Acquistare ebook su Feltrinelli per ereader Kobo, come si fa

    Novità per Librerie Feltrinelli ed ebook, da metà ottobre cosa cambia dopo l'accordo con Kobo

Novità per Librerie Feltrinelli ed ebook, da metà ottobre cosa cambia dopo l’accordo con Kobo

Nuovi ereader Kobo in arrivo nelle Librerie Feltrinelli a partire da lunedì 21 ottobre mentre già si scontano i modelli base come il Kobo Touch; se non lo sapevate ora ne siete a conoscenza, un accordo con Kobo di cui vi abbiamo scritto ha fatto sì che laFeltrinelli abbia adottato a partire da questo autunno gli ereader nippo-canadesi come device privilegiato per i propri utenti appassionati di lettura digitale. Anche il sito delle librerie si è aggiornato, vediamo di capire cosa è cambiato.

È ben presente in home page il rimando ai nuovi lettori; c’è anche una finestra pop-up che riporta lo slogan: “Stasera mi porto a letto tutta la Feltrinelli. Con Kobo puoi” e tre parole chiave, Scopri, Spazia e Sorprenditi. Si punta sui suggerimenti settimali di titoli, sull’assortimento e sul leggere ovunque – “anche alla luce del sole” riferito all’iPad e al suo schermo riflettente ma avrebbero forse scritto meglio “anche al buio” vista l’illuminazione integrata dei Glo e dei due Aura.

È presente una nuova pagina dedicata agli ereader Kobo, accessori compresi; sono presenti tutti i modelli tranne i tablet e il Kobo Mini. Questa sezione dopo una nostra veloce ricognizione sul sito ha fatto passare in secondo piano modelli di ereader riconducibili ad altri marchi – Trekstor, Booken e Nilox – che per adesso, ma non sappiamo fino a quando, si possono trovare solo in una sezione a parte (cliccate qui se volete vederla) fortemente scontati.

Ok, ma se io ho già un lettore Kobo e volessi acquistare un ebook? Oppure viceversa, un ereader Kobo non lo comprerò mai e voglio comprare un ebook sul sito delle Feltrinelli? Calma, calma, adesso “tel disi” come dicono a Milano. Un esempio pratico aiuta più di mille parole. Mettiamo che vogliate scaricarvi il primo capitolo di “Makers. Il ritorno dei produttori” di Chris Anderson che quelli di Rizzoli Etas hanno messo sullo store in versione gratuita.

ebook_info_laFeltrinelliSotto la sinossi dell’ebook andiamo a vedere le altre informazioni, quelle che ci servono per capire cosa stiamo andando a scaricare. Ok, in questo caso il libro digitale di Anderson è disponibile in formato epub in due versioni, sia protetto da DRM Kobo sia protetto da DRM Adobe. Lo aggiungo al carrello, confermo e vado al riepilogo dell’ordine. Adesso non mi resta che cliccare su “Vai alla cassa”. Nel frattempo ho naturalmente anche già fatto il login al sito de la Feltrinelli con nome utente e password.

A questo punto il sistema di ecommerce delle Librerie Feltrinelli riconosce la mia mail come già appartenente ai registri degli utenti Kobo e mi chiede di inserire la password relativa. Da questo momento l’account Librerie Feltrinelli e l’account Kobo saranno collegati e gli ebook acquistati sia sul sito http://www.kobobooks.it sia sul sito http://www.lafeltrinelli.it appariranno nella libreria Kobo. Sì lo so, fa un po’ 1984 di Orwell vedere apparire tutti i tuoi acquisti su una piattaforma diversa da quella dove li avete acquistati ma così è.

Login-Password-Kobo-laFeltrinelliLibreria_Kobo_LaFeltrinelliOra accedendo nella vostra area personale alla pagina I MIEI EBOOK troverete tutti i vostri libri digitali, in questo caso c’è  in fondo l’ultimo acquisto (vedi immagine sopra). Cliccando su EPUB scaricherete il file .acsm per aggiungere alla  libreria Adobe Digital Edition l’ebook che avete selezionato – se protetto da DRM – oppure direttamente il file epub. Che dire, laborioso certo ma già più vicino – si salta un passaggio – al lettore non tecnologico il sistema escogitato da Kobo/laFeltrinelli rispetto a quello Kobo/inMondadori.

Aggiornamento 05/11/2013: Sembra più difficile di quanto pensassi per un lettore in possesso di un ereader non Kobo continuare a leggere acquistando su laFeltrinelli, l’area download sembra ora esclusiva per i lettori Kobo. È necessario, a quanto leggo in questo forum di utenti Sony (cliccate qui), passare da kobobooks.it per riuscire a scaricare ebook in formato .epub e non .kepub.

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Kobo alla campagna d’Italia, quali ereader troveremo in libreria?

Come ci ha insegnato Douglas Adams: "Niente panico". Anche se i venditori di ebook reader bussano alla porta

“Niente panico”, anche se i venditori di ebook reader bussano alla porta

Queste poche righe nascono dalla lettura del breve post di Antonio Tombolini intitolato “Anche Feltrinelli abdica nel digitale a Kobo, chi è il prossimo?”. È cosa nota, Librerie Feltrinelli da metà ottobre 2013 distribuirà i lettori digitali Kobo nei propri punti vendita, trovate su questo blog un’intervista all’ufficio stampa de laFeltrinelli dove provo anch’io a capirci di più su come funzionerà questo accordo.

Tombolini conclude il post con la domanda “Cosa farà Internet Bookshop Italia?”, forse retorica dato che IBS (che possiede anche Libraccio) ha sì aperto negli ultimi anni dieci librerie a proprio marchio ma è essenzialmente una libreria on-line e dunque; o l’azienda condotta da Mauro Zerbini – amministratore delegato di IBS, qui un video per conoscerlo meglio via Largo Consumo – si farà comprare o continuerà per la sua strada alla Amazon e tenterà di imporre, almeno ai suoi utenti più affezionati, il proprio lettore digitale Leggo.

Piuttosto c’è da chiedersi cosa faranno Arion, Librerie Coop, ElleDici, Giunti, Guida e San Paolo/Paoline, Ubik (mi rifaccio in parte all’elenco stilato da Michele Rak in “Mercato e romanzo. Generi, accessi, quantità”, 2007) – ovvero le catene di librerie fisiche con più di dieci punti vendita in Italia – ancora prive di accordi con un produttore di ereader internazionale. Quel che è sicuro è che l’espansione di Kobo in Europa continua, vedi Spagna (accordo con la catena La Central) e chissà, forse l’anno prossimo, Russia…

Tuttavia, perché anche se stiamo abdicando allo straniero (?) è meglio trovare un ebook reader in libreria che non trovarlo? Perché un ebook reader è fatto per leggere e in quanto tale è già di per sé un incentivo alla lettura. Ora, non so se abbiate mai fatto esperienza di un lettore digitale in un negozio di elettronica. È sconcertante. Spesso sono nascosti dalle parti delle stampanti e se esposti sono invece non configurati, tanto che è impossibile farsi un’idea del loro funzionamento.

Se i libri nella GDO (Grande Distribuzione Organizzata) si “vendono da soli” – sono sullo scaffale, assortimento non certo vasto quanto quello di una libreria normale ma sufficiente, li sfogli, guardi il prezzo e se ti convince lo porti a casa – vendere ebook, e soprattutto lettori digitali, richiede uno sforzo in più che al momento non mi sembra sia la priorità per i megastore come MediaWorld – felice di sbagliarmi se qualcuno avesse la bontà di commentare questo post.

In un mondo ideale (e a volte capita anche nella nostra imperfetta realtà, vedi nel Milanese con il CSBNO, il Consorzio Sistema Bibliotecario Nord Ovest ma potrei fare altri esempi) ci insegnerebbero in biblioteca sin da piccoli a usare un ebook reader ma, dato che siamo un popolo che ama i centri commerciali più di quelli culturali, non è forse un male trovare in negozio – di libri, nello specifico – chi ci sappia dare una mano ad accostarci agli ebook senza timori, come avviene oggi nelle librerie Mondadori e Feltrinelli.

Immagine | The Hitchhiker Guide to the Galaxy

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Kobo e Librerie Feltrinelli, ebook reader e libri digitali sempre più vicini al lettore italiano

Da ottobre 2013 nelle Librerie Feltrinelli in vendita gli ebook reader Kobo, nella foto la vetrina della nuova RED di Milano

Da ottobre nelle Feltrinelli in vendita gli  ereader Kobo, in alto la vetrina della nuova RED di Milano

Quattro anni fa Stefano Sardo, direttore generale di laFeltrinelli, in un’intervista ad iBuk Informazioni Editoriali riassumeva in modo efficace il punto cruciale rappresentato dall’affacciarsi degli ebook sui mercati extra-USA: “Come impostare il business [del libro elettronico] in Italia e in Europa?”. Secondo le stime dell’AIE appena diffuse nel 2012 il mercato italiano degli ebook si è intanto attestato intorno a un 1,8% e 2%, percentuali forse destinate a raddoppiare entro fine 2013.

A contribuire a questa crescita la maggiore facilità di reperire device dedicati alla lettura digitale anche in seguito all’accordo stipulato da Kobo e Mondadori per distribuire nelle librerie del gruppo di Segrate gli ereader dell’azienda nippo-canadese nel corso dell’anno scorso. A ottobre 2013 laFeltrinelli annuncia a sorpresa di aver siglato un analogo patto con Kobo (qui trovate il comunicato). Lavorando per la casa editrice mi è venuto spontaneo chiedere a Paolo Soraci, capo ufficio stampa laFeltrinelli di dare ai lettori qualche informazione in più.

Presso le librerie laFeltrinelli è sempre stato possibile acquistare ereader tuttavia non abbiamo memoria di “un’esposizione dedicata di grande impatto e visibilità” come abbiamo letto a riguardo della partnership con Kobo, cosa troverà il cliente nei punti vendita del gruppo? Materiale informativo, corner e personale ad hoc?

La partership laFeltrinelli Kobo avrà un lancio fortemente visibile nel circuito Feltrinelli. I nostri clienti troveranno in libreria un’area dedicata alla lettura digitale dove poter provare il line up di Kobo (device + accessori). Allo stesso tempo, i nostri addetti alla vendita sono stati formati al fine di rispondere a qualsiasi domanda inerente il nuovo modo di lettura proposto da laFeltrinelli e Kobo. Infatti i clienti potranno richiedere l’attivazione dei device direttamente in negozio, utilizzando i dati del proprio profilo Feltrinelli.

Mondadori insieme all'”ereading experience” a firma Kobo ha lanciato un nuovo ecosistema multicanale che riunisce tutto il loro mondo retail: inMondadori. L’ecommerce laFeltrinelli, il “mondo Feltrinelli”, ci sembra già funzionare a dovere; per quanto riguarda l’acquisto di ebook da questo ottobre l’utente verrà semplicemente reindirizzato su kobobooks.it o rimarrà tutto invariato?

La partership che Feltrinelli ha siglato con Kobo presenta delle differenze notevoli rispetto alla partnership con Mondadori. Infatti l’utente accendendo il device potrà registrarsi sin da subito con il proprio account Feltrinelli, creato in passato attraverso la “carta più” o attraverso la “registrazione al sito”. In questo modo l’utente, se aveva già acquistato su Feltrinelli.it e aveva una propria library, ritroverà questa stessa library sul proprio device. Anche sul sito di Kobo l’utente potrà loggarsi con le credenziali Feltrinelli. Sul sito di Feltrinelli non cambierà nulla, l’utente continuerà a comprare da Feltrinelli e vedrà solo Feltrinelli, ma a differenza della situazione attuale avrà a disposizione 3,5 milioni di titoli (contro i 65.000 attuali) e potrà giovarsi di un validissimo sistema di raccomandazioni basato sulla tecnologia di Kobo integrata dalla competenza di Feltrinelli.

Cinque ereader e quattro tablet reperibili in tutti i principali negozi di elettronica e nella maggioranza delle librerie di catena italiane… Kobo potrebbe diventare l’ereader preferito per i nuovi lettori di libri digitali che non conoscono o non vogliono gli ereader Kindle di Amazon; laFeltrinelli alla luce di questo accordo vede dunque il mercato del libro tradizionale e quello degli ebook come complementari?

Assolutamente “sì”. I mercati dovranno convivere. Quello che spingerà un lettore verso un formato piuttosto che un altro non sarà tanto il formato stesso quanto “l’occasione di lettura” (mezzi pubblici, tempo libero, relax, spiaggia ecc.). Kobo presenta sicuramente gli ereader migliori sul mercato e una gamma tale da poter accontentare davvero tutti. L’ultimo nato della famiglia, il Kobo Aura, è il prodotto perfetto per gli appassionati della tecnologia e del design. Il claim “bello come un tablet” spiega tutto, tecnologia e design senza dimenticare i plus di un ereader classico,  che permette di leggere gradevolmente in ogni situazione.

Kobo anche se protegge gli ebook comprati sul proprio store con un DRM consente inoltre rispetto ad Amazon di poter acquistare ebook in formato epub dove si vuole e poterli caricare sul lettore…

Esattamente, Kobo, a differenza di Kindle, è un sistema aperto. Feltrinelli si è sempre distinta per un messaggio: “la lettura dev’essere per tutti”, crediamo che i sistemi aperti siano l’unica soluzione per diffondere la lettura e la cultura in modo democratico e libero. Cosa vuol dire sistema aperto? Vuol dire che non si obbliga l’utente a comprare in un negozio specifico, ma gli utenti hanno la possibilità di comprare ovunque e caricare i propri libri all’interno del device. Feltrinelli da sempre promuove la diffusione della cultura a prescindere dal “dove”.

LaFeltrinelli pur in una situazione difficilissima per il mercato librario tenta strade inedite per affrontare l’attuale contrazione della domanda di beni culturali: l’apertura di punti vendita in luoghi strategici – le Feltrinelli Express – e di librerie dalla formula innovativa (pensiamo alla RED di piazza Gae Aulenti a Milano); l’adozione degli ereader Kobo rientra in queste risposte alla crisi?

Nel caso di Kobo si dovrebbe parlare di cambio di abitudini. Siamo nell’era digitale, il mercato degli ebook non è in crisi, anzi è un settore che presenta tassi di crescita a tre cifre, quindi non credo che l’adozione delle Librerie Feltrinelli di questo dispositivo sia una risposta alla crisi ma piuttosto un venire incontro alle esigenze dei nostri lettori più giovani e di quelli che hanno già adesso una maggiore cultura digitale e insieme al libro leggono gli ebook.

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Case editrici digitali: goWare, da Firenze ebook originali per lettori con tablet ed ereader sottobraccio

"L'Home Page vetrina della casa editrice goWare"

“L’Home Page vetrina della casa editrice goWare”

Nei giorni scorsi ho acquistato per leggerlo sul mio Kobo un saggio breve di critica letteraria di Michele Giocondi, “Bestseller italiani. Mezzo secolo di libri di successo (1900-1945)”; è un ebook edito dalla fiorentina goWare. Anche se avevo letto di questa casa editrice digitale in occasione dell’uscita di “BenVenuti a Grillolandia” di Stefano Rizzato ed Eliano Rossi, mi era piaciuta molto la copertina, non mi ero incuriosito. Esaminando attentamente il catalogo ho trovato invece un marchio molto dinamico e interessante che non ci sta “solo” provando con gli ebook ma vuole rimanere. Grazie alla disponibilità di Mario Mancini, fondatore e animatore di goWare, ho potuto scambiare con loro quattro chiacchiere che sono diventate una breve intervista.

Un marchio editoriale digitale (goWare) con una centinaio di autori in scuderia e 150 ebook a catalogo, una rivista letteraria digitale gratuita (Mood), un blog dedicato all’economia dei contenuti digitali (ebookextra.it) di cui andare fieri… La sensazione è che l’evoluzione del mercato del libro digitale lo conosciate bene.

MM: Siamo sul mercato dei contenuti e del software per mobile dal 2008, quindi fin quasi dall’inizio e, in questi anni, abbiamo osservato almeno tre fenomeni importanti. Il primo riguarda il mercato che è cresciuto e cresce a ritmi impressionanti. Per dirti, nei primi mesi del 2013 abbiamo fatto più download di tutto il 2012. Nuove persone acquistano un tablet, un ereader o uno smartphone e scoprono che si può leggere comodamente dei libri e che questi libri sono disponibili subito, al momento stesso in cui se ne sente parlare. Poi ci sono i contenuti che stanno subendo una trasformazione profonda per sposarsi con i nuovi mezzi e servire lettori che non hanno mai messo piede in una libreria, ma che leggono e scrivono moltissimo sui social network e messaggiano contenuti. Ecco perché contenuti un tempo impresentabili come i racconti, gli articoli di analisi e inchiesta e i saggi brevi sono divenuti popolarissimi su questi mezzi. Ecco perché alcuni temi ritenuti semplicemente “banali” dall’editoria maggiore, vanno così forte.

Una domanda spinosa alla luce del mercato che ci ha descritto, vivace, in rapida ascesa ma ancora in fase embrionale almeno nel nostro paese: un primo bilancio dopo sei anni di attività? Ancora progetto/startup collaterale dell’agenzia Thèsis Contents o azienda che cammina sulle proprie gambe?

MM: È forse l’aspetto meno entusiasmante e anche più paradossale: questa enorme crescita del mercato è difficilissima da monetizzare. In genere un mercato che cresce porta risorse e ricchezza. E invece non è così. Per cui le startup unicamente digitali come goWare soffrono a fare fatturato dai contenuti e a trovare un equilibrio tra investimenti e ricavi. Per fortuna noi abbiamo Thèsis; ci vuole senz’altro qualcuno che ci metta i soldi almeno per i primi cinque anni. Poi si deve poter camminare da soli.

“Vendere i contenuti nella nuova economia è un’impresa complessa e di difficile attuazione”, parole sue, eppure voi ci state provando con goWare. Quest’anno alla CONTEC Frankfurt il blogger, scrittore e giornalista tedesco Sascha Lobo ha affermato che tuttora la “forma libro” (cartacea o digitale) è il modo migliore per diffondere le idee di persone intelligenti retribuendole, sposa questo pensiero?

MM: Sono d’accordo con Lobo.  La “forma libro” è rimasta uno degli ultimi avamposti del contenuto a pagamento, del contenuto intelligente, del contenuto che non deve prostrarsi alla pubblicità o essere un cavallo di troia per carpire informazioni da trasmettere ai costruttori dei big data. Il libro è onesto, ha un costo e chiede di essere acquistato. L’autore, se bravo, può anche sostentarsi con quest’attività. C’è ancora speranza nel libro e nel suo pronipote: l’ebook.

Sempre lei: “Scrittori di notte, imprenditori di giorno, è questo il futuro degli autopubblicati”; dedicate grande attenzione al self-publishing e contribuite a fare chiarezza sul sogno segreto di una larga parte di italiani, vivere di scrittura, affidarsi per sbarcare il lunario alla vendita di un prodotto culturale in un paese dove già gli editori tradizionali non navigano certo nell’oro, idea romantica da sfatare?

MM: L’autopubblicazione non è solo un’idea romantica o una speranza che lascerà con l’amaro in bocca; è una realtà significativa del panorama editoriale mondiale con la quale stanno facendo i conti anche gli altri soggetti di questa secolare industria: gli editori e gli agenti. L’autopubblicazione è diventata una grande risorsa per lo scouting. Non è un segreto che i direttori editoriali e gli agenti più accreditati tutte le mattine danno uno sguardo alle classifiche del Kindle Store o di Smashwords o di altri luoghi frequentati da coloro che fanno da soli per trovare la prossimo Erika Leonard, alias E.L. James. Oltre alla possibilità di autoaffermazione che prima era un puro esercizio di vanità, il self publishing è una miniera di nuovi autori per l’editoria maggiore. Ecco perché bisogna smettere di mandare i manoscritti alle case editrici e invece bisogna mandare i file epub alle librerie online. Quanto allo sbarcare il lunario il discorso sarebbe lungo, ma il primo passo di un lungo cammino è uscire allo scoperto e affidarsi con coraggio al giudizio dei lettori. Gli altri passi seguiranno. Siamo giunti a un punto di svolta tale che la responsabile di Random House ha dichiarato senza tanti preamboli “si fa prima a pubblicare che a leggere”. E allora pubblichiamo e lasciamo leggere i lettori.

Anche voi come altri, penso a 40kBooks, credete che l’editoria digitale favorisca la lettura veloce ma non per questo disimpegnata. A febbraio 2013 avete reso noto un accordo con il giornale web FIRSTonline: pubblicherete testi digitali da 20mila parole, temi d’attualità sviscerati sul formato breve da professionisti riconosciuti o esperti mai pubblicati cui date fiducia, nove mesi dopo il mercato ha risposto?

MM: Nessuno vuol dedicare un paio di giornate a leggere argomenti come la finanza, la primavera araba o la crisi dell’euro. Al  massimo si può dedicare un’oretta a capire un fenomeno del quale ci piacerebbe saperne di più di quello che si trova in un articolo del “Corriere” o dell’”Espresso”. Ecco, l’ebook breve risponde a questa esigenza di brevità coniugata con un primo approfondimento serio e documentato. Per dirti, uno scritto piuttosto impegnativo, ma sicuramente stimolante, come “Chi comanda in Italia” di Giulio Sapelli ha fatto qualche migliaio di download e continua ad essere scaricato a distanza di tempo. Chiunque può dedicare un’ora del proprio tempo a cercare di capire un fenomeno importante del proprio paese o del pianeta nel quale vive. Ma non bisogna abusare del suo tempo. L’ebook che non ha più i costi industriali del libro ha permesso rispondere a questa esigenza.

In questi giorni la Buchmesse di Francoforte dà grande visibilità all’editoria digitale (rimandiamo a un articolo di Matteo Alviti su “la Stampa”) e sempre in Germania nel 2012 gli editori hanno “risposto ad Amazon” introducendo un loro ebook reader, il Tolino; i protagonisti fino a ieri dell’editoria italiana stanno adottando una politica troppo attendistica nei confronti di app ed ebook?

MM: L’amazomachia è diventato lo sport preferito degli editori, soprattutto europei. Se tutto va a rotoli è colpa di Amazon che è senz’altro esecrabile nelle sue prassi competitive e relazionali. Amazon è però una risorsa enorme per gli editori perché sa fare quello che loro non sanno fare e non sapranno mai fare, vendere libri ed ebook sulla rete, cioè trovare il modo di portare i contenuti ai lettori che li consumano sulla rete e attraverso dispositivi elettronici che ormai sono nelle mani di oltre un miliardo di persone. Amazon capisce benissimo questo mondo ed è in grado di servirlo a dovere. Ha solo bisogno dei contenuti e questi non li ha perché li hanno gli editori e gli autori. E allora invece di combattersi e di competere perché non si prova a collaborare ognuno per la parte che riesce a fare meglio. L’economia di domani è un’economia collaborativa. Se Amazon non ci fosse, non ci sarebbero gli ebook. Gli editori si lagnano, ma si è vista un’innovazione degna di questo nome provenire da loro nell’ultimo decennio? Tutte le innovazioni sono venute dai tecnologici ed è anche normale che siano loro a dirigere l’orchestra.

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Richard Brautigan, Una donna senza fortuna, fondamentalmente odio viaggiare

Una donna senza fortuna di Richard Brautigan

Una donna senza fortuna di Richard Brautigan

Una donna senza fortuna di Richard Brautigan
Traduzione di Enrico Monti
ISBN Edizioni, 2012, 8,99€ (preso in offerta a 0,99€)
Reading Life: 15 minuti ogni sessione, 3.4 ore di lettura, 269 pagine girate, 1.4 media pagine per minuto

«Sono rimasto a fissare il telefono, tradito ancora una volta da questo strano strumento così staccatto dalla natura. Non ho mai visto niente in natura che assomigli a un telefono. Nuvole, fiori, rocce, non ce n’è uno che assomigli a un telefono».

Ricordo ancora come ho scoperto gli Smiths, è stato per merito di un compagno di università più grande di me, simpatico, una conoscenza durata lo spazio di un corso; un pomeriggio dopo lezione da Ricordi (forse? o un altro megastore di musica di Milano), «Davvero non hai mai sentito “The Queen Is Dead”?», comprato, ascoltato mille volte, ora tra i miei album preferiti di sempre. Con Brautigan uguale, un tweet di una lettrice di cui mi fido ma che non ho visto che due volte a Milano, un veloce giro sul sito di ISBN Edizioni e paf, adesso dello stesso autore ho comprato anche L’aborto: una storia romanticaPesca alla trota in America; certo la promozione permanente (?) su questi tre ebook dei ragazzi di via Conca del Naviglio aiuta (tra tutti e tre ho speso meno di una birra media, cinque euro).

“Una donna senza fortuna” è uno scritto che è stato prima un quaderno di 160 pagine acquistato per 2,50 dollari in una libreria giapponese il 30 gennaio 1982, giorno in cui l’autore, deciso a non arrivare ai cinquanta e, ahinoi, c’è riuscito complice un colpo di pistola, compiva 47 anni. Nonostante Brautigan si dichiari sin da subito un pessimo viaggiatore il suo quaderno lo ha accompagnato per sette mesi di peregrinazioni tra le Hawaii e il Montana, quindi potreste amarlo come quaderno di viaggio, tuttavia arrivati in fondo, consci del fatto che probabilmente così come è stato scritto questo testo ci è arrivato – “Una donna senza fortuna” è stato pubblicato postumo in francese (!) nel 1994 – penso converrete con me che un proiettile di 44 Magnum nel 1984 ci ha privato di uno scrittore di talento, uno di quelli che dici, ah, se si fosse impegnato davvero…

Le invenzioni di Brautigan, le immagini che riesce a proiettarti nella mente con la sua prosa, ancora di più se pensiamo che la sua inventiva non paga dazio a nulla che sia posteriore agli anni Ottanta per forza di cose, le ho trovate fenomenali; certo, sono anche concetti e ragionamenti di uno scrittore che proprio a suo agio con se stesso non doveva stare, testimonianza di un “approccio obliquo e grottesco alla realtà” scrive nell’introduzione il suo traduttore italiano Enrico Monti (su lettera.com trovate una sua intervista a firma di Marco Montanaro) che spiazza e diverte prima e rende malinconici poi. Ad accompagnare tanta fantasia le questioni basilari del cuore semplice dell’autore – l’incontro con una donna, il conoscersi, l’amarsi, il lasciarsi – che non poteva “permettersi il lusso di una vita sentimentale complicata”.

In “Una donna senza fortuna” troverete palazzi in fiamme e un cimitero giapponese alle Hawaii, sull’isola di Maui, e i prati e temporali del Montana dalle parti del Parco di Yellowstone, una Chicago dove era meglio non parlare dei susini in fiore a febbraio a San Francisco, riscoprirete una California che è entrata nel mito, quella dove si spegnavano gli eco della controcultura hippie e iniziava la californication. Ci sono tanti ricordi e molto alcol, anche lacrime e personaggi fragili che si aiutano l’un l’altro, o muoiono come la donna del titolo. E adesso sono davvero curioso di leggere altro di questo autore semplice ma non semplice che Einaudi prima e Marcos y Marcos poi non hanno avuto fortuna a lanciare nel nostro paese, chissà che ISBN Edizioni non abbia indovinato il momento giusto.

Decidete voi, io Brautigan non lo mollo più, anche nel malaugurato caso non mi piacessero tutte le sue opere precedenti rimarrebbe “Una donna senza fortuna” ad accompagnare una bella giornata di sole. Avrete capito, se vi prenderà questo ebook, se ve ne innamorerete come è capitato a me, rimpiangerete che quel quaderno da pochi dollari sia stato riempito così in fretta, se arriverete davvero in fondo saprete quante delle 28 righe utili Brautigan ha usato davvero per scrivere questo testo, quanto avesse ancora da dire – e di come abbia fatto comunque benissimo, non bene, a descriverci tempeste che non arrivavano mai o ragnetti intraprendenti – e quanto invece fosse stanco per passarci idealmente il testimone e dirci: Ascolta, l’ultima riga non la uso, usala tu.

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Comprare ebook in offerta, come si fa. Consigli per chi ha acquistato un lettore

"Tu mi devi sbalordire, informazioni, non importa dove o come le ottieni".

“Tu mi devi sbalordire; informazioni, non importa dove o come le ottieni”.

I libri tradizionali godono in modo saltuario di sconti in determinati periodi dell’anno. Non svelo nulla ai lettori voraci che aspettano queste occasioni come piranha. E per gli ebook come funziona? Su internet come faccio a capire quando un libro elettronico è scontato? E come si fa a prenderlo al volo? È nella nostra indole nazionale pare del resto trovare estrema soddisfazione nel dimostrarsi più scaltri degli altri, trovare il tale prodotto al 50% di sconto quando sappiamo che il collega l’ha comprato a prezzo pieno gratifica. Ecco allora dei consigli per approfittare anche voi di simili iniziative promosse o dalle case editrici o dalle piattaforme di distribuzione degli ebook in Italia. Mi rivolgo a utenti non Kindle, a chi vale a dire può caricare sul proprio lettore ebook in formato .epub o .mobi con DRM comprati “fuori” da Amazon.

Consiglio numero uno: iscrivetevi alle newsletter delle principali librerie on-line, se vi annoia ricevere le loro mail nella vostra casella di posta personale createvene una dedicata. Sono molto utili, penso soprattutto a quelle di IBS (Internet Bookshop Italia) e Bookrepublic, o a quella di Lucia, la libraia di Ultima Books. Le promozioni sugli ebook durano spesso lo spazio di una sola giornata, sovente ricorrono in occasioni di eventi particolari o anniversari; avvisati per email la mattina potrete ragionarci su tutta la giornata ed entro la mezzanotte procedere all’acquisto, sempre che nel frattempo vi siate convinti. Un ebook scontato può arrivare a costare quanto un caffè o un cappuccino quindi in genere conviene sempre (non vorrete vivere con la malinconia di non avere risparmiato 7/8 euro?).

Consiglio numero due: tenete d’occhio i social network dove sono attive le case editrici e le librerie on-line, Facebook e Twitter su tutti. Oltre a propagandare i prodotti in uscita e il catalogo, dove potrete anche interagire con loro lamentandovi dei prezzi troppo alti degli ebook se vorrete, un post o un tweet possono cambiare l’umore di una giornata annunciando un titolo tanto desiderato che da prezzo pieno passa scontato alla metà. Se venite a conoscenza così di queste promozioni l’unica scocciatura potrebbe essere rappresentata dall’esclusività. Cosa voglio dire? L’ebook dei vostri sogni potrebbe essere scontato solo sullo store indicato dalla casa editrice (da qui magari il “fastidio” di doversi registrare per un solo acquisto a quella determinata libreria) e non su tutte. In genere però un titolo viene ribassato di prezzo su più canali.

Consiglio numero tre: frequentate i siti delle case editrici. Ebbene sì, uno potrebbe dire, per quale motivo? Innanzitutto dedicano sezioni specifiche del loro sito ai titoli disponibili in ebook, quindi potrete in un solo colpo d’occhio farvi un’idea dei prezzi praticati da quell’editore; in secondo luogo, mi è capitato in almeno un paio di occasioni, trovi solo sul loro sito offerte lampo che nelle librerie on-line non trovi (attenzione: parlo di case editrici che hanno un loro sistema di ecommerce dedicato, vedi ISBN Edizioni, Fanucci ecc.). Altro vantaggio, verrete indirizzati subito allo store di riferimento – quando non è Amazon è IBS – di quella casa editrice e risparmierete così oltre al vostro denaro anche il vostro tempo.

Per incentivare la lettura digitale del resto sono rassicurato nel trovarmi d’accordo con Marco Ferrario (fondatore e CEO di Bookrepublic) che, incalzato da Salvatore Nascarella su www.sail4sales.com afferma, a mio avviso con ragione da vendere: “Occorre uscire dalla logica della standardizzazione dell’offerta e dall’appiattimento sulle promozioni uguali su tutti gli store”. Se dobbiamo ricreare nell’esperienza di acquisto digitale un brivido “analogico”, l’esclusività di cui parlavo all’inizio – trovare quel titolo a due euro su quella tale bancarella della piazza della mia città e non altrove – è importante. Far percepire al consumatore finale che gli editori (o le piattaforme) “fanno cartello” non è una modalità da consigliare a nessuno. Se le mie tre dritte non vi avessero convinto leggete anche il post di Mariangela Lecci su Finzioni.

Immagine | Wall Street (1987)

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Eraldo Affinati, Elogio del ripetente, in cerca dei tamburini che si sono smarriti

Elogio del ripetente di Eraldo Affinati

Elogio del ripetente di Eraldo Affinati

Elogio del ripetente di Eraldo Affinati
Mondadori, 2013, 4,99 €
Reading Life: 36 minuti ogni sessione, 1.8 ore di lettura, 218 pagine girate, 2.0 pagine al minuto

«Per riuscire a creare la concentrazione in un quindicenne demotivato, la cui autostima è pari allo zero, bisogna realizzare una piccola impresa. Innumerevoli sono le sconfitte. Però ci sono anche le vittorie: quelle che nessuno vede, da cui nascono i cittadini del futuro».

In quanti hanno raccontato la scuola del nostro Paese? In tanti, sin dall’Unità di Italia ora che mi ci fate pensare. Allora perché leggere un’ennesima riflessione? Non ce ne sono già abbastanza? Non hai letto Starnone e Mastrocola ecc.? Lo ammetto, ero diffidente, avvicinarmi a questo ebook di Eraldo Affinati non è stato semplice, poi non ho mai amato i ripetenti mentre sin dal titolo l’autore chiarisce come a lui stiano simpatici: “Tuttavia già allora [all’inizio della sua carriera come professore, ndr] mi sentivo spinto verso i più negligenti”.

Eppure ogni epoca ha un modo diverso di raccontare quel che accade nelle aule scolastiche e se a farlo è una buona penna come quella di Affinati non c’è che da goderne. “Oggi i ragazzi sono lasciati nel vuoto dialettico, privi di ostacoli da superare. I loro insegnanti restano gli unici ormai a doverli richiamare ai valori della serietà, del rigore e della concentrazione in una società che punta sulla bellezza, sulla sanità [sic! ndr] e sulla ricchezza”, scrive Affinati, l’eterno lamento della classe insegnante? Non proprio, la fotografia impietosa di uno stato di fatto, probabilmente.

L’autore del resto non è indulgente neppure verso la sua categoria se afferma che “troppo spesso i ragazzi hanno di fronte individui eternamente giovani, i quali si illudono di poter ancora cambiare. Ecco perché insegnare significa viaggiare nel tempo: fuori e dentro se stessi”.  Chi sono allora i ripetenti? I punti più sensibili di un’epidermide – il nostro Paese in divenire – che sa di essere lacerata, che distrugge se stessa emarginando i più deboli invece di integrarli, e non parliamo solo degli insegnanti che gettano la spugna ma anche dei compagni di classe che li lasciano andare a fondo.

I ripetenti, scrive Affinati, non sono né stupidi né sprovveduti, hanno anzi “una sorprendente capacità di autoanalisi” dei loro comportamenti autolesionistici; i perdenti manifesti – perché è facile intuire dalle riflessioni dell’autore che l’immensa massa dei perdenti occulti, i mediocri, sia per lui ben più preoccupante – sfoggiano di fronte a chi chiede loro le ragioni di un due o un banco rovesciato “[…] un sorriso irripetibile di stupore e meraviglia. Se io fossi capace di decifrarlo, potrei anche fare a meno di scrivere questo libro, perché dentro le mie parole ci sarebbe tutto lo spirito del ripetente”.

Se nella scuola di un Paese puoi riconoscerci una nazione intera è inutile interrogarsi tanto su “cosa sia accaduto nella testa degli scolari, grandi e piccoli” perché “non si sa. […] Noi rimbocchiamoci le maniche e mettiamoci al lavoro. Lo stanno facendo in tanti in questo Paese malato, non solo a scuola, anche se non vengono illuminati dalla luce dei riflettori”. Volete una ragione per leggere Elogio del ripetente? Ve ne do una, è un testo ottimista anche se parla del sistema educativo italiano. Poi magari potrete non essere d’accordo con le tesi di Affinati ma quel di cui abbiamo bsogno oggi è costruire, partendo amgari da chi non ce l’ha fatta la prima volta.

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John E. Williams, Stoner, era se stesso e sapeva cosa era stato

Stoner di John E. Williams

Stoner di John E. Williams

Stoner di John E. Williams
Traduzione di Stefano Tummolini
Fazi Editore, 2012, 6,99 €
Reading Life: 16 minuti ogni sessione, 5 ore di lettura, 1110 pagine girate, 3.7 media pagine per minuto

«Spietatamente, vide la sua vita come doveva apparire agli occhi un altro. Fondamentalmente, con calma, realizzò che doveva sembrare un vero fallimento».

Arrivo ben ultimo a cantare le lodi di Stoner, la storia di John E. Williams che Fazi Editore ha portato all’attenzione del lettore italiano nella traduzione di Stefano Tummolini (trovate un’intervista alla voce italiana di Stoner qui: lostraordinario.blogspot.it); se è vero com’è vero che incontrare di persona l’autore di un’opera amata si rivela spesso deludente avrei corso volentieri il rischio nel caso di Wlliams – ahimè, scomparso nel 1994 – per domandargli… come diavolo c’è riuscito? Come è riuscito a rendere indimenticabile una vita ordinaria?

“Stoner” non è infatti un thriller, un libro di avventure, o la biografia di uno sportivo ricca di eventi – non a caso richiamo lo stupendo “Open” pubblicato da Einaudi; il ghostwriter di Agassi, J.R. Moehringer, ha lo stesso dono di Williams nel rendere accattivante una vita in questo caso non dedicata allo studio ma allo sport – ma la storia di William Stoner (1891-1956), ricercatore e insegnante di Letteratura inglese presso l’Università del Missouri. Mi accorgo di scrivere di Stoner quasi sia stato “reale” e non il personaggio inventato da uno scrittore, questo per darvi un’idea di che razza di talento avesse John E. Williams nel narrare storie.

Anche le sparute recensioni negative a “Stoner” rendono omaggio a Williams, in genere esprimono perplessi il quesito: “Che interesse avevi caro scrittore di farmi perdere allegria e tempo? Di raccontarmi la vita di un fallito? Le vicende di un personaggio che non fa altro che subire la Vita e la Storia, sia nella felicità sia nelle disillusioni?” Anche a me non piacciono i drammi e preferisco ricercare nella letteratura e nelle storie che leggo la gioia e la bellezza; la bellezza nella storia di Wiliams risiede nella tecnica di scrittura, la gioia nel messaggio positivo che nonostante tutto credo vi sia in questo libro.

La ricerca di senso, l’amore e l’amicizia se non riuscite a vederli in “Stoner” probabilmente vi dimostreranno una volta per tutte che siete abbastanza disillusi della vostra esistenza, mi auguro che non siate sotto i trenta, invece questi tre elementi nella storia di Williams ci sono e gridano forti, dallo schermo di un ebook reader o da una pagina di carta poco importa, che l’essere qui e ora ha importanza e che le vite di noi tutti – anche quelle apparentemente più insignificanti – non si devono arrendere al cinismo.

Oltre a questo il lettore attento troverà anche cinquant’anni di storia degli Stati Uniti d’America pennellati ad acquerello – la Grande Depressione, le due guerre mondiali, il boom degli anni Cinquanta – il che non guasta. Può darsi che abbia equivocato “Stoner”, che i concetti espressi nel paragrafo sopra non siano passati neppure per la testa di Williams, eppure questa storia, come scrive anche Peter Cameron nella postfazione, sono sicuro che la rileggerò ancora, perché non è un esercizio di bravura e non è una scrittura a perdere ma potrà solo arricchirvi se vorrete ascoltarla.

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Kobo Aura HD Cover, una recensione della custodia Deluxe di Gecko

Anche Cavour apprezza le Gecko Covers

Anche Cavour apprezza le Gecko Covers

Se vi state domandando quale cover scegliere per proteggere il vostro nuovo Kobo Aura HD vi consiglio come sempre un prodotto Gecko. Attraverso chi gestisce il sito italiano della Gecko Covers – grazie! – ho avuto modo di testare in queste settimane estive la custodia deluxe per il nuovo ereader top di gamma della Kobo, è solo una delle tre disponibili al momento per questo ereader, la meno costosa (27,95 euro), le altre sono in vera pelle (32,95 euro) e “fashion” (34,95 euro, ogni cover è originale). Spero che prima o poi producano anche la Slimfit che ritengo sia la migliore sia per il Touch sia per il Glo.

Al solito la consegna – gratuita, importante segnalarlo per un importo tutto sommato contenuto – una volta richiesto il prodotto consideratela molto veloce (la logistica è stata affidata ad Amazon che è una garanzia di puntualità, chi ordina prima delle 17 ha davvero la sensazione che, come scritto sul sito, l’ordine sia stato gestito immediatamente. Come vedete dalla foto sotto la cover è imbustata in una confezione trasparente studiata per gli espositori da negozio, pochi fronzoli a parte il logo del geco, quello che conta è la custodia che si presenta grossa quanto un tascabile date le dimensioni dell’Aura HD.

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Ho scelto la custodia nera con l’interno nero adatta alle due colorazioni scure dell’ereader, l’altra disponibile è invece bianca con l’interno azzurro per il Kobo Aura HD total white così simile ai primi dispositivi Apple. Come avevo già sperimentato con la sua equivalente per  il Glo il lettore digitale si infila da sinistra a destra, spingete un po’ senza timori se non entra facilmente, del resto il retro dell’Aura è seghettato mica liscio, è naturale che faccia resistenza. Aspetto positivo (sempre che non siate tra quelli che lo vogliono invece maneggiare “libero”): una volta a posto custodia ed ereader sono una cosa sola.

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Gli spazi lasciati liberi dalla custodia sono gli accessi per il cavo USB e la scheda di memoria MiniSD nella parte bassa e i tasti per l’accensione/spegnimento sia del lettore sia della luce nella angolo in alto a destra. La ricarica (o la sincronizzazione) del lettore digitale non è quindi ostacolata in nessun modo. Quindi non troverete elastici (come nella cover standard per il Touch e il Glo) ma rispetto a quella deluxe che ho già testato per il Kobo Glo qualche disagio in più quando andate ad accendere il dispositivo… come mai? Perché il bordo dell’Aura non è più piatto ma svasato verso il fondo (vedi foto con il tastino dell’accensione rosso).

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Lo scatto di genio questa volta i nostri amici olandesi non l’hanno infatti avuto in fase di progettazione, o probabilmente non l’hanno ritenuto necessario; l’angolo in alto a destra per questa custodia (anche a discapito di una minore protezione dell’ereader) doveva presentare, sempre a mio giudizio, badate bene, uno “scalino” lungo circa un mignolo – dal tasto per accendere la luce fino all’angolo – per far sì che le dita non incontrino (come invece accade) la sporgenza invadente della cover. Non credo di essermi spiegato al meglio ma è una cosa di cui vi accorgerete nell’uso di tutti i giorni, fidatevi.

Nell’utilizzo quotidiano la cover è a ogni modo estremamente funzionale: “morbida” come ho già scritto ma abbastanza solida da porterla gettare in borsa senza tanti pensieri (attenzione alle chiavi che potrebbero grafiare la simil pelle). Ho apprezzato in particolar modo la chiusura magnetica che Gecko ha integrato negli angoli, ottima, quando chiudete la protezione sapete che non si riaprirà accidentalmente; la custodia “aperta”, con la copertina che si ripiega sul retro, non infastidisce la lettura; rifiniture buone nell’esemplare che mi hanno inviato; funzione sleep cover ok.

Non mi resta che chiudere invitandovi al solito a procurarvi una cover per il vostro nuovo Kobo Aura HD. Anche se è una bella “bestiola” con il suo schermo da 6.9 pollici ha sempre uno schermo fragile tenetelo a mente. Qualsiasi lettore digitale abbiate acquistato per adesso ha ancora bisogno di una custodia, servono anche se mi rendo conto che è una spesa in più. Parafrasando il buon vecchio Nico Cereghini: cover ben sistemata, luce accesa, anche di giorno, e prudenza, sempre!

Immagini | lettoredigitale.com

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Kobo Aura HD Mondadori come va

In cerca dell'ereader più adatto a voi?

In cerca dell’ereader più adatto a voi?

A Torino al Salone del Libro 2013 avevo armeggiato con i Kobo Aura HD in esposizione presso lo stand di Kobo; ero rimasto impressionato dallo schermo che per definizione e dimensioni  sopravanzava quello già ottimo del Kobo Glo. Immaginate quindi la mia contentezza quando Mondadori mi ha contattato per chiedermi se volevo provarne uno, peccato che debba restituirlo! Tra l’altro mi hanno convinto, me lo comprerò. A ogni modo posso già dirvi dopo sette giorni l’Aura HD come va 🙂 Mi è stato mandato in prova un modello bianco (è disponibile anche nero e marrone scuro).

Intanto, quanto grande è? Se le attuali dimensioni degli ereader in commercio vi vanno strette diciamo subito che l’Aura HD ha uno schermo da 6,8″, appena 8/10 in più del Kobo Glo e del Kindle Paperwhite che ne hanno 6″, nulla di sconvolgente, esistono lettori digitali più grandi; la differenza con modelli meno recenti la fanno i 1440 x 1080 pixel (WXGA+) per 265 dpi del suo nuovo schermo (Pearl eInk ClarityScreen+) che rendono la lettura su inchiostro elettronico molto piacevole, i caratteri si stagliano sullo sfondo con grande nitidezza come nei migliori libri a stampa. Lo so, l’avevo già detto per il Glo, hanno migliorato ancora 🙂

KoboAuraHD-Mondadori

Il Kobo Aura HD (foto sopra a confronto con un Oscar Mondadori fine anni Ottanta) rimane quindi un lettore tascabile, certo più pesante dei suoi fratelli minori – 240 grammi contro i 185 del Kobo Glo – ma non per questo mi ha appesantito la mano durante le sessioni di lettura. Come il Glo è illuminato e ne condivide l’interfaccia grafica a riquadri (a partire dal firmware 2.6.1 rilasciato a giugno 2013). Per darvi un’idea di quanto sia grande poi nell’utilizzo pratico date un’occhiata all’immagine sotto, la giustezza della colonna di testo è la stessa (l’interlinea diversa) ma mancano tre dita per “avere” sul proprio ereader la pagina di un paperback italiano.

KoboAuraHD-Mondadori_Pagina

Il cambio pagina è molto veloce, non ha avuto incertezze in questa settimana di prove, si ha meno la sensazione di avere un “semplice” schermo a inchiostro elettronico sotto gli occhi; la luce mi è parsa distribuirsi in modo più uniforme sullo schermo rispetto al Kobo Glo ma farò altre verifiche; l’accesso al menu è immediato, l’impressione generale, almeno per quel che mi riguarda, è di avere finalmente un lettore digitale così come sarebbe sempre dovuto essere: veloce come un tablet ma contemporaneamente adatto a una lettura riposante sia di giorno sia di notte. Ho avuto modo di testare sia epub sia PDF – scriverò un post a parte su cosa significhi leggere un PDF sul Kobo Aura HD, non siamo ancora al top.

KoboAuraHD-Mondadori_Packaging

Cosa trovo dentro la scatola? Mettiamo che vogliate fare un regalo al vostro lettore forte preferito, un amico o un parente, magari refrattario agli ebook reader, l’Aura HD si presenta bene? Sì e no; il dispositivo in sé è solido (ha un curioso retro sfaccettato ovvero non lineare ma piacevole al tatto), si impugna bene a due mani e bianco è elegante, il fatto che sia anche leggero gli toglie un po’ di valore percepito. La spartana confezione in cartone pressato non contiene nulla di più delle istruzioni e del cavetto USB per la ricarica (non con rivestimenno in gomma ma tessuto), un adattatore per attaccarlo alla corrente dato il costo sarebbe stato gradito.

KoboAuraHD-Mondadori_Standby

Nell’immagine sopra la schermata dell’Aura HD a riposo; i tasti rimangono due come quelli del Kobo Glo, uno per attivare e disattivare la luce e l’altro per mettere in standby, accendere o spegnere il lettore. La batteria non ho potuto testarla a dovere in una sola settimana ma disattivando l’antenna wi-fi (ricordo che l’Aura HD non ha altro modo per connettersi alla rete, non alloggia SIM) l’autonomia dichiarata è di due mesi leggendo mezzora al giorno; è stata aumentata la capienza della memoria interna che, rispetto al Touch e al Glo, raddoppia diventando di 4GB (fino a 32GB utilzzando una Micro SD, si inserisce in basso a sinistra).

Vale la pena spendere 169 euro (ovvero quaranta euro in più di un Kobo Glo, settanta in più di un Kobo Touch)? Se non possedete ancora un lettore digitale – e se non intendete entrare nel mondo Kindle o prediligete altre marche come Nook, Sony, TrekStor ecc. – il Kobo Aura HD è difficile che vi deluda. Il software che comanda il lettore è tuttora migliorabile e gli aggiornamenti periodici a volte complicano la vita invece di semplificarla (vedi qui) ma per chi vuole avvicinarsi alla lettura di libri elettronici questa estate ha trovato il suo ebook reader.

Immagine | Pulp Fiction (1994)

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