Kobo Arc Mondadori come va

Lettura digitale su schermi retroilluminati. Se vi piace così 🙂 È stato il Natale dei tablet a basso costo e può darsi che il vostro primo ebook lo abbiate letto su un tablet. Nulla di strano, negli Stati Uniti il Kindle Fire pare sia andato alla grande, l’iPad mini sembra costare un po’ troppo ma si vende ugualmente e anche qui in Italia tra Google, Samsung e svariati altri produttori c’è solo l’imbarazzo della scelta. Magari c’è chi tra voi si è comprato un Kobo Arc; pure io grazie a Mondadori ho avuto la possibilità di testarlo per sette giorni.

L’ho restituito a malincuore l’Arc; è abbastanza chiaro perché le vendite di personal computer su scala mondiale, per la prima volta negli ultimi cinque anni, abbiano registrato una flessione a fine 2012 (fonte: The Wall Street Journal), gli utenti si stanno abituando a utilizzare altri dispositivi (più comodi) per gli stessi scopi: guardare un video, controllare la posta, preparare una presentazione… ricordate Steve Jobs? “People don’t know what they want until you show it to them” (fonte: Forbes). Durante la settimana che ho trascorso con il tablet di Kobo il portatile non l’ho mai toccato.

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Il Kobo Arc (a sinistra nella foto) è più grande di un ereader come il Glo ed è più pesante; premessa, non possiedo né ho mai posseduto un tablet quindi non posso confrontarlo con un Kindle Fire o un iPad mini. È di sicuro un oggetto più ingombrante di un lettore digitale a inchiostro elettronico ma è anche ovvio che ci si possa “fare” di più, ad esempio giocare ad Angry Birds Star Wars (uno di quei perfetti congegni di “distrazione di massa” descritti dall’ottimo articolo – anche tradotto ad aprile 2012 da Internazionale – di Sam Anderson Just One More Game…, che di fatto ci stanno rincretinendo), andare su Twitter, controllare le mail, guardare la puntata dello spettacolo di Crozza che avevi perso la sera prima ecc. Fa tutto ciò egregiamente.

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Ecco ora la buona notizia se su questo blog siete capitati perché volete capirci di più su ebook ed editoria digitale. Ci si può “anche” leggere su un Kobo Arc. Avrete più distrazioni che su un device dedicato ma l’ultimo di Murakami o Camilleri potete affrontarlo anche su un Arc. Avvertenza, non è però un ereader; ha uno schermo LCD a 1280×800 pixel retroilluminato che mi ha affaticato la vista dopo un’ora di lettura. Io credo nei prodigi della tecnica ma ora, anno 2013, il vostro nervo ottico vi sarà riconoscente se da un libro di carta passerete a un Kobo Glo o un Kindle Paperwhite o al lettore a inchiostro elettronico che vorrete per leggere un ebook, credetemi.

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E però c’è un però… l’Arc è un po’ più grande di quel tanto che basta (non l’ho portato a spasso ma è un tablet da viaggio grazie ai suoi sette pollici di diagonale) da “riprodurre” sullo schermo una pagina di formato tradizionale, questo potrebbe andare a genio a chi aborre i sei pollici dei Kobo, Kindle, Nook ecc. Nella sua versione da 16 GB costa inoltre 199 euro quindi spendendo 70 euro in più rispetto a un Glo avrete un dispositivo più versatile e (sempre vi sia una connessione wi-fi nei dintorni) ugualmente sempre connesso allo store Kobo/inMondadori.

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Nell’immagine sopra ho messo a confronto le schermate dedicate ai libri sull’Arc con la Home del Glo; un dispositivo è stato creato per darti anche la possibilità di leggere, l’altro apposta per i lettori. Ereader a inchiostro elettronico tecnologia vecchia e in precoce declino? Vi consiglio di leggere l’articolo Misreading the Facts on E-Books di Warren Adler pubblicato ieri sull’Huffington Post: “I dispositivi dedicati [solo] alla lettura di ebook perderanno terreno nei confronti dei tablet, ma il lettore autenticamente appassionato si terrà stretta l’esclusività [dell’ambiente di lettura fornito dagli ereader]”. Mi accodo a coloro i quali credono che un ebook non sia uguale a un file mp3 e che vedrà scomparire prima gli iPod degli ereader. Forse ci andrà meglio degli audiophile 🙂

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A ogni modo, un escamotage se volete utilizzare il Kobo Arc principalmente per leggere è quello di utilizzare la modalità notte, in questo caso la pagina diventa nera e i caratteri bianchi ridurrete così la quantità di irradiazione luminosa diretta ai vostri occhi. C’è poi un indubbio vantaggio che mi fa consigliare l’acquisto di un Arc a chi già possiede un lettore Kobo, la perfetta integrazione tra il tablet e il vostro ereader grazie alla sincronizzazione dei due (o più) dispositivi. Quello che avete sul Mini, Touch o Glo comparirà anche sull’Arc e viceversa, potrete alternare senza quasi accorgervene la lettura dello stesso libro da un device all’altro 😉

Dimensioni maneggevoli (12 x 18,9 x 11,5 cm), processore da 1,5 GHz, mezza giornata di autonomia, fotocamera frontale da 1,3 Megapixel, un buon tablet insomma che se la batte con i suoi avversari: Kindle Fire e Google Nexus 7. Ecco, posso consigliarvi una buona recensione del Kobo Arc su Pianeta eBook che vi descrive nel dettaglio l’interfaccia e tutto quello che ho omesso nella mia mini panoramica. Posso dirvi perché non l’ho comprato: gli manca ancora una fotocamera posteriore (a differenza dei prodotti Samung e Apple), avendo poi già un Nokia Lumia 610 e due ereader Kobo non sento la necessità di acquistarlo, posso spendere quei soldi in ebook ^____^

Foto | Il lettore digitale
Video | You Tube

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Gillian Flynn, L’amore bugiardo, Amy potrebbe dirvelo, potrebbe eccome se fosse qui

L'amore bugiardo di Gillian Flynn

L’amore bugiardo di Gillian Flynn

L’amore bugiardo di Gillian Flynn
Traduzione di Francesco Graziosi e Isabella Zani
Rizzoli First, dicembre 2012, 9,99 €
Reading Life: 8 ore di lettura, 45 minuti ogni sessione, 1800 pagine girate.

«Avevo commesso un errore colossale, che avrebbe avuto conseguenze disastrose. Forse era la mia coscienza, che raspava alle pareti della cella in cui era sepolta».

Due settimane fa vi ho scritto della collana Rizzoli First, in sintesi: in un mercato editoriale dove è più semplice trovare un titolo cartaceo che elettronico come ti comporti tu lettore/consumatore se ti propongo per un periodo limitato (un mese più o meno) SOLO in ebook un determinato romanzo/saggio? Ebbene con il terzo libro tradotto in italiano di Gillian Flynn Rizzoli l’ha fatto. Ha sperimentato. Dal 6 dicembre a oggi… o elettronico o non lo leggi (!). E si tratta di una storia che mi ha letteralmente reso schiavo del mio Kobo Glo fino a quando non l’ho terminata, spero venda tantissimo.

Era da tempo che non mi divertivo così a leggere quello che non è un thriller ma una vicenda che, pur rasentando il grottesco (senza mai caderci), potrebbe davvero accadere o essere accaduta. A un marito, Nick, capita di perdere la moglie, Amy, sparita da un momento all’altro da casa; contemporaneamente abbiamo la possibilità di scorrere le pagine del diario di Amy – e lo stesso sta facendo la polizia impegnata nelle indagini. Quello che mi ha stregato della scrittura della Flynn, i due protagonisti raccontano della propria storia in prima persona, è stata la sua abilità nel mentire.

Sappiamo che Nick non ci sta dicendo tutta la verità ma non sappiamo quanto ci sta nascondendo. Amy è scomparsa ma i sospetti che si vanno addensando sul marito ne fanno un assassino? Persino così vi ho già detto troppo 🙂 L’amore bugiardo (ma io preferisco il titolo originale “Gone Girl”) è pura suspense, anche dopo quando si susseguono i primi colpi di scena ed è anche una riflessione sul sentimento che ci lega agli altri persino quando la persona che amiamo si rivela capace di azioni impensabili – ma in realtà non la amiamo proprio per questo?

E adesso, beh, per come sono fatto voglio leggere ogni cosa scritta da questa autrice, al più presto! Ma… i primi due romanzi della Flynn – Sulle pelle e Nei luoghi oscuri – sono stati pubblicati in Italia negli anni scorsi da Piemme, non esistono ancora in formato elettronico e nelle librerie non si trovano… capite che è una follia vero? Che il sistema non funziona? ^_____^ Non mi resta altro che A) Con un colpo di scena Rizzoli acquisisca i diritti anche di questi due titoli e li metta ora in commercio in digitale; B) Uguale alla prima ipotesi ma che sia Piemme a farlo; C) Comprarli entrambi subito su inMondadori.it a 13,70 euro.

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Aggiornamento invernale software Kobo Glo e Touch 2.3.1

Su che si inizia! E non dimenticate che aggiungere un ebook per Kobo e Mondadori significa comprarlo ;-)

Su che si inizia! E non dimenticate che aggiungere un ebook per Kobo e Mondadori significa comprarlo 😉

Buon 2013 alla piccola comunità di lettori digitali che passa su questo sito! Festeggiamo con un post dedicato a un aggiornamento firmware in realtà risalente a Sant’Ambrogio che però non avevo ancora analizzato bene; tuttavia il software 2.3.1 – almeno sul Touch e il Glo che posseggo –  si è comportato così bene da essere invisibile (certo non per tutti, tra di voi c’è chi non ha trovato i dizionari, che pure ci sono ve lo assicuro; chi ha avuto noie con le micro schede SD; chi gli si è piantato l’ereader e gli è giustamente montato il nervoso).

Per la maggioranza di voi, appena usciti da una Libreria Mondadori o un Unieuro dopo aver comprato il vostro Kobo il 2.3.1 sarà in realtà il primo software che conoscerete. La home mostrerà quindi o i vostri ebook in lettura (gli ultimi cinque) oppure la “vetrina” dello store: in basso sotto le copertine troverete tre voci, da sinistra a destra Libreria, Reading Life e Sincronizza, ancora più in basso la Wishlist (il vecchio appunto su un pezzetto di carta potremmo dire) nel caso vi siate appuntati qualche ebook da comprare nei prossimi giorni.

Cliccando su “Guida in linea” (appare sulla home se cliccate le tre linee nell’angolo in alto a destra), accanto alla “Guida rapida” accessibile off-line è ora disponibile una nuova voce “Aggiungi un ebook” – ma il Kobo dovrà in questo caso essere collegato a una rete wireless – che consiste in una scorciatoia per lo Store (nulla di più, per la precisione alla lista dei primi 50 ebook in classifica, alle ultime nuove uscite oppure alla pagina del “Cerca”) nel caso vi foste dimenticati che l’obbiettivo di Kobo e Mondadori è quello di vendervi dei libri elettronici nel modo più semplice possibile ^____^

Kobo-reading-life-new

Più intrigante di tutto il resto a me è parsa l’integrazione della Reading Life (le statistiche di lettura) a piè della pagina che stiamo leggendo, fateci caso, guardate nell’angolo in basso a sinistra, vedete il numero seguito dalla percentuale? Ha sostituito l’occhiata veloce alle pagine ancora da leggere che diamo a un libro tradizionale. Ancora più interessante è l'”esploso” di questa voce, ovvero possiamo sapere quanti capitolo abbiamo divorato (tramite un grafico a colonne), i minuti ci mancano alla fine del capitolo in cui siamo immersi, quanto durerà il prossimo, quante ore ci restano prima di finire il libro.

In questo modo la lettura di un libro in quanto ora bene (e prodotto) di intrattenimento digitale assomiglia in tutto e per tutto alla progressione di gioco che possiamo avere quando siamo impegnati in un moderno videogame (dove appunto si parla di ore di gioco, quanto ci siamo stati “sopra”, quanti livelli abbiamo sbloccato quanto ancora ci rimane prima di completarlo ecc.). Emerge anche la struttura di un libro, si acquisisce cioè la consapevolezza di come è stato pensato dal suo autore: se i capitoli sono umiformi, se è diviso in parti, quanto ci “costa” in termini di tempo leggerlo.

Foto | lettoredigitale.com

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Rizzoli First, esperimenti di editoria digitale, in ebook prima che di carta

In digitale alcuni libri arrivano prima, la collana Rizzoli First ad esempio

In digitale alcuni libri arrivano prima, la collana Rizzoli First ad esempio

Esistono libri che non sono ancora disponibili in digitale? Eccome se ce ne sono, “Le liriche” di Hölderlin ad esempio che forse mai Adelphi digitalizzerà (“A dire il vero non è in programma…” twittano da Milano, via San Giovanni sul Muro 14), peccato, hanno anche una bella copertina e dal sito sembrano esaurite: poesia, 994 pagine, due caratteristiche ideali per farne un agile libro elettronico… invece no. I nuovi lettori digitali hanno solo l’imbarazzo della scelta nell’indicare le lacune nei cataloghi elettronici degli editori italiani.

C’è chi poi va in controtendenza, tipo Rizzoli, la quale ti propone  una collana di storie che prima (first) vengono immesse sul mercato digitali e solo poi vengono stampate a beneficio di chi il libro lo preferisce di carta, o mai lo acquisterebbe in formato elettronico. Lanciata a luglio 2012 (potete leggere al proposito un breve articolo sulla Stampa, lo trovate qui) cinque mesi dopo la sperimentazione sembra riuscita, tanto che un potenziale best seller – “L’amore bugiardo” di Gillian Flynn, stupendo – esce proprio per Rizzoli First.

Sempre l’altro ieri, il 20 dicembre, si è chiusa anche la pubblicazione a puntate in questa collana del libro di Guia Soncini “I mariti delle altre”; il volume – concepito come unico, infatti i capitoli sono progressivi – è stato diviso in tre parti e venduto a 1,99 euro (l’uno) nel corso di due settimane; sì, tornano alla memoria i feuilleton ottocenteschi pubblicati sui quotidiani prima di essere raccolti in volume, sì, ma i vantaggi di Rizzoli da un’operazione del genere? Difficile dirlo, certo se siete fan della Soncini fino a gennaio o digitale o nulla.

Pare averci preso gusto la casa editrice milanese perché dopo il libro della Flynn è stato messo in commercio il 20 dicembre  “La regola del silenzio” di Neil Gordon, tre settimane abbondanti prima dell’uscita in libreria del cartaceo… cosa? Vi dice qualcosa questo titolo? Sì, vi ricordate il film omonimo (titolo originale: The Company You Keep) di e con Robert Redford che ha debuttato nelle sale sempre il 20 dicembre; ottimo che in ebook il libro ci sia già, non trovate? E chissà quanti Kindle ci sono là fuori, non si sprecano venti giorni di acquisti potenziali se si può evitarlo, metti sullo scaffale elettronico il libro digitale prima del libro tradizionale!

Riassumendo: social DRM, prezzi inferiori ai dieci euro, autori italiani (Soncini, Ottaviano, Lenzi), potenziali best seller stranieri (Flynn, Gordon), Rizzoli First rappresenta un tentativo a mio parere ben riuscito da parte di una grande casa editrice di interpretare un fenomeno nuovo – il libro digitale – adattando consolidati schemi editoriali (nulla di sensazionale come abbiamo visto: il libro del film; le anticipazioni di un volume, magari a puntate; anteprime gratuite dei capitoli iniziali) ai bit immateriali che veicolano le informazioni e le storie nel XXI secolo. In bocca al lupo ai vecchi leoni.

Immagine | libreriarizzoli.corriere.it/ebook
Trailer | You Tube

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Kobo Touch Slimfit Cover, una recensione della custodia rigida di Gecko

Alcune cover come Nicholas Clay dimostra in Excalibur sono più corazzate di altre

Alcune cover come Nicholas Clay dimostra in Excalibur sono più corazzate di altre

Ho avuto modo di acquistare in un anno quattro custodie Gecko, la quinta me l’hanno regalata direttamente loro, che dire, grazie del pensiero 🙂 Adesso che l’ho provata in giro per l’Italia una settimana – l’ho immediatamente messa alla prova – posso darvi il mio parere sulla Slimfit Cover per Kobo Touch, un modello nuovo che potete trovare anche sul nuovo sito geckocovers.it tutto in italiano. Dopo la custodia nera standard per il Touch, dopo una custodia rossa Luxe per il Glo (cliccate sui link per le recensioni) può capitare che la terza sia la migliore? Sì, almeno se cercate una cover rigida e meno gradevole al tatto.

Tempi di ricezione della custodia dalla data dell’ordine via Amazon? Velocissimi come al solito, meno di una settimana. La confezione è di cartoncino leggero con una finestrella per far già intravedere la similpelle che riveste esternamente la cover. Un appunto, l’odore della Slimfit è appunto quello tipico della similpelle, può piacere o meno, comunque nell’uso va un po’ via o si può provare ad attenuare, le altre cover che ho testato non hanno invece odori particolari. La sensazione di solidità (sebbene non vi sia imbottitura) è elevata, appena collocato il Touch nella cover, basta “incastrarlo” all’interno, lo si percepisce al sicuro.

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Ho scelto un’altra custodia nera con l’interno nero come la standard che già ho. Il Touch non è più fissato ai quattro angoli ma a tutta la cornice, “a pressione” praticamente come vi accennavo prima, questo rende sia più sicuro l’alloggiamento (“non se move” come direbbero a Roma) sia più difficile la rimozione (nel caso foste abituati a maneggiarlo senza custodia). La parte frontale e posteriore rigide della cover ti fanno passare le paure, vuoi gettare il Kobo Touch nella borsa senza nemmeno guardarci dentro? Puoi. Hai lo zaino pieno di pacchetti natalizi dagli spigoli insidiosi? Nessun problema, via dentro, certo la similpelle si sciupa se la strapazzate quindi fate più attenzione di me!

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La cover durante questa settimana si è comportata bene in viaggio come a casa: è a tutti gli effetti più magra, vale a dire più invisibile della Standard e della Luxe, sarà che pesa poco ed è molto aderente al dispositivo ti “scordi” che c’è; come la Luxe è più pratica per l’accensione/spegnimento della standard perché come chiaramente visibile dalle foto è stato intenzionalmente lasciato libero l’angolo in alto a destra per un utilizzo pratico del tasto on/off. La chiusura avviene come per la Luxe tramite una clip stavolta non a pressione ma a chiusura magnetica che rende a tutti gli effetti meno ingombrante  la parte posteriore della cover (aspetto secondo me dolente della Luxe).

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Come le precedenti non mi sono cimentato in esperimenti distruttivi con la cover, insomma non l’ho fatta cadere intenzionalmente; sebbene la ritenga la migliore tra quelle da me provate (sopra a confronto nella seconda immagine la Slimfit sx e la Standard dx) è anche quella che mi dà meno fiducia per quanto riguarda l’assorbimento di forti urti – tanto è rigida quanto ha poca imbottitura –, mi viene cioè da pensare che sebbene corazzata uno shock da caduta al Kobo Touch al suo interno posso risparmiarglielo. Nessun problema invece per quanto riguarda il metterlo in borsa e/o in valigia, da questo punto di vista l’ho fatto con zero pensieri rispetto alla Standard e alla Luxe.

A giudicare dalle visite che fate su questo sito state aumentando cari lettori digitali, ne sono contento. Se siete in cerca di capire qual è la cover più adatta al vostro nuovo lettore – Kobo o non Kobo non importa – sappiate che con Gecko mi sono sempre trovato bene; faccio ora un riepilogo dei costi perché almeno ottanta euro li avete già spesi per prendervi l’ereader. Se la Standard costa 19,95 euro, la Luxe 24,95 euro, la Slimfit raggiunge i 27,95 euro, spedizione via Amazon se acquistate dal sito. Il mio Kobo Touch è sopravvissuto alla metro di Roma, a Trenitalia e a numerose altre insidie, raccontatemi dove lo avete portato voi con la vostra Slimfit!

Immagine | Excalibur (1981)

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Paolo Giordano, Il corpo umano, quindi è così che va in pezzi, pensa

Il corpo umano di Paolo Giordano

Il corpo umano di Paolo Giordano
Mondadori, ottobre 2012, 9,99 €
Reading Life: 5 ore di lettura, 25 minuti ogni sessione, 2512 pagine girate.

«Lascia che quella sensazione appiccicosa lo trascini in una serie di fantasie via via più cupe, fino a sfiorare pensieri di morte».

Comprarlo, non comprarlo, alla fine ho deciso, un salto su inMondadori e dopo un attimo ecco il secondo libro di Giordano – nei giorni precedenti mi ero dedicato al suo esordio, ne scriverò – sul mio Kobo Glo. Cinque ore dopo… va bene, ben descritta la storia dei fratelli Egitto, buffa quella lunga digressione in Gulistan, l’ambientazione militare ed anche le storie “laterali” di personaggi come René, Ietri, Cederna, Masiero che in fondo al protagonista di questo libro, Alessandro Egitto, non importano granché tanto che a un certo punto non hanno preso neppure il sottoscritto.

Veniamo a noi: “Il corpo umano” non è una storia di/sulla guerra (almeno quanto non lo è il film “Mediterraneo”; chissà se il personaggio di Abib non sia un omaggio al “Nonzo” di Salvatores), non è una storia scritta male – fila liscia fino alla sua conclusione ad orologeria, con i suoi bravi colpi di scena ecc. – ma di sicuro potrebbe non “prendere” tutti i suoi lettori. Quando a un certo punto mi sono trovato a domandarmi: “Ok, allora adesso chi morirà tra i soldati che mi ha descritto Giordano?” ho capito di essere saltato fuori dal Lince, di essere sfuggito al suo meccanismo narrativo.

Quand’è che si ripiomba all’interno della storia di Giordano? Quando (sebbene di certo si sia documentato, abbia persino toccato con mano la polvere afghana per ricreare l’ambientazione militare ed esotica) narra del rapporto tra i due fratelli Egitto – Alessandro e Marianna – la vicenda che voleva raccontare, quella dove si trova più a suo agio, quella dove gli riesce meglio continuare a indagare la sua ossessione: quanto i nostri corpi siano reali (e abbiano esigenze del tutto estranee alla mente razionale) e quanto le nostre esistenze siano invece in balia dei sentimenti e della ragione. Aspetto un terzo libro più felice.

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Kobo Touch Cover, una recensione della custodia standard di Gecko

Gecko Cover standard, look total black

Una cover standard per Kobo, un anno fa ho scelto Gecko (geckocovers.com). Mi avete sollecitato questo post che in fondo avrei dovuto scrivere mesi or sono, quando ho comprato una custodia nera standard per il Touch nell’ottobre 2011. Mi ha servito bene e inoltre costa appena cinque euro in meno rispetto alle cover luxe rossa che ho acquistato di recente per un nuovo arrivato, il Kobo Glo, versione potenziata del Touch (parlo della risoluzione dello schermo e del processore) oltre che dotata di illuminazione. Siete in dubbio su quale prendere tra i due? Il Glo è il vostro lettore per Natale 2012.

Dicevamo delle custodie Gecko, questa azienda dei Paesi Bassi produce cover per diversi lettori di libri digitali quindi un giro sul loro sito potete farlo anche se non avete un Kobo, ci mancherebbe; gli articoli che vi piacciono si acquistano con la carta di credito e arrivano via posta senza spese di spedizione. La cover standard per Kobo assicura l’ereader su quattro angoli, i due superiori tramite elastici che permettono con agilità di mettere e togliere il lettore. La sensazione di stabilità è molto buona, potete dei cari vecchi elastici, anche la chiusura stile Moleskine funziona bene, si è solo un po’ allentata negli ultimi mesi.

Rispetto alla cover luxe rossa con l’interno nero che ho preso per il Glo cosa cambia? Il Kobo è meno protetto dagli urti in generale. Attenzione, in generale. Una volta infatti ho fatto cadere il Kobo da un metro di altezza sull’asfalto e il suo angolo destro superiore si è un po’ schiacciato all’impatto. La stessa cosa potrebbe capitare con la versione luxe dove ugualmente quell’angolo è scoperto. In alto a destra c’è il pulsante di accensione/spegnimento dei lettori Kobo (tenetelo a mente perché ne riparlerò) quindi c’è poco da fare, deve rimanere “libero” per consentire all’utente di gestirlo.

Nell’utilizzo la cover standard è più spartana e meno effetto peluche della versione di lusso, (difficile da spiegare, pare avere meno materiale fra le mani ma forse è una suggestione) e soprattutto ha un punto debole. Qual è? L’elastico che imparerete a non usare mai, quello in altro a destra che va a coprire il tasto di accensione/spegnimento, mi auguro che le immagini qui sotto vi chiariscano le idee. La cover standard per forza di cose sarà usata a 3/4 – con il Touch o il Glo è uguale – perché quella levetta, con la quale si accende e si spegne il lettore, si usa troppo di frequente.

Certo che l’elastico di chiusura della cover oltre che fare molto “cartellina da scuola” è meno ingombrante della clip di cui è dotata le versione luxe… In una ipotetica gara di ergonomia tra le due, dico il mio parere, non voglio essere depositario di verità assolute, vincerebbe la standard: nell’utilizzo comune durante la lettura è fantastica, pare di non averla e allo stesso tempo se dovete “chiudere il libro” e rimettere il Kobo in borsa o nello zaino è un attimo. La luxe è un po’ più ingombrante da questo punto di vista, ti fai più problemi a strapazzarla, almeno, per ora per me è così 😉

Tra 19,95 euro (standard) e 24,95 euro (luxe) non so che cosa dirvi, sia la versione semplice sia la versione lusso hanno pregi e difetti. Ecco, posso dirvi che sono custodie e non “buste” dove infilare l’ereader quindi renderanno per forza il vostre lettore digitale più grande di quello che pensavate in un primo momento (si gioca tanto sulla portabilità e la leggerezza ma vi renderete conto che una protezione per lo schermo serve), a ogni modo anche così nella tasca di un cappotto ci entrano senza problemi. E come ho chiuso anche l’altra recensione, non esitate, portate il vostro Kobo in giro!

Immagini | lettoredigitale.com

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Kobo Glo Cover, una recensione della custodia Luxe di Gecko

“C’è anche rossa?”

Una cover per Kobo, un unico grido: Gecko. Ricordate qualche settimana fa? Vi annunciavo che avrei acquistato una custodia per il mio nuovo Kobo Glo, al solito mi sono fidato degli olandesi di geckocovers.com che già mi avevano stupito in positivo con la custodia nera standard per il Touch che avevo preso l’anno scorso. Stavolta sarà che l’oggettino è più grazioso, e qualche pensiero ai led che illuminano lo schermo ce l’ho, ho optato per una luxe cover (e non sono il solo, vero Sandra Olianas? Avete letto il suo post “Kobo Glo. Il mio libro ancora più magico”? No? Dovete!).

Non so se le custodie Gecko siano disponibili nei negozi o meno, io ho sempre optato per ordinarle direttamente dai Paesi Bassi; fatta la richiesta lunedì il martedì della settimana dopo (otto giorni “pieni” di attesa, scusate ma faccio sempre confusione con quelli lavorativi e non) mi è arrivata come il precedente acquisto via posta senza alcun intoppo. Quella che vedete nell’immagine sotto è la vista frontale, il tasto a clip di chiusura rimane quindi sul retro. Almeno a me fa l’effetto che la cover sia sempre “a rovescio” – potrebbe alla lunga risultare fastidioso – ma io dopo un po’ ci ho fatto l’abitudine.

Come l’amico Schumi e Sandra ho optato per la custodia rossa con l’interno nero; il Glo si infila da sinistra a destra, dà l’impresisone di essere molto protetto, e rimangono liberi gli alloggiamenti per il cavo USB nella parte inferiore (è visibile di conseguenza anche il logo Kobo) e i tasti per l’accensione/spegnimento sia del lettore sia della luce nella parte in alto a destra. Niente più elastici come nella cover standard (angoli in alto a destra e sinistra) dove di fatto quello a destra non si utilizzava quasi mai in lettura perché impedisce un agevole utilizzo del tasto accensione/spegnimento, appunto.

Nell’utilizzo la cover mi è sembrata comoda, è molto “morbida”, oltre che fatta abbastanza bene a livello di rifiniture (sì, è un made in Estremo Oriente come il 99% deglia accessori legati al mondo dell’elettronica), più pratica per l’accensione/spegnimento della standard ma meno adatta se volete/dovete prendere appunti con frequenza. Perché? Perché lo spessore della cornice della cover, quella che regge il device su tre lati, è alto e rende la tastiera virtuale un po’ scomoda quando si tratta di premere i tasti posti in loro prossimità. Mi auguro di avervi fatto capire il tipo di disagio, comunque contenuto.

A differenza della cover standard non si chiude con un elastico stile Moleskine ma con la clip dando l’impressione di una maggiore protezione del lettore digitale – tenete però conto che essendo la chiusura sul retro potrebbe darvi fastidio durante la lettura. Non mi sono arrischiato di farlo cadere apposta ma una caduta normale da un metro dovrebbe assorbirla – mi era capitato con il Touch e la cover standard – proteggendo adeguatamente lo schermo (un po’ meno l’angolo in alto a destra che rimane più scoperto e vulnerabile) da shock irreparabili.

Il consiglio al solito che do ai nuovi lettori digitali è di procurarsi una cover che vi piaccia se intendete fare un uso extradomiciliare del vostro ereader. Serve. Lo ripeto. Serve. Magari pensate di no, ma fidatevi. Serve. Quelle della Gecko costano tra i 19,95 euro (standard) e 24,95 euro (luxe), sono realizzate bene e non pagate la spedizione acquistando direttamente su Amazon. Ma siete liberi di scegliere la marca e il tipo che preferite; mi auguro di avervi chiarito le idee su questo paio di modelli realizzati da una giovane azienda europea. Bene, se ora siete equipaggiati, portate il vostro Kobo in giro!

Immagine | Spot Fiat Seicento

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Kindle Paperwhite, tutti lo vogliono ma arriva a febbraio 2013

“Lui ha visto la luce!” “Sì, sì, Gesù Cristo ha compiuto il miracolo, ho visto la luce!”

Lettori digitali illuminati, tanti li desiderano, specie il Kindle 😉 Ora, io con tutta la buona volontà non capisco Amazon. Anzi, prima di tutto sono contento per loro, a giudicare da quanto stanno slittando in là le date di consegna del Kindle Paperwhite, come segnala Luca Conti aka @pandemia su Twitter: “Capperi! Kindle Paperwhite in rottura di stock è in consegna dal 4 febbraio 2013! Chissà se da @Hoepli_1870 lo avranno?”. Tanto di guadagnato per la lettura in Italia.

Sono andato anch’io spinto da curiosità a leggere sul sito di Jeff Bezos in calce al Kindle Paperwhite wi-fi: “A causa di un’elevata richiesta, stimiamo di evadere gli ordini ricevuti oggi [28/10/2012, ndLuca] nella settimana dal 4 febbraio. Il nostro Kindle Paperwhite 3G a 189€ è disponibile per spedizioni antecedenti a questa data”. Ovvero, se spendi 60 euro in più ti consegnano il modello superiore il 22 novembre (magari sara postdatato anche questo invio, chissà).

Rispetto alla seconda parte del tweet di Conti – gli ereader Kindle, non ho ben capito quali, immagino quelli base da 79 euro, (ho anche chiesto lumi al loro ufficio stampa ma non mi hanno ancora risposto) saranno disponibili alla vendita nel nostro paese presso la Libreria Hoepli di Milano, qui il parere autorevole di Antonio Tombolini – sono felice che chi vive nel capoluogo lombardo possa provare Kindle in un negozio, magari sarà un po’ scomodo chi a Milano non ci vive o lavora.

Sembra che l’illuminazione integrata nei lettori digitali – dai più scambiata per retrolluminazione – abbia suscitato la curiosità dei consumatori; abbia reso più appetibile quello che è a tutti gli effetti qualcosa che serve “solo” a leggere. Nonostante Barnes & Noble con il Nook Simple Touch with GlowLight sia stata la prima a introdurre sul mercato l’illuminazione (passando inosservata vedi ebookmania.it), sarà Amazon a beneficiare in termini di vendite di questi lettori di nuova generazione?

Rimane da capire da qui a fine anno se Mondadori sarà così brava, nella sua opera di evengelizzazione sulla lettura digitale, appena iniziata anche a suon di spot televisivi, nel far comprendere agli italiani che un lettore digitale illuminato è acquistabile già oggi, nella libreria sotto casa, a 129 euro; sto parlando, come saprete se mi leggete da un po’, del Kobo Glo rivale diretto del Kindle Paperwhite. Dicevo che non capisco Amazon, possibile abbia sottovalutato così l’interesse del nostro mercato per i suoi prodotti?

Immagine | The Blues Brothers (1980)

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Kobo Glo Mondadori come va

“Siamo contenti? Vincent? Siamo contenti?” “Sì, siamo contenti”.

A Milano avevo potuto toccare con mano uno dei Kobo Glo in visione alla Mondadori Multicenter e la nitidezza del suo schermo finalmente più risoluto mi aveva subito fatto innamorare… poi la mia vista si fa più debole di anno in anno… quindi cedere è stato molto facile. In attesa che arrivi la cover della Gecko rossa che ho ordinato (quella del Touch è troppo grande) posso dirvi dopo sette giorni il Glo come va 🙂 e sottolineare le differenze con la versione Touch con tanto di foto dove li ho messi uno di fianco all’altro.

Intanto voglio rispondere a chi arriva su questo blog chiedendosi: Kobo Glo Mondadori o Kindle Paperwhite? I due device per la lettura su inchiostro elettronico si equivalgono (costano tra l’altro entrambi 129 euro) è la mia risposta (cliccate qui per capire perché) forse la vera differenza è che Kobo lo trovate adesso a fine ottobre in centinaia di punti vendita in tutta Italia e l’ereader illuminato di Amazon “a causa di un’elevata domanda” se lo ordinate oggi iniziano a spedirvelo dal 10 dicembre (sic).

Il Kobo Glo (a destra nella foto) pur avendo lo schermo uguale per dimensioni al suo predecessore è di poco più piccolo del Touch, osservate poi l’assenza del tasto home argentato rettangolare in basso. Ohibò e senza tasto fisico come faccio a gestire l’ereader? Nessuna paura, l’home diventa touch, notate l’icona della casetta in alto a sinistra dove nel Touch c’è invece la lente del “cerca”, anch’io ci ho messo qualche minuto ad abituarmi. Per un bottone che sparisce un altro se ne aggiunge, nella cornice in alto, di fianco a quello di accensione, c’è l’interruttore dell’illuminazione.

Non ho riscontrato differenze sostanziali nel menu delle Impostazioni che, come potete notare dall’immagine in alto, si raggiunge sempre premendo l’icona in alto a destra (avete visto invece la lente del “Cerca” dove è finita?). Mi dispiace che dalle immagini non possiate apprezzare il livello di dettaglio dei caratteri – passare da uno schermo SVGA (600 x 800) a uno XGA (768 x 1024) migliora in modo tangibile l’esperienza già gradevole di lettura – e la maggiore prontezza con il quale il Glo risponde ai comandi rispetto al Touch.

Dicevo che le voci del menu sono uguali, eccezion fatta per “Standby e spegnimento” che nel Glo diventa “Luminosità, standby e accensione/spegnimento”. In questa sezione è possibile infatti decidere se ordinare all’ereader di spegnere l’illuminazione dopo un tot di tempo, di quale colore volete che sia l’indicatore di lumonosità – posto in basso nella pagina durante la lettura – se scuro o chiaro (io preferisco che sia bianco e non nero) e una funzione che ha a che fare con la custodia Sleep Cover di Kobo, un accessorio in vendita su inmondadori.it.

Nell’immagine sopra è evidente quanto “cambi” lo schermo del Glo se confrontato col Touch (dal grigio si passa a un bianco carta) con la luminosità accesa e posta al massimo – vedete la barra in basso? L’intensità si regola da lì –, a me dà quasi fastidio, per dire. Mi sono regolato in questo modo; al chiuso l’ho sempre utilizzata a metà potenza, al buio totale al minimo e all’aperto niente mezze misure o spenta o a tutta manetta. In attesa di schermi eink davvero bianchi sarà difficile che qualcuno rinunci a implementare questa tecnologia sugli ereader: in due parole, è comoda.

Dimensioni contenute (11,4 x 15,7 x 10 cm), firmware già aggiornato alla versione 2.1.5, processore più potente, schermo più risoluto, illuminazione a piacere… se non avete bisogno di un Kobo Mini (vale a dire non avete esigenze estreme di portabilità: 10,2 x 13,3 x 10 cm) e potete permettervi di spendere più di 99 euro (il prezzo del Kobo Touch), il Glo è il vostro lettore. Beh certo. Potete aspettare un mese e mezzo e, dopo Sant’Ambrogio, ricevere a casa con comodo il Kindle Paperwhite, però magari vi va già da subito di diventare lettori digitali “illuminati” 😛

Immagine | Pulp Fiction (1994)

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