Gecko Covers

Anche Cavour apprezza le Gecko Covers

Se vi state domandando quale cover scegliere per proteggere il vostro nuovo Kobo Aura HD vi consiglio come sempre un prodotto Gecko. Attraverso chi gestisce il sito italiano della Gecko Covers – grazie! – ho avuto modo di testare in queste settimane estive la custodia deluxe per il nuovo ereader top di gamma della Kobo, è solo una delle tre disponibili al momento per questo ereader, la meno costosa (27,95 euro), le altre sono in vera pelle (32,95 euro) e “fashion” (34,95 euro, ogni cover è originale). Spero che prima o poi producano anche la Slimfit che ritengo sia la migliore sia per il Touch sia per il Glo.

Al solito la consegna – gratuita, importante segnalarlo per un importo tutto sommato contenuto – una volta richiesto il prodotto consideratela molto veloce (la logistica è stata affidata ad Amazon che è una garanzia di puntualità, chi ordina prima delle 17 ha davvero la sensazione che, come scritto sul sito, l’ordine sia stato gestito immediatamente. Come vedete dalla foto sotto la cover è imbustata in una confezione trasparente studiata per gli espositori da negozio, pochi fronzoli a parte il logo del geco, quello che conta è la custodia che si presenta grossa quanto un tascabile date le dimensioni dell’Aura HD.

Gecko_CoverAura_01

Ho scelto la custodia nera con l’interno nero adatta alle due colorazioni scure dell’ereader, l’altra disponibile è invece bianca con l’interno azzurro per il Kobo Aura HD total white così simile ai primi dispositivi Apple. Come avevo già sperimentato con la sua equivalente per  il Glo il lettore digitale si infila da sinistra a destra, spingete un po’ senza timori se non entra facilmente, del resto il retro dell’Aura è seghettato mica liscio, è naturale che faccia resistenza. Aspetto positivo (sempre che non siate tra quelli che lo vogliono invece maneggiare “libero”): una volta a posto custodia ed ereader sono una cosa sola.

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Gli spazi lasciati liberi dalla custodia sono gli accessi per il cavo USB e la scheda di memoria MiniSD nella parte bassa e i tasti per l’accensione/spegnimento sia del lettore sia della luce nella angolo in alto a destra. La ricarica (o la sincronizzazione) del lettore digitale non è quindi ostacolata in nessun modo. Quindi non troverete elastici (come nella cover standard per il Touch e il Glo) ma rispetto a quella deluxe che ho già testato per il Kobo Glo qualche disagio in più quando andate ad accendere il dispositivo… come mai? Perché il bordo dell’Aura non è più piatto ma svasato verso il fondo (vedi foto con il tastino dell’accensione rosso).

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Lo scatto di genio questa volta i nostri amici olandesi non l’hanno infatti avuto in fase di progettazione, o probabilmente non l’hanno ritenuto necessario; l’angolo in alto a destra per questa custodia (anche a discapito di una minore protezione dell’ereader) doveva presentare, sempre a mio giudizio, badate bene, uno “scalino” lungo circa un mignolo – dal tasto per accendere la luce fino all’angolo – per far sì che le dita non incontrino (come invece accade) la sporgenza invadente della cover. Non credo di essermi spiegato al meglio ma è una cosa di cui vi accorgerete nell’uso di tutti i giorni, fidatevi.

Nell’utilizzo quotidiano la cover è a ogni modo estremamente funzionale: “morbida” come ho già scritto ma abbastanza solida da porterla gettare in borsa senza tanti pensieri (attenzione alle chiavi che potrebbero grafiare la simil pelle). Ho apprezzato in particolar modo la chiusura magnetica che Gecko ha integrato negli angoli, ottima, quando chiudete la protezione sapete che non si riaprirà accidentalmente; la custodia “aperta”, con la copertina che si ripiega sul retro, non infastidisce la lettura; rifiniture buone nell’esemplare che mi hanno inviato; funzione sleep cover ok.

Non mi resta che chiudere invitandovi al solito a procurarvi una cover per il vostro nuovo Kobo Aura HD. Anche se è una bella “bestiola” con il suo schermo da 6.9 pollici ha sempre uno schermo fragile tenetelo a mente. Qualsiasi lettore digitale abbiate acquistato per adesso ha ancora bisogno di una custodia, servono anche se mi rendo conto che è una spesa in più. Parafrasando il buon vecchio Nico Cereghini: cover ben sistemata, luce accesa, anche di giorno, e prudenza, sempre!

Immagini | lettoredigitale.com

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Aggiornamento estate 2013 software Kobo Glo 2.6.1

Firmware 2.1.6: un'interfaccia Tapestry per la Home del Kobo Glo

Firmware 2.1.6: un’interfaccia Tapestry per la Home del Kobo Glo

Tenere aggiornato il proprio Kobo Glo oppure no? Questo mese di giugno 2013 è stato rilasciato un nuovo firmware per il lettore illuminato di Mondadori e se siete indecisi se aggiornare o meno il vostro lettore forse questo post può schiarirvi le idee. C’è chi rifugge dalle novità e chi le abbraccia senza riserve, almeno per i dispositivi elettronici io appartengo alla seconda categoria. Vediamo allora cosa succede con il software 2.6.1, per l’ennesima volta cambia l’aspetto della Home Page, proprio così; ora è molto più simile a quella del Kobo Aura HD e anche all’interfaccia tapestry del tablet Kobo Arc.

Nel mosaico di riquadri che compongono la schermata principale ora avete (da sinistra): il libro in lettura con la percentuale di avanzamento e il numero di annotazioni, la data dell’ultima sincronizzazione dell’ereader, il penultimo libro letto, l’ultimo libro acquistato, le statistiche di lettura generali (numero di ebook letti e ore di lettura), gli ebook consigliati per te nella vetrina dello store e uno sguardo sulla vostra libreria. Tutte le sette “finestre” della Home – otto se consideriamo quella dell’annotazione che vi rimanda direttamente alla vostra nota – sono scorciatoie per accedere alle rispettive pagine.

In basso a sinistra allineate a bandiera rimangono le voci: Libreria (eBook, Anteprime e Scaffali), Store (Vetrina, eBook simili, Consigliati per te, Categorie, Segnalati da Kobo, Wishlist) e Reading Life (Statistiche di lettura, Premi); in alto a sinistra l’icona con la casetta che vi riporta sempre alla Home, l’ora (per circa tre secondi) e il giorno compaiono centrati in alto e le tre linee nell’angolo in alto a destra, di fianco all’indicatore di carica, permettono come sempre di accedere all’icona che conduce al menu Impostazioni del Kobo che in questo aggiornamento non ha subìto alcuna variazione.

Kobo_Glo_261_Info

Nella schermata riepilogativa che appare sfiorando le tre linee avrete come prima scelta una scorciatoia per la funzione Cerca di Kobo (presente anche in Home), potrete vale a dire fare una ricerca attraverso parole chiave o fra i vostri ebook caricati nella libreria o nel negozio on-line; sapere se e quanto state usando l’illuminazione del lettore digitale; sapere quanto in percentuale è carica la batteria, accedere alla Guida in linea, sapere se avete il Wi-Fi acceso oppure no, conoscere l’ultima sincronizzazione e infine accedere alle Impostazioni (Profilo, Luminosità, Data e ora, Lingua ecc.).

Kobo_Glo_261_Light

Riguardo alla gestione della luce – che insieme allo schermo più risoluto e al processore più potente caratterizzano il Kobo Glo rispetto al Touch – c’è stato un piccolo cambiamento, durante la lettura l’icona corrispondente non è più in basso ma in alto a destra. Toccando l’icona (attiva solamente se avrete schiacciato il tasto per attivare l’illuminazione posto sulla cornice dell’ereader) la barra virtuale per impostare l’intensità della luminosità appare ora al centro dello schermo e in orizzontale; de gustibus non est disputandum, ad alcuni dispiacerà (magari gli utilizzatori della prima ora), altri conosceranno il Glo già così 🙂

Quando accenderete il lettore non comparirà più la faccina sorridente del Kobo sullo schermo ma solo i quadrati che segnalano il caricamento del software che lo gestisce, il Glo diventa più serio. Diventa anche più austero una volta spento perché sia in standby sia spento di fianco alla copertina dell’ultimo ebook in lettura apparirà un riquadro (curiosamente simile alla grafica della collana Classici greci e latini della BUR pre 2013, non trovate?) che vi ricorda come un segnalibro virtuale quanto siete avanzati nella lettura del testo e, sempre che lo abbiate acquistato sullo store Kobo, in quanto tempo finirete di leggere l’ebook.

Kobo_Glo_261_Off

Avete fatto l’aggiornamento ma non siete per nulla soddisfatti? Intanto potete informarvi prima leggendo il thread apposito (in inglese) su www.mobileread.com di utenti che sono già passati al 2.6.1 per capire cosa è stato effettivamente migliorato e cosa no (sembra che su epub non acquistati sullo store Kobo non sia più possibile visualizzare immagini PNG, così Alberto Pettarin su http://www.ebookreaderitalia.com, anzi no, pare abbiano risolto), secondo me ad esempio evidenziare parti di testo da un po’ di aggiornamenti in qua è sempre più scomodo. Come sempre se volete rimediare a un cattivo funzionamento dovuto agli aggiornamenti software Kobo ha approntato un tutorial, lo trovate cliccando qui. Tuttavia preparatevi a perdere tutte le statistiche di lettura, segnalibri ecc. se opererete un downgrade, siete avvisati.

A proposito, Giovanni Venturi mi ha scritto ancora una settimana fa via Twitter: “Il firmware 2.1.6 ha un bug grande quanto una voragine sulle miniSD”. In pratica, come già accaduto in passato, se acquistate ereader Kobo è probabile che riscontrerete delle anomalie nel funzionamento delle schede di memoria, in genere di punto in bianco non riuscirete più ad accedere ai vostri libri elettronici caricati su di essa. Vi invito a leggere il post di Giovanni per saperne di più: “Non sincronizzare quel Kobo”. Che dire, non credo faccia piacere ai tecnici di Kobo mettere in difficoltà i loro clienti eppure finora è un problema mai del tutto risolto. Io non uso miniSD quindi non arriverò a non utilizzare più un lettore Kobo perché non me le legge; se per voi è una funzione essenziale valutate seriamente di scegliere un’altra marca!

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Il risveglio digitale di Anne Rice, tra James ed ebook la trilogia di Roquelaure si chiude dopo quindici anni

La trilogia di Anne Rice trent'anni dopo, trasformazioni editoriali nell'epoca delle Sfumature

La trilogia di Anne Rice (1983-2013), trasformazioni editoriali nell’epoca delle Sfumature

A volte le newsletter offrono spunti per scrivere post inattesi. Ho ricevuto oggi quella di IBS e mi è caduto l’occhio su una Trilogia dei sensi edita da Longanesi nella sezione ebook novità di cui sono disponibili già due titoli, “Risveglio” e “Abbandono” (“Estasi” arriverà a breve, il 18 aprile). Ho letto la trama e mi si è accesa una lampadina. Non so se ricordate ma nel 1995 e nel 1997 Sperling & Kupfer pubblicò due libri (su tre) di Anne Rice scritti sotto pseudonimo – A.N. Roquelaure – “La bella addormentata” e “Il risveglio della bella addormentata”, il terzo non vide mai la luce.

Quindici anni fa è probabile che questa trilogia scritta dall’autrice di “Intervista col vampiro” fosse troppo audace per i suoi fan italiani – abituato ai suoi immortali assetati di sangue di sicuro la storia di Bella (Beauty nell’originale), Tristano e Laurent lo era per un quindicenne come me! – e di ben tre lustri in anticipo su storie a tinte meno forti come “Cinquanta sfumature” della James. In Longanesi avranno pensato che fosse giunto il momento di recuperare i primi due titoli, il traduttore – Francesco Saba Sardi – pare lo stesso, e di dare compimento alla travagliata storia editoriale di questi tre volumi erotici.

Storia ancora più singolare se pensate che Anne Rice diede alle stampe la sua Trilogia dei sensi tra il 1983 e il 1985 quindi ciò che viene offerto alla lettrice italiana del XXI secolo da GEMS (Gruppo editoriale Mauri Spagnol) è la rivisitazione fantastica in chiave sadomasochistica – ma in stile anni Ottanta – della bella addormentata delle favole… offerta come tributo a despoti dediti all’appagamento dei sensi. Nulla viene risparmiato al trio di protagonisti che, è proprio il caso di dirlo, esplorano sia in campo eterosessuale sia omosessuale tutte le tematiche legate al sesso in un’ambientazione del resto dove è difficile pensare di fare altro (stile castello di “Histoire d’O” per capirsi).

La trilogia pornografia della Rice è anzi di fatto una “reazione” americana al libro di Pauline Réage del 1954 (potete leggere tale affermazione in un’intervista dell’anno scorso all’autrice su www.examiner.com). Negli USA i libri della Rice sono stati rilanciati nel 1999 e poi ancora nel 2012. “La regina delle tenebre torna (?) con una serie di romanzi sconvolgenti a un prezzo più che conturbante” recita lo slogan pubblicitario italiano, il prezzo del volume cartaceo è infatti in linea con le Sfumature, 14,90 euro, mentre l’ebook a 9,99 euro si rivela più caro dell’economica trilogia della James a 6,99 euro a volume.

Come è da prassi, così come in altri paesi (vedi Francia dove non a caso strizzano l’occhio a de Sade), i titoli della serie – “The Claiming of Sleeping Beauty”, “Beauty’s Punishment” e “Beauty’s Release” – sono stati interpretati per il nostro mercato e per quanto riguarda noi abbreviati: “Risveglio”, “Abbandono” e “Estasi” distinguono i tre volumi senza più fare riferimento alla fiaba (labile già nell’originale peraltro) della trilogia anni Ottanta. In questo modo a mio parere corrono il rischio di essere scambiati per YA cosa che assolutamente non sono, confido nell’esperienza dei nostri librai per una giusta collacazione dei volumi cartacei a scaffale ^___^

Le copertine italiane a una veloce ricognizione sugli altri store internazionali sono una creazione originale di Longanesi, campeggiano su sfondo nero rispettivamente un lucchetto, uno specchio, una piuma mentre i titoli sono in rosso o in viola; non è più necessario lo pseudonimo e A.N. Roquelaure viene archiviato in favore di Anne Rice (in un corpo carattere notevolmente piccolo in confronto a quello usato sulle copertine TEA dedicate ai vampiri del suo periodo d’oro, anni Novanta del XX secolo) mentre è chiaro dal numero e dalla dicitura “la trilogia dei Sensi” che si è di fronte a tre storie.

A volte le analisi più semplici sono quelle che si rivelano corrette, avrebbe mai avuto la storia di Bella, inventata dalla Rice trent’anni fa, una sua conclusione in Italia (leggi: il terzo libro tradotto e pubblicato) senza il successo planetario della coppia Anastasia e Grey di E.L. James e l’avvento delle pubblicazioni digitali? Ne dubito molto.  Com’è risaputo i due fenomeni citati prima sono legati dato che si teorizza lo sdoganamento del genere erotico di questi anni anche all’effetto occultamento dato dai libri elettronici – senza una copertina rivleatrice sarebbe meno imbarazzante leggere storie a luci rosse in metropolitana – oltre al fatto che comprandoli on-line non c’è nessun cassiere a sindacare sul tuo acquisto.

Segnalo infine una interessante ricerca apparsa a marzo su DBW a firma di Aaron Stanton “Is Fifty Shades of Grey Literally Making Romance Sexier?” che dati alla mano vuole rispondere a un quesito gustoso: Cinquanta sfumature è un “romance” o una “erotica novel”? L’ipotesi di Stanton è che la trilogia della James appartenga al genere erotico pur essendo molto più “leggero” dei libri erotici classici e che in futuro, se gli editori tenteranno di stare dietro al fenomeno Sfumature, avremo “a sexier, more ‘erotica-like’ version of romance”. E a conferma di questo in libreria intanto esce la Rice con la sua storia erotica che difficilmente potrà essere apprezzata da lettrici e lettori che della James avevano prediletto l’intreccio più che gli amplessi. Contento di sbagliarmi eh?

Immagine | La trilogia dei Sensi (Longanesi)

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Aggiornamento di San Valentino software Kobo Glo e Touch 2.4.0

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Al solito Kobo adotta una politica strana per i suoi aggiornamenti; rilasciato una settimana fa, giusto per San Valentino, solo nella giornata di ieri collegandomi wi-fi sono riuscito a scaricare l’aggiornamento software 2.4.0; rispetto ad altre volte non aspettatevi chissà quali novità, ora in sostanza è possibile 1. Archiviare ebook per liberare spazio sull’ereader e riscaricarli in qulsiasi momento non appena ne avete bisogno 2. Eliminare ebook per rimuoverli dalla libreria.

Ho provato a sfogliare un paio di ebook, anche non acquistati da Kobo, e non ho notato nulla di diverso dalla precedente versione del firmware uscita in autunno. Non c’è stato nessun stravolgimento della pagina Home – grazie al cielo –, forse un lieve miglioramento della velocità di cambio pagina (ma come già scritto potrebbe essere una mia impressione), le innovazioni si concentrano nella schermata della libreria. Se cliccate sulle tre barrette di fianco ai vostri titoli troverete una nuova voce “Archivia” e una già presente, modificata, “Elimina”.

KoboTouch240

In particolare la voce “Archivia” parcheggia, diciamo così, in remoto, a quanto ho capito, il titolo da voi selezionato informandovi su quanto spazio avete risparmiato sul dispositivo, da pochi kappa a molti mega a seconda dell’ebook, e nel caso ne aveste bisogno – ma dovete essere collegati wi-fi alla Rete – vi consente di riscaricarvelo sull’ereader con un click. Credo sia molto utile per i molti fra di voi cari lettori che hanno così tanti ebook da avere problemi di spazio. La voce “Elimina” invece cancella senza rimedi un ebook dal lettore.

KoboDesktop320

Scaricando inoltre la versione 3.2.0 di Kobo Desktop potete tenere sotto controllo i vostri ebook, sapere quali sono nell’hard disk del computer e quali solo sul dispositivo, un sistema di icone permette infine in modo intuitivo di caricare e scaricare titoli tra le due librerie e sapere quanto spazio avete occupato del vostro Kobo Mini, Touch o Glo. Aspetto anche i vostri commenti su questo aggiornamento che mi auguro non vi darà fastidi, ricordo che alcuni utenti hanno segnalato difficoltà di gestione degli ebook riguardo a titoli (parlo di visualizzazione della pagina) non acquistati via Kobo.

Foto | lettoredigitale.com

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Aggiornamento invernale software Kobo Glo e Touch 2.3.1

Su che si inizia! E non dimenticate che aggiungere un ebook per Kobo e Mondadori significa comprarlo ;-)

Su che si inizia! E non dimenticate che aggiungere un ebook per Kobo e Mondadori significa comprarlo 😉

Buon 2013 alla piccola comunità di lettori digitali che passa su questo sito! Festeggiamo con un post dedicato a un aggiornamento firmware in realtà risalente a Sant’Ambrogio che però non avevo ancora analizzato bene; tuttavia il software 2.3.1 – almeno sul Touch e il Glo che posseggo –  si è comportato così bene da essere invisibile (certo non per tutti, tra di voi c’è chi non ha trovato i dizionari, che pure ci sono ve lo assicuro; chi ha avuto noie con le micro schede SD; chi gli si è piantato l’ereader e gli è giustamente montato il nervoso).

Per la maggioranza di voi, appena usciti da una Libreria Mondadori o un Unieuro dopo aver comprato il vostro Kobo il 2.3.1 sarà in realtà il primo software che conoscerete. La home mostrerà quindi o i vostri ebook in lettura (gli ultimi cinque) oppure la “vetrina” dello store: in basso sotto le copertine troverete tre voci, da sinistra a destra Libreria, Reading Life e Sincronizza, ancora più in basso la Wishlist (il vecchio appunto su un pezzetto di carta potremmo dire) nel caso vi siate appuntati qualche ebook da comprare nei prossimi giorni.

Cliccando su “Guida in linea” (appare sulla home se cliccate le tre linee nell’angolo in alto a destra), accanto alla “Guida rapida” accessibile off-line è ora disponibile una nuova voce “Aggiungi un ebook” – ma il Kobo dovrà in questo caso essere collegato a una rete wireless – che consiste in una scorciatoia per lo Store (nulla di più, per la precisione alla lista dei primi 50 ebook in classifica, alle ultime nuove uscite oppure alla pagina del “Cerca”) nel caso vi foste dimenticati che l’obbiettivo di Kobo e Mondadori è quello di vendervi dei libri elettronici nel modo più semplice possibile ^____^

Kobo-reading-life-new

Più intrigante di tutto il resto a me è parsa l’integrazione della Reading Life (le statistiche di lettura) a piè della pagina che stiamo leggendo, fateci caso, guardate nell’angolo in basso a sinistra, vedete il numero seguito dalla percentuale? Ha sostituito l’occhiata veloce alle pagine ancora da leggere che diamo a un libro tradizionale. Ancora più interessante è l'”esploso” di questa voce, ovvero possiamo sapere quanti capitolo abbiamo divorato (tramite un grafico a colonne), i minuti ci mancano alla fine del capitolo in cui siamo immersi, quanto durerà il prossimo, quante ore ci restano prima di finire il libro.

In questo modo la lettura di un libro in quanto ora bene (e prodotto) di intrattenimento digitale assomiglia in tutto e per tutto alla progressione di gioco che possiamo avere quando siamo impegnati in un moderno videogame (dove appunto si parla di ore di gioco, quanto ci siamo stati “sopra”, quanti livelli abbiamo sbloccato quanto ancora ci rimane prima di completarlo ecc.). Emerge anche la struttura di un libro, si acquisisce cioè la consapevolezza di come è stato pensato dal suo autore: se i capitoli sono umiformi, se è diviso in parti, quanto ci “costa” in termini di tempo leggerlo.

Foto | lettoredigitale.com

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Rizzoli First, esperimenti di editoria digitale, in ebook prima che di carta

In digitale alcuni libri arrivano prima, la collana Rizzoli First ad esempio

In digitale alcuni libri arrivano prima, la collana Rizzoli First ad esempio

Esistono libri che non sono ancora disponibili in digitale? Eccome se ce ne sono, “Le liriche” di Hölderlin ad esempio che forse mai Adelphi digitalizzerà (“A dire il vero non è in programma…” twittano da Milano, via San Giovanni sul Muro 14), peccato, hanno anche una bella copertina e dal sito sembrano esaurite: poesia, 994 pagine, due caratteristiche ideali per farne un agile libro elettronico… invece no. I nuovi lettori digitali hanno solo l’imbarazzo della scelta nell’indicare le lacune nei cataloghi elettronici degli editori italiani.

C’è chi poi va in controtendenza, tipo Rizzoli, la quale ti propone  una collana di storie che prima (first) vengono immesse sul mercato digitali e solo poi vengono stampate a beneficio di chi il libro lo preferisce di carta, o mai lo acquisterebbe in formato elettronico. Lanciata a luglio 2012 (potete leggere al proposito un breve articolo sulla Stampa, lo trovate qui) cinque mesi dopo la sperimentazione sembra riuscita, tanto che un potenziale best seller – “L’amore bugiardo” di Gillian Flynn, stupendo – esce proprio per Rizzoli First.

Sempre l’altro ieri, il 20 dicembre, si è chiusa anche la pubblicazione a puntate in questa collana del libro di Guia Soncini “I mariti delle altre”; il volume – concepito come unico, infatti i capitoli sono progressivi – è stato diviso in tre parti e venduto a 1,99 euro (l’uno) nel corso di due settimane; sì, tornano alla memoria i feuilleton ottocenteschi pubblicati sui quotidiani prima di essere raccolti in volume, sì, ma i vantaggi di Rizzoli da un’operazione del genere? Difficile dirlo, certo se siete fan della Soncini fino a gennaio o digitale o nulla.

Pare averci preso gusto la casa editrice milanese perché dopo il libro della Flynn è stato messo in commercio il 20 dicembre  “La regola del silenzio” di Neil Gordon, tre settimane abbondanti prima dell’uscita in libreria del cartaceo… cosa? Vi dice qualcosa questo titolo? Sì, vi ricordate il film omonimo (titolo originale: The Company You Keep) di e con Robert Redford che ha debuttato nelle sale sempre il 20 dicembre; ottimo che in ebook il libro ci sia già, non trovate? E chissà quanti Kindle ci sono là fuori, non si sprecano venti giorni di acquisti potenziali se si può evitarlo, metti sullo scaffale elettronico il libro digitale prima del libro tradizionale!

Riassumendo: social DRM, prezzi inferiori ai dieci euro, autori italiani (Soncini, Ottaviano, Lenzi), potenziali best seller stranieri (Flynn, Gordon), Rizzoli First rappresenta un tentativo a mio parere ben riuscito da parte di una grande casa editrice di interpretare un fenomeno nuovo – il libro digitale – adattando consolidati schemi editoriali (nulla di sensazionale come abbiamo visto: il libro del film; le anticipazioni di un volume, magari a puntate; anteprime gratuite dei capitoli iniziali) ai bit immateriali che veicolano le informazioni e le storie nel XXI secolo. In bocca al lupo ai vecchi leoni.

Immagine | libreriarizzoli.corriere.it/ebook
Trailer | You Tube

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Kobo Touch Slimfit Cover, una recensione della custodia rigida di Gecko

Alcune cover come Nicholas Clay dimostra in Excalibur sono più corazzate di altre

Alcune cover come Nicholas Clay dimostra in Excalibur sono più corazzate di altre

Ho avuto modo di acquistare in un anno quattro custodie Gecko, la quinta me l’hanno regalata direttamente loro, che dire, grazie del pensiero 🙂 Adesso che l’ho provata in giro per l’Italia una settimana – l’ho immediatamente messa alla prova – posso darvi il mio parere sulla Slimfit Cover per Kobo Touch, un modello nuovo che potete trovare anche sul nuovo sito geckocovers.it tutto in italiano. Dopo la custodia nera standard per il Touch, dopo una custodia rossa Luxe per il Glo (cliccate sui link per le recensioni) può capitare che la terza sia la migliore? Sì, almeno se cercate una cover rigida e meno gradevole al tatto.

Tempi di ricezione della custodia dalla data dell’ordine via Amazon? Velocissimi come al solito, meno di una settimana. La confezione è di cartoncino leggero con una finestrella per far già intravedere la similpelle che riveste esternamente la cover. Un appunto, l’odore della Slimfit è appunto quello tipico della similpelle, può piacere o meno, comunque nell’uso va un po’ via o si può provare ad attenuare, le altre cover che ho testato non hanno invece odori particolari. La sensazione di solidità (sebbene non vi sia imbottitura) è elevata, appena collocato il Touch nella cover, basta “incastrarlo” all’interno, lo si percepisce al sicuro.

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Ho scelto un’altra custodia nera con l’interno nero come la standard che già ho. Il Touch non è più fissato ai quattro angoli ma a tutta la cornice, “a pressione” praticamente come vi accennavo prima, questo rende sia più sicuro l’alloggiamento (“non se move” come direbbero a Roma) sia più difficile la rimozione (nel caso foste abituati a maneggiarlo senza custodia). La parte frontale e posteriore rigide della cover ti fanno passare le paure, vuoi gettare il Kobo Touch nella borsa senza nemmeno guardarci dentro? Puoi. Hai lo zaino pieno di pacchetti natalizi dagli spigoli insidiosi? Nessun problema, via dentro, certo la similpelle si sciupa se la strapazzate quindi fate più attenzione di me!

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La cover durante questa settimana si è comportata bene in viaggio come a casa: è a tutti gli effetti più magra, vale a dire più invisibile della Standard e della Luxe, sarà che pesa poco ed è molto aderente al dispositivo ti “scordi” che c’è; come la Luxe è più pratica per l’accensione/spegnimento della standard perché come chiaramente visibile dalle foto è stato intenzionalmente lasciato libero l’angolo in alto a destra per un utilizzo pratico del tasto on/off. La chiusura avviene come per la Luxe tramite una clip stavolta non a pressione ma a chiusura magnetica che rende a tutti gli effetti meno ingombrante  la parte posteriore della cover (aspetto secondo me dolente della Luxe).

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Come le precedenti non mi sono cimentato in esperimenti distruttivi con la cover, insomma non l’ho fatta cadere intenzionalmente; sebbene la ritenga la migliore tra quelle da me provate (sopra a confronto nella seconda immagine la Slimfit sx e la Standard dx) è anche quella che mi dà meno fiducia per quanto riguarda l’assorbimento di forti urti – tanto è rigida quanto ha poca imbottitura –, mi viene cioè da pensare che sebbene corazzata uno shock da caduta al Kobo Touch al suo interno posso risparmiarglielo. Nessun problema invece per quanto riguarda il metterlo in borsa e/o in valigia, da questo punto di vista l’ho fatto con zero pensieri rispetto alla Standard e alla Luxe.

A giudicare dalle visite che fate su questo sito state aumentando cari lettori digitali, ne sono contento. Se siete in cerca di capire qual è la cover più adatta al vostro nuovo lettore – Kobo o non Kobo non importa – sappiate che con Gecko mi sono sempre trovato bene; faccio ora un riepilogo dei costi perché almeno ottanta euro li avete già spesi per prendervi l’ereader. Se la Standard costa 19,95 euro, la Luxe 24,95 euro, la Slimfit raggiunge i 27,95 euro, spedizione via Amazon se acquistate dal sito. Il mio Kobo Touch è sopravvissuto alla metro di Roma, a Trenitalia e a numerose altre insidie, raccontatemi dove lo avete portato voi con la vostra Slimfit!

Immagine | Excalibur (1981)

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Kobo Touch Cover, una recensione della custodia standard di Gecko

Gecko Cover standard, look total black

Una cover standard per Kobo, un anno fa ho scelto Gecko (geckocovers.com). Mi avete sollecitato questo post che in fondo avrei dovuto scrivere mesi or sono, quando ho comprato una custodia nera standard per il Touch nell’ottobre 2011. Mi ha servito bene e inoltre costa appena cinque euro in meno rispetto alle cover luxe rossa che ho acquistato di recente per un nuovo arrivato, il Kobo Glo, versione potenziata del Touch (parlo della risoluzione dello schermo e del processore) oltre che dotata di illuminazione. Siete in dubbio su quale prendere tra i due? Il Glo è il vostro lettore per Natale 2012.

Dicevamo delle custodie Gecko, questa azienda dei Paesi Bassi produce cover per diversi lettori di libri digitali quindi un giro sul loro sito potete farlo anche se non avete un Kobo, ci mancherebbe; gli articoli che vi piacciono si acquistano con la carta di credito e arrivano via posta senza spese di spedizione. La cover standard per Kobo assicura l’ereader su quattro angoli, i due superiori tramite elastici che permettono con agilità di mettere e togliere il lettore. La sensazione di stabilità è molto buona, potete dei cari vecchi elastici, anche la chiusura stile Moleskine funziona bene, si è solo un po’ allentata negli ultimi mesi.

Rispetto alla cover luxe rossa con l’interno nero che ho preso per il Glo cosa cambia? Il Kobo è meno protetto dagli urti in generale. Attenzione, in generale. Una volta infatti ho fatto cadere il Kobo da un metro di altezza sull’asfalto e il suo angolo destro superiore si è un po’ schiacciato all’impatto. La stessa cosa potrebbe capitare con la versione luxe dove ugualmente quell’angolo è scoperto. In alto a destra c’è il pulsante di accensione/spegnimento dei lettori Kobo (tenetelo a mente perché ne riparlerò) quindi c’è poco da fare, deve rimanere “libero” per consentire all’utente di gestirlo.

Nell’utilizzo la cover standard è più spartana e meno effetto peluche della versione di lusso, (difficile da spiegare, pare avere meno materiale fra le mani ma forse è una suggestione) e soprattutto ha un punto debole. Qual è? L’elastico che imparerete a non usare mai, quello in altro a destra che va a coprire il tasto di accensione/spegnimento, mi auguro che le immagini qui sotto vi chiariscano le idee. La cover standard per forza di cose sarà usata a 3/4 – con il Touch o il Glo è uguale – perché quella levetta, con la quale si accende e si spegne il lettore, si usa troppo di frequente.

Certo che l’elastico di chiusura della cover oltre che fare molto “cartellina da scuola” è meno ingombrante della clip di cui è dotata le versione luxe… In una ipotetica gara di ergonomia tra le due, dico il mio parere, non voglio essere depositario di verità assolute, vincerebbe la standard: nell’utilizzo comune durante la lettura è fantastica, pare di non averla e allo stesso tempo se dovete “chiudere il libro” e rimettere il Kobo in borsa o nello zaino è un attimo. La luxe è un po’ più ingombrante da questo punto di vista, ti fai più problemi a strapazzarla, almeno, per ora per me è così 😉

Tra 19,95 euro (standard) e 24,95 euro (luxe) non so che cosa dirvi, sia la versione semplice sia la versione lusso hanno pregi e difetti. Ecco, posso dirvi che sono custodie e non “buste” dove infilare l’ereader quindi renderanno per forza il vostre lettore digitale più grande di quello che pensavate in un primo momento (si gioca tanto sulla portabilità e la leggerezza ma vi renderete conto che una protezione per lo schermo serve), a ogni modo anche così nella tasca di un cappotto ci entrano senza problemi. E come ho chiuso anche l’altra recensione, non esitate, portate il vostro Kobo in giro!

Immagini | lettoredigitale.com

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